I segreti di Växjö, l’impronunciabile città più green d’Europa

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Il 13 aprile 1985, un fotoreporter svedese di nome Hans Runersson immortalò per le vie di Växjö, una città della Svezia meridionale, l’esatto momento in cui una donna svedese, Danuta Danielsson, colpiva un manifestante neonazista con la sua borsa. La potenza scenica dello scatto, intitolato La donna con la borsa, riflette quello che il principale fotografo del XX secolo – Henri Cartier-Bresson, pioniere della fotografia su pellicole da 35 mm – definì “decisive moment”, ma rende probabilmente poca giustizia alla fama di Växjö, una città appunto della Svezia meridionale che, oltre a collezionare umlaut nel nome, vanta un record suggestivo. È stata infatti la prima città al mondo a essersi posta l’obiettivo di azzerare l’utilizzo di ogni combustibile fossile (e quindi, petrolio, carbone e gas naturale) entro il 2030. Non è un obiettivo recente: era il 1991, cioè prima che l’Unione Europea venisse fondata a Maastricht, quando Växjö decise che avrebbe abolito in quarant’anni l’uso di combustibili fossili. Ben prima dell’Accordo di Parigi. Ben prima del 2019, quando l’UE si è data l’obiettivo di diventare carbon neutral entro il 2050. Ma perché proprio Växjö e – soprattutto – come sta andando l’intrepida missione?

La città svedese di Växjö

Oggi, Växjö è una città universitaria della Svezia meridionale, nella regione dello Småland (“piccole terre”, in svedese) coperta per metà della sua estensione da foreste e ricca di laghi. La stessa Växjö presta il nome al lago Växjö, profondo soli sei metri, ghiacciato in inverno (le temperature scendono fino a -10° C) e pullulo di gamberi d’acqua dolce in estate (ogni anno, a inizio agosto, in Svezia si festeggia la Kräftskiva, “festa dei gamberi”). Fino agli anni Sessanta del secolo scorso, pare che Växjö fosse una città caratterizzata dall’incuria, mentre da quel momento in poi, parallelamente alla riqualificazione dei laghi che la circondano, abbia iniziato una trasformazione radicale che l’ha vista premiata dalla BBC come “città più verde d’Europa” nel 2007 e dalla Commissione Europea nel 2018 con il Global Leaf Award, un riconoscimento riservato ai comuni europei tra i ventimila e i centomila abitanti che si fossero distinti per l’impegno ambientalista, ed è tra i casi più interessanti di una regione – la Scandinavia – molto impegnata a riguardo: Oslo proibì alle automobili la circolazione nel suo centro storico entro il 2019, Helsinki efficientò il suo aeroporto grazie all’intelligenza artificiale.

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Reimphoto//Getty Images

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La storia di Växjö è segnata da un terribile incendio, nel 1843, che non fece vittime (ma oltre mille sfollati) e distrusse la linea ferroviaria. Oggi, la stazione centrale è piuttosto inglobata al municipio, nello spettacolare complesso progettato da White Arkitekter – lo stesso studio che curò il nuovo parco marino di Bergen, in Norvegia – e chiamato Under ett tak, “sotto lo stesso tetto”, siccome è un’unica costruzione in legno di quattordicimila metri quadri, con tre ingressi, a pochi passi dalla piazza principale della città (Stortorget), anch’essa ricostruita dopo il devastante incendio del 1843. Come detto, Växjö è una città universitaria. Nel 1967 vi aprì una filiale dell’Università di Lund, poi resa indipendente e fusa nel 2010 con l’ateneo di Kalmar nella Linnéuniversitetet, intitolata a uno dei cittadini più influenti nella storia della regione (Småland) e cioè Carl von Linné, il padre della moderna nomenclatura degli esseri viventi. A dieci chilometri dalla città natale di Linneo (Råshult) si trova Älmhult, dove nel 1958 venne aperto il primo negozio IKEA al mondo e oggi c’è l’IKEA Museum, inaugurato nel 2016. Peraltro, potresti voler sapere che le aree dedicate ai bambini di ogni punto vendita IKEA del mondo si chiamano proprio Småland.

L’ambizioso progetto di abbandonare i combustibili fossili entro il 2030 sta andando a gonfie vele. Già prima del 2015 Växjö aveva ridotto di oltre la metà (rispetto al 1993) le emissioni pro capite dei suoi cittadini, un’inversione di tendenza netta in un mondo sempre più surriscaldato – citando l’antropologo Thomas Hylland Eriksen – ed è sempre più green. Oltre il 90% del riscaldamento e circa il 50% dell’elettricità vengono ricavati da sottoprodotti delle foreste (segatura, trucioli, cortecce). Metà dei nuovi edifici della città è costruita in legno, come Kvarteret Geologen, il complesso di 144 appartamenti con vista sul lago Trummen premiato come edificio in legno dell’anno 2019. Le flotte di autobus urbani a Växjö, potenziate dal 2012 (e alimentate da sistemi a biogas), hanno incrementato l’uso dei mezzi pubblici. Quasi 200 chilometri di piste ciclabili collegano tra di loro i parchi e il centro città. Si sfruttano l’architettura passiva – case ben coibentate, finestre a doppi vetri, il riutilizzo di acque reflue – e la cogenerazione. Pensa a un’auto: il motore converte l’energia termica in meccanica, cioè trazione (forza motrice) ed elettricità (con cui puoi caricare lo smartphone mentre guidi). Bene, si dice che Växjö sia avvantaggiata dall’esigua popolazione (circa 70mila abitanti in città e 100mila nell’intero kommun) ma sta abbandonando i combustibili fossili senza sacrificare la crescita economica: tra il 1993 e il 2012, il PIL pro capite sarebbe aumentato del 90%. Seguendone l’esempio, adesso, la Svezia potrebbe presto diventare il primo paese carbon neutral al mondo.

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