“La coalizione ha perso, per noi è un punto e a capo” – Lavocedigenova.it

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La rivoluzione post 7 maggio, la corsa alle europee, quella per le regionali e, ora, la preparazione della campagna elettorale per Palazzo Tursi.
Cristina Lodi, segretaria regionale di Azione e riferimento del partito in quel di Genova, ha vissuto più vite nel giro degli ultimi dodici mesi, concludendo l’anno lasciando la sedia vuota alla costituente di Andrea Orlando al teatro di Stradanuova.
Una scelta consapevole, perché “questa coalizione ha perso”, e il messaggio di Azione è chiaro: per le amministrative di primavera le cose devono cambiare. “Per noi è un punto e a capo”, dice Cristina Lodi mettendo in ordine i pensieri a fine anno e nel ribadire che nulla è scontato in vista della nuova sfida: “Su Genova a volte si ha la sensazione che la coalizione abbia vinto e che Orlando sia presidente, gioverebbero una doccia di umiltà e un’analisi più franca della situazione”.

Fine anno, tempo di bilanci. Il 2024 ha scritto una pagina della storia recente ligure, cosa le torna in mente se pensa al 7 maggio scorso?
Giovanni Toti ha scritto una brutta pagina della politica ligure che, di conseguenza, ha richiamato i cittadini al voto mettendo in evidenza contraddizioni che da anni segnalavamo rispetto alla gestione della politica nei confronti della Liguria e degli interessi dei cittadini. C’è grande dispiacere nel non essere riusciti, con Andrea Orlando, a dare una svolta definitiva, ma anche gli stessi fatti accaduti in Liguria hanno disorientato l’elettorato che per il 55% non è andato a votare. Una brutta pagina che ha dato un brutto colpo alla politica e ha alimentato la mancanza di fiducia che i cittadini respirano. I pochi che sono andati a votare sono state le rispettive tifoserie

In estate è poi iniziato un balletto che non ha fatto certo del bene al centrosinistra, la costruzione del ‘campo largo’ non è stata semplice e il risultato delle elezioni dimostra che si poteva fare di meglio. Che cosa cambierebbe se potesse tornare indietro?
Non cambierei nulla, anche se non era un ‘campo largo’ ma una coalizione di centrosinistra. Abbiamo fatto una campagna per Orlando con lealtà, ma il tempo era pochissimo. Se avessi la bacchetta magica, chiederei di avere più tempo perché forse si poteva raggiungere un maggior numero di cittadini. Come Patto Civico Riformista e come Azione avevamo una proposta nuova e in poche settimane abbiamo dovuto costruire le liste e farci conoscere

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…poi c’è la beffa sul piano personale, quel posto in consiglio regionale saltato per un soffio
Ringrazio le persone che mi hanno dato fiducia, sul piano personale l’ho vista confermata. I sistemi elettorali non premiano le minoranze e le piccole liste, ma dal punto di vista personale non posso certo lamentarmi. Ho mantenuto il mio trend personale nonostante fossi in una lista e non con un partito maggioritario. Con più tempo ci saremmo fatti conoscere meglio. Il tutto nella consapevolezza che il nostro contributo era necessario e, a mio avviso, anche molto importante altrimenti sarebbe stata un’alleanza troppo a sinistra. Il tentativo era quello di dare quel supporto che ci caratterizza per proposte e modalità. Non lo vivo come un fallimento, ma come una sfida che ha confermato che lavorare bene premia sempre con il consenso. È chiaro che il grande desiderio non era solo quello di entrare in consiglio regionale, ma di tornare a governare in Liguria. Cosa che forse non era chiara a qualcun altro

Sul piano personale mi dice qualcosa che nel 2024 l’ha particolarmente soddisfatta?
Aver fatto due campagne elettorali con grande impegno, con una squadra di persone che hanno creduto in me dopo anni di politica. Sono consapevole che da soli non si può fare, mi sento onorata del consenso e delle persone che sento vicine

E, per contro, qualcosa che invece non rifarebbe?
Sono un’eterna fiduciosa nel fatto che a un certo punto le cose possono e devono cambiare, non mi pento di esserlo stata e di averci creduto fino in fondo. Forse guardandomi attorno a volte mi sento un po’ fuori dal mondo. Sono talmente fiduciosa che spero sempre in un cambiamento, forse ci ho creduto e il rammarico è stato quello di non esserci riusciti, ma a volte ci sono anche dei meccanismi che non permettono che le cose avvengano. Non mi pento della fiducia e della speranza verso il cambiamento, ma sono consapevole che lo sono troppo e forse certi meccanismi vanno al di là dell’impegno

Ora l’obiettivo sono le amministrative di primavera. Azione parte con l’assenza alla costituente di Andrea Orlando e del centrosinistra. Non vi hanno invitati o avete preferito non esserci?
Siamo stati invitati. Ho avuto modo di parlare con Orlando che si è posto come federatole, ho apertamente detto che Azione non sarebbe stata presente in questo approccio, perché questa coalizione ha perso. Per noi quando si perde bisogna fare un’analisi e per noi è un punto e a capo. Abbiamo ringraziato Orlando, lo abbiamo sostenuto lealmente, ora può fare quello che ritiene anche nei confronti delle opposizioni. Avremmo preferito un confronto tra le forze prima di arrivare a un evento pubblico, cosa che non c’è stata

Che ruolo avrà lei e che ruolo avrà Azione nella corsa a Palazzo Tursi?
Azione è un partito che ha già presentato in questi mesi molte proposte su trasporti, logistica, infrastrutture, sviluppo economico, welfare e sistema educativo. Continueremo a essere propositivi, dopo le vacanze avremo modo di organizzare alcuni eventi programmatori e propositivi per il superamento di alcuni aspetti che abbiamo sottolineato durante la discussione sul bilancio con 120 proposte, 110 delle quali accolte. Oltre a denunciare quello che non è andato bene, vogliamo lavorare per delle proposte che vadano incontro ai cittadini

Come si fa per non ripetere gli errori delle ultime elezioni regionali?
Abbiamo fatto e stiamo facendo un’analisi del voto tenendo conto che ogni provincia ha la sua storia. Come Patto Civico Riformista, pur avendo poco tempo, abbiamo ottenuto il 2,2%. Il grande errore sarebbe dare per scontato che le persone vadano a votare e diano fiducia. Bisogna lavorare molto sull’astensionismo ed essere più credibili e votabili. Il disinteresse è grave e noi ce ne dobbiamo assumere la responsabilità. Su Genova a volte si ha la sensazione che la coalizione abbia vinto e che Orlando sia presidente, gioverebbero una doccia di umiltà e un’analisi più franca della situazione. L’elezione di alcuni consiglieri in Regione non è una vittoria di coalizione

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