La manovra finanziaria per il 2025 è legge. Il Senato ha approvato in via definitiva tutta la legge di bilancio, con 108 sì, 63 voti contrari e un astenuto. Subito prima l’aula aveva già dato l’ok con 112 voti favorevoli alla parte della manovra contenenti le norme su cui il governo Meloni aveva posto la questione di fiducia tra le polemiche. Verranno “mossi” circa 30 miliardi di euro, con un costo netto di poco meno di 15.
Il Parlamento ha approvato la Legge di bilancio 2025, la terza dall’insediamento del Governo.
È una manovra di grande equilibrio, che sostiene i redditi medio-bassi, aiuta le famiglie con figli, stanzia risorse record per la sanità, riduce la pressione fiscale e dà una mano a… pic.twitter.com/vOsXIofvmA
— Giorgia Meloni (@GiorgiaMeloni) December 28, 2024
Tra le misure previste c’è la conferma del taglio del cuneo fiscale e delle tre nuove aliquote Irpef, bonus-bebè e l’estensione dei benefici contributivi per le mamme lavoratrici. Ma ci sono anche novità rilevanti per il mondo delle imprese e del lavoro, come l’Ires premiale o la possibilità di andare in pensione a 64 anni.
L’Ires “premiale” per le imprese, webtax e nuovi fondi
Il nuovo regime di Ires premiale stabilisce che per poter beneficiare della tassazione ridotta dal 24 al 20 per cento, le imprese devono accantonare a riserva l’80 per cento dell’utile 2024 e destinarne il 30 per cento di questo ammontare a investimenti in beni 4.0 e 5.0 e allo stesso scopo deve essere destinata una quota, “non inferiore al 24% degli utili d’esercizio in corso al 2023”.
I beni acquistati, inoltre, non potranno essere ceduti prima di cinque anni. Tra le altre condizioni necessarie, figurano l’incremento della base occupazionale e il mancato ricorso alla cassa integrazione nel biennio 2024-2025.
Circa 300 modifiche e nuove misure poi Sparisce la figura dei revisori del Mef nelle società che hanno ottenuto finanziamenti pubblici. Se ne occuperanno gli organismi già esistenti. La tassa sulle criptovalute salirà al 33% ma dal 2026, mentre per la webtax torna la soglia dei 750 milioni di fatturato.
Infrastrutture: Ponte sullo Stretto, ferrovie e metropolitane
Negli interventi per le infrastrutture figurano un miliardo alla Tav e il finanziamento della Sibari-Catanzaro. Il finanziamento del Ponte sullo Stretto di Messina viene aumentato di 1,4 miliardi che porta il costo del collegamento tra Sicilia e Calabaria a circa 13 miliardi di euro. Le risorse provengono dal Fondo sviluppo e coesione destinate al sud.
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Rientrati in manovra anche i fondi per la Metro C di Roma. La linea proseguirà oltre piazza Venezia, attualmente in costruzione, fino alla Farnesina. Inizialmente le risorse erano state tolte, vista l’assenza di una progettazione definitiva della tratta.
L’intervento sugli stipendi: nuova Irpef e taglio del cuneo fiscale
Circa 18 miliardi di euro della legge di bilancio 2025 servono a tagliare il cuneo fiscale per i redditi fino a 40mila euro e alle nuove aliquote Irpef, che diventano tre.
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Niente da fare invece per la riduzione dal 35 al 33% della seconda aliquota Irpef, la fascia che viene definita “ceto medio”. Per finanziarla sarebbero serviti 2,5 miliardi di euro da raccogliere tramite il concordato preventivo biennale, che però non ha portato le risorse sperate. Se ne riparlerà con un decreto dedicato nei mesi tra febbraio e marzo.
I redditi più alti avranno invece meno detrazioni fiscali a disposizione: per chi ha reddito complessivo superiore a 75.000 euro oneri e spese ammessi in detrazione si calcolano moltiplicando l’importo base per un “quoziente familiare”, un coefficiente indicato in corrispondenza del numero di figli.
Il “bonus bebè” nel 2025
Pper ogni figlio nato o adottato dal 1 gennaio 2025 è riconosciuto un importo una tantum di 1.000 euro, erogato nel mese successivo al mese di nascita o adozione. Il nucleo familiare del genitore richiedente deve avere un Isee non superiore a 40.000 euro annui.
Il congedo parentale previsto fino al sesto anno di vita del bambino viene esteso dal 60 all’80% della retribuzione da due a tre mesi. Nella determinazione dell’Isee non incidono le erogazioni relative all’assegno unico e universale.
Cosa cambia su pensioni, Quota 103 e anticipate: le novità dal 2025
Sulle pensioni, ecco la novità principale: a 64 anni viene consentito il cumulo della previdenza obbligatoria con quella complementare.
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Chi ha iniziato a lavorare dopo il 31 dicembre 1995 potrà utilizzare la rendita di una eventuale pensione complementare per raggiungere l’importo minimo del trattamento, pari a 3 volte l’assegno sociale, con sconti per le lavoratrici con figli. Cresce però il numero dei contributi richiesi: dal 2025 passa dagli attuali 20 a 25 anni, per poi aumentare a 30 dal 2030.
Viene poi riproposta “Quota 103” per l’uscita anticipata dal lavoro, nonostante le richieste fatte finora siano state limitate. Durante le audizioni sulla manovra in Parlamento, l’Inps ha reso noto che rispetto alle 50mila domande attese finora ne sono arrivate appena 1.600 vista la sostanziale “scarsa convenienza” della misura. I requisiti per aderire a Quota 103 sono: avere 62 anni di età con 41 di contributi da maturare nel corso del 2025.
Con “Opzione donna”, le lavoratrici con almeno 35 anni di contributi e ameno 16 anni di età – 60 per chi ha un figlio, 59 con due -, potranno scegliere l’anticipo pensionistico riservato a disoccupate, dipendenti che lavorano in aziende per cui sono aperti tavoli di crisi e cargiver.
Il testo della manovra prevede poi un aumento di 3 euro delle pensioni minime: l’assegno passerà da 614,7 euro a 617,9 euro mensili.
Tutti i bonus per la casa del 2025
I bonus per la casa restano ma con una minore convenienza: in diversi casi sono state abbassate infatti le aliquote di sconto. L’Ecobonus – erogato attraverso detrazione Irpef o Ires – scenderà al 50 per cento per la prima casa e al 36 per gli altri immobili. Nel 2026 e 2027 le aliquote saranno ancora più basse: al 36 per la prima casa e al 30 per le altre.
La detrazione per interventi di recupero del patrimonio edilizio viene prorogato con aliquote decrescenti, anche in questo caso a seconda che si tratti di abitazione principale e seconde case. Per gli interventi sulla prima casa nel 2025 si mantiene l’aliquota del 50% e il tetto di spesa di 96.000 euro, che scende al 36% per le seconde case. Nel 2026 e 2027 anche per la prima casa l’aliquota diventa del 36% mentre il tetto resterà invariato.
Tutti i bonus da usare in casa nel 2025
Il bonus elettrodomestici è rivolto a chi acquista grandi elettrodomestici prodotti in Europa e con un’efficienza energetica almeno pari alla classe B. Copre fino al 30% del costo con un tetto massimo di 100 euro. Per le famiglie con un Isee inferiore a 25.000 euro, il limite massimo sale a 200 euro. Per accedere al bonus bisognerà dimostrare di aver smaltito correttamente l’elettrodomestico sostituito.
Dal 1 gennaio non ci saranno più agevolazioni fiscali per l’acquisto di caldaie domestiche alimentate con combustibili fossili. Il provvedimento arriva sulla scia della direttiva Ue sulle Case Green che dal 2025 vieta ai Paesi membri di incentivare le caldaie a combustibili fossili.
Fondo dote famiglia e nuove regole per la Naspi
Viene istituito un fondo Dote Famiglia, finanziato con 30 milioni di euro nel 2025, da utilizzare per le attività extra scolastiche dei figli a carico, con un’età compresa tra i 6 e i 14 anni, nelle famiglie con un reddito con Isee pari o inferiore a 15.000 euro.
I lavoratori che hanno presentato le dimissioni volontarie da un impiego a tempo indeterminato nei 12 mesi precedenti avranno diritto alla Naspi in caso di licenziamento solo se hanno almeno 13 settimane di contribuzione dal nuovo impiego.
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