Pfas nell’aria anche quando le produzioni sono ferme
(e nuova finta diffida della Provincia di Alessandria)
a cura di Rete Ambientalista
(pubblicato su rete-ambientalista.it il 21 ottobre 2024)
Fermare le produzioni per brevi periodi non risolve l’inquinamento dei Pfas: la fermata deve essere definitiva per consentire una bonifica in tempi lunghissimi. Infatti, la sospensione della produzione nello stabilimento Solvay-Syensqo di Spinetta Marengo a giugno-giugno-luglio 2024, decretata con diffida dalla Provincia, non ha eliminato nell’aria i Pfas: né a maggio-giugno-luglio né in seguito. L’hanno stabilito le centraline Arpa del sobborgo di Spinetta Marengo (via Genova), del capoluogo Alessandria e del Comune di Montecastello. Il circolo è vizioso: i Pfas, quando non direttamente in falde e fiumi, vengono depositati in discariche o scaricati dalle ciminiere, dal cielo si depositano al suolo, di lì pieno zeppo, essendo forever chimicals indistruttibili, defluiscono anche decenni dopo in acqua o tornano in aria. Un ciclo eterno che, però, intercetta tragicamente respirazione e alimentazione umana.
Il monitoraggio dei PFAS con campionamento attivo su filtri del PM10 (frazione inalabile delle polveri con diametro 10 micron) è stata condotto su base mensile tramite campionatori presenti presso le stazioni di controllo. Presso la stazione di Spinetta – via Genova sono rilevate le concentrazioni maggiori di cC6O4, con valori variabili in un range da 0,476 a 1,534 ng/m3; viene rilevata anche la presenza costante degli isomeri della miscela ADV/MFS, la sommatoria di MFS risulta presente in un range tra 0,075 e 0,842 ng/m3. Presso il sito di Montecastello i campioni da maggio a luglio evidenziano cC6O4 con concentrazioni variabili 0,019 a 0,036 ng/m3. Presso la stazione di Alessandria–Volta sono state rilevate concentrazioni di cC6O4 da gennaio a maggio 2024 in un range di valori da 0,009 a 0,031 ng/m3.
Addirittura, a Spinetta, nei mesi di giugno e luglio è stata riscontrata positività per PFOA, con concentrazioni tra 0,006 e 0,008 ng/m3 (limite di quantificazione 0,004 ng/m3), quando il Pfoa ufficialmente non è più prodotto.
Così, la Provincia di Alessandria ha fatto di nuovo finta di intervenire, sviando il discorso. Dopo quella dello scorso 28 agosto, ha trasmesso a Solvay una seconda diffida per l’inosservanza delle prescrizioni dell’Autorizzazione Integrata Ambientale (AIA) relativamente alle vasche per il trattamento del percolato, e per l’assenza delle canalette perimetrali agli invasi. Tempi di intervento rispettivamente 15 e 30 giorni. In caso di inosservanza, eventualmente, “si procederà ad una terza diffida e alla contestuale sospensione dell’attività per un tempo determinato”. Non si pensi definitivamente. C’è sempre una quarta diffida, una quinta, eccetera.
Non è una minaccia per Solvay: garantisce per incompetenza (Responsabile Regionale di Fratelli di Italia… per il Comparto Difesa) il neo assessore provinciale all’Ambiente, Maurizio Sciaudone.
Dal cielo sui pesci piovono PFAS
(Solvay boicotta i controlli del CNR)
a cura di Rete Ambientalista
(pubblicato su rete-ambientalista.it il 21 ottobre 2024)
Solvay boicotta i controlli che il “Consiglio nazionale delle ricerche – istituto di ricerca sulle acque CNR” cerca di realizzare con l’ASL di Alessandria, per un progetto operativo “Biomonitoraggio integrato area Spinetta Marengo-Alessandria”. Infatti – è la denuncia – “non fornisce gli standard analitici o le miscele tecniche (nel caso gli standard non siano disponibili) per svolgere analisi aggiuntive. E non rende pubblici i dossier tossicologici, di nuove sostanze e dei composti utilizzati in passato ed in uso, in suo possesso”.
Il sabotaggio è finalizzato ad occultare la presenza di ADV, C6O4 e Aquivion®PFSA negli scarichi, ad evitare l’ampliamento delle analisi di vegetali e uova e del biomonitoraggio umano del sangue ma anche delle urine.
I cittadini di Alessandria fanno a proprie spese le analisi Pfas del sangue
a cura di Rete Ambientalista
(pubblicato su rete-ambientalista.it il 21 ottobre 2024)
La Regione Piemonte, inveterata complice di Solvay, si è sempre rifiutata di sottoporre a monitoraggio di massa la popolazione della provincia alessandrina. E così, come già nel 2022 tramite l’Università di Liegi per gli abitanti del capoluogo Alessandria e del sobborgo di Spinetta Marengo, altri cittadini hanno dovuto rivolgersi a proprie spese all’Università tedesca di Aquisgrana. Questi ultimi risultati delle analisi del sangue degli abitanti della Fraschetta dimostrano una situazione di contaminazione Pfas del territorio estesa e grave, riscontrata nei paesi di: Spinetta Marengo, Castelceriolo, Lobbi, Cascinagrossa e Litta Parodi. Ebbene, oltre alla presenza del cancerogeno PFOA nel sangue di TUTTI i 36 cittadini esaminati, ha impressionato (nella trasmissione televisiva “Presa diretta)” la presenza dell’ADV – anche nell’aria – riscontrata dall’Arpa: solo dal 2022-2024 benché da Lino Balza denunciata negli esposti dal 2009 in avanti!
Nel monitoraggio organizzato da Ànemos, ComitatoStopSolvay e Grennpeace, dunque, un residente su due campionati comprende anche ADV nel sangue, cioè per la somma di Pfas si ritrova nella fascia sanitaria più a rischio: oltre 20 μg/L. Record per il soggetto affetto da tumore di natura endocrina. Diverse sono le mamme che hanno scoperto che non solo loro avevano cancerogeni nel sangue, ma anche i loro figli e con valori più alti. D’altronde Greenpeace ha analizzato un campione di acqua da una fontanella di via san Giacomo di Alessandria e ha trovato concentrazioni di 60 ng/L di Pfas, di cui 20 ng/L di Pfoa, cancerogeno.
Di fronte a questi ennesimi risultati, il sindaco di Alessandria emetterà (come di recente in Belgio per la 3M) ordinanza di chiusura degli impianti inquinanti, oppure offrirà agli ambientalisti, a braccetto dell’assessore regionale, l’ennesimo tavolo di confronto… ma ribattezzato task force?
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