Per salvare il Poieto servono tanti soldi, ma il Comune non può metterli: «Bloccato dalla legge»

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di
Donatella Tiraboschi

Aviatico, il sindaco Carrara: «Divieto di soccorso finanziario a società in dissesto». Il Comune a un bivio: rimanere o lasciare tutto a Dentella, il tema in Consiglio comunale sabato 28 dicembre

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Un anno fa, proprio di questi tempi, grazie a uno sblocco burocratico, il clou della stagione turistica invernale fu salvo. La cabinovia del Poieto riprendeva a funzionare il 27 dicembre del 2023 dopo tre mesi di stop. Era stata quella, però, una sorta di canto del cigno della principale infrastruttura turistica dell’altopiano che di lì a qualche settimana avrebbe chiuso del tutto, sia la cabinovia che il rifugio. Un colpo duro per il movimento turistico di Selvino e Aviatico. Da allora le cabine rosse non si sono più mosse, mentre a muoversi, non senza sorpresa, sono state alcune situazioni a coté del complesso.

Il piano americano sfumato

Non solo immobiliari, con l’interessamento per una possibile compravendita da parte del gruppo americano Ekn (lo stesso del Grand Hotel San Pellegrino) sfumata quasi subito, ma anche burocratiche. Il 2 dicembre, a seguito di un’assemblea straordinaria, la società Monte Poieto srl facente capo a Stefano Dentella ha deliberato di svalutare il capitale sociale di 823 mila euro. Con il solo voto favorevole di Dentella in qualità di socio di maggioranza con una quota del 56%, mentre il resto è del Comune di Aviatico.




















































La copertura economica

La manovra finanziaria si rifà alla perdita di valore della cabinovia che necessita di lavori di manutenzione straordinaria per 400 mila euro. La revisione periodica è prevista per tutti gli impianti a fune (per il Poieto la scadenza era lo scorso giugno), ma quella che non è stata prevista è stata la copertura economica di un’operazione senza la quale non è possibile operare. Con l’impianto fermo da mesi, tutta l’attività commerciale e imprenditoriale del complesso è stata di fatto azzerata. Alla svalutazione dell’impianto, poi, si devono aggiungere perdite accertate nel 2024 per 66 mila euro (la cifra fa riferimento alla rendicontazione da gennaio a fine ottobre, periodo nel quale non sono stati registrati ricavi). Oltre all’esborso, entro il 31 dicembre, di 50 mila euro della rata del mutuo acceso con Intesa San Paolo nel 2010 e finalizzato al rilancio della struttura. 

Il Comune a un bivio: rimanere o lasciate a Dentella

Il prestito scadrà nel 2039 e vede come capitale residuo da rimborsare alla banca un milione e 124 mila euro con rate ogni sei mesi. Lo scenario di estrema difficoltà finanziaria costringe così oggi i soci a conferire nuovo capitale sotto forma di beni o denaro. Da un lato il Comune di Aviatico e dall’altro Dentella che, peraltro, siede in Consiglio comunale nella minoranza. Ed è proprio in Consiglio che oggi (28 dicembre) il Comune dovrà decidere se aderire all’aumento di capitale o se, senza conferimento, uscire dalla compagine azionaria lasciando la totale proprietà Dentella.

Più che la volontà, però, sembra contare la legge: «Abbiamo chiesto diversi pareri in merito — spiega il sindaco Mattia Carrara —, ma l’orientamento legale è chiaro e il divieto di soccorso finanziario a società in dissesto, o con bilanci in rosso, sono limiti difficilmente superabili». Sul piatto della bilancia la società Sviluppo Monte Poieto ha proposto il conferimento di alcune camere del rifugio per un valore di 550 mila euro: si tratta di unità immobiliari chiuse da un anno per inagibilità dei locali dell’intera struttura e gravate da un mutuo per 220 mila euro. «Oltre a questi debiti e alle spese di revisione dell’impianto — aggiunge Carrara — si aggiungono i costi per la messa a norma dei locali termici e degli impianti antincendio e delle cucine del rifugio che richiedono almeno 150 mila euro, secondo l’ultimo preventivo, che risale a sei anni fa.

Il bando ministeriale

Con l’uscita di scena del gruppo Ekn e con l’assenza di liquidità della società che stenta a onorare il mutuo, non resta altro che sperare nel «bando Santanché» cui la società Monte Torcola, gestore di impianto e rifugio (sempre di Dentella, ndr) ha partecipato con l’aiuto del Comune. Non va dimenticato poi come, sull’intera vicenda della vendita del Poieto a Dentella, che allora era sindaco, pende da sei anni una causa al Tribunale delle Imprese di Brescia che ha richiesto una memoria sulla nullità della vendita. La prossima udienza, dopo sei rinvii, è prevista il 18 marzo.


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