L’Onu ha proclamato il 2025 anno delle cooperative ritenendole di fondamentale contributo allo sviluppo sostenibile.
- Per la seconda volta, l’Onu ha dedicato un anno alle cooperative e al loro impatto positivo sullo sviluppo economico e sociale.
- Nel 2025 si punta a promuovere il modello cooperativo, creando un ambiente favorevole e offrendo ad esso sostegno.
- Dalle Marche e dalla Calabria, raccontiamo due storie di cooperative agricole.
Il 2025 è stato proclamato dall’Assemblea delle Nazioni Unite l’anno internazionale delle cooperative che sarà celebrato con il tema “Le cooperative costruiscono un mondo migliore”. Con le celebrazioni l’Onu vuole porre l’attenzione sul contributo delle cooperative allo sviluppo economico e sociale e sul modello cooperativo come soluzione cruciale per affrontare diverse sfide globali e attuare gli obiettivi di sviluppo sostenibile entro il 2030. Anche il 2012 era stato dedicato alle cooperative e al loro impatto sulla riduzione della povertà, la generazione di occupazione e l’integrazione sociale.
Gli obiettivi dell’anno internazionale delle cooperative 2025
“Il secondo Anno Internazionale delle Cooperative sarà un’opportunità per mobilitare tutte le parti interessate a sostenere ed espandere le cooperative ovunque, rafforzando il loro contributo per un mondo migliore”, ha dichiarato Li Junhua, sottosegretario generale del dipartimento degli Affari economici e sociali delle Nazioni Unite.
La natura di imprese di proprietà e controllate democraticamente dai soci è uno dei fattori di differenziazione più evidenti delle imprese cooperative. Promuovono la più ampia partecipazione possibile allo sviluppo economico e sociale di tutte le persone, comprese donne, giovani, anziani, persone con disabilità e popolazioni indigene. Molte cooperative hanno integrato gli obiettivi di sviluppo sostenibile nei loro programmi di lavoro e forniscono un forte supporto agli sforzi degli Stati membri in questa direzione.
Gli obiettivi principali dell’anno delle cooperative sono la creazione da parte dei governi di un ambiente favorevole alle cooperative, la promozione delle cooperative da parte di istituzioni e agenzie di sviluppo attraverso l’educazione, il rafforzamento delle capacità e la facilitazione della collaborazione internazionale, la comprensione da parte del pubblico dell’identità delle cooperative e il sostegno alle loro iniziative.
Cooperative agricole, due storie italiane
Le cooperative assumono diverse forme e operano in diversi settori. Nel panorama delle cooperative agricole, citiamo la cooperativa Girolomoni, nelle Marche, che nel 2024 ha vinto il premio biologico europeo per la miglior azienda di trasformazione bio. Siamo andati a vedere questa realtà coi nostri occhi e l’abbiamo raccontata qui.
In Calabria segnaliamo la bella realtà di Goel Bio che, nata nel 2009 all’interno di Goel – Gruppo Cooperativo, aggrega le aziende agricole che si oppongono alla ‘ndrangheta e costruiscono uno sviluppo sostenibile del territorio. L’organizzazione criminale cerca di controllare le campagne aggredendo le aziende agricole attraverso il pascolo abusivo nei campi coltivati, gli incendi e i danneggiamenti delle attrezzature. L’obiettivo è quello di esasperare i proprietari e spingerli a sottomettersi chiedendo protezione. I produttori di Goel Bio riescono a reagire in modo compatto e solidale attraverso un’ampia mobilitazione.
Goel vuole dimostrare che l’etica non è solo moralmente giusta, ma è anche economicamente efficace. Per questo la cooperativa ha ricostruito tutta la filiera eliminando intermediari e grossisti locali per garantire il massimo ritorno possibile ai produttori. Ciò ha consentito ai soci di poter stabilire prezzi di conferimento dei prodotti agricoli equi e sostenibili. Questo si traduce anche in un’equa retribuzione dei lavoratori: gli agricoltori si sono dotati di un protocollo etico per bandire il lavoro illegale e il caporalato dai campi con verifiche a sorpresa e sanzioni.
I prodotti Goel sono biologici e rispettano un rigoroso sistema di controlli e analisi anti-contaminazione che va oltre quelli previsti dalla legge e dai propri clienti rivenditori. I campi e la filiera sono anche il luogo di inserimento al lavoro di alcune persone svantaggiate: disoccupati di lunga durata, in particolare donne, migranti, persone che provengono da condizioni di particolare disagio sociale.
C’è anche un progetto di economia circolare per cui i frutti di scarto vengono trasformati in marmellate, confetture, composte e succhi di frutta. Inoltre, dalle foglie degli alberi di agrumi e dal pastazzo ottenuto dalla spremitura vengono estratti oli essenziali per la linea cosmetica di Goel bio che impiega nei laboratori comunità locali di accoglienza per minori. Il “pastazzo” può essere poi utilizzato come nutrimento per gli animali o trasformato in compost fertilizzante per le coltivazioni.
Infine, alcune aziende agricole di Goel Bio sono strutture di turismo responsabile: attraverso un tour operator dedicato, le campagne riscattate propongono pacchetti di turismo ecologico-ambientale, turismo rurale, turismo sociale, turismo eno-gastronomico bio e locale.
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