SUDAN/ PAM: La crisi alimentare si aggrava con nuove zone colpite dalla carestia

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La crisi alimentare e nutrizionale si aggrava in tutto il Sudan con l’individuazione di carestie in altre aree

27 Dicembre 2024

Il PAM e l’UNICEF sollecitano un accesso umanitario immediato e un’azione per evitare quella che potrebbe diventare la peggiore crisi di fame della storia recente
ROMA/NEW YORK, 24 dicembre 2024 – Quattro mesi dopo che la carestia è stata confermata per la prima volta nel campo di Zamzam, nello stato sudanese del Darfur settentrionale, altre aree del Darfur settentrionale e delle montagne Nuba occidentali sono state identificate in condizioni di carestia, mentre l’accesso al cibo e alla nutrizione per milioni di persone in tutto il Paese continua a deteriorarsi, hanno avvertito oggi il Programma Alimentare Mondiale (PAM) e l’UNICEF.
L’ultimo rapporto del Comitato di revisione della carestia (FRC) e le nuove proiezioni della Classificazione integrata delle fasi di sicurezza alimentare (IPC) identificano la carestia, con dati affidabili, in almeno cinque aree del Sudan: i campi di Zamzam, Abu Shouk e Al Salam nel Darfur settentrionale e i Monti Nuba occidentali, sia per i residenti che per gli sfollati interni. La carestia è prevista in altre cinque aree tra dicembre 2024 e maggio 2025: Um Kadadah, Melit, El Fasher, At Tawisha e Al Lait nel Darfur settentrionale. Il rapporto evidenzia anche il rischio di carestia in altre 17 aree nello stesso periodo.
Più di 24,6 milioni di persone in tutto il Sudan – più della metà della popolazione analizzata – stanno vivendo alti livelli di insicurezza alimentare acuta (IPC Fase 3 o superiore), tra cui 8,1 milioni in condizioni di emergenza (IPC Fase 4) e almeno 638.000 persone in IPC Fase 5 (Catastrofe).
Questi risultati segnano un’allarmante escalation della fame e della malnutrizione durante quella che è tipicamente la stagione del raccolto, quando la disponibilità di cibo dovrebbe essere massima. La classificazione dell’FRC di un aumento della fame in questa stagione indica che il raccolto non arriva dappertutto, dato il perdurare del conflitto che limita i mercati e la circolazione delle merci. Senza un accesso umanitario immediato e senza ostacoli e senza un urgente sostegno internazionale, la carestia rischia di diffondersi ulteriormente nel 2025, minacciando la vita di milioni di persone, soprattutto bambini, e aggravando quella che è già una delle più gravi crisi alimentari del mondo.
I conflitti, gli sfollamenti e la limitazione dell’accesso umanitario rimangono i fattori principali di questa crisi. Nel campo di Zamzam, nel Nord Darfur, dove la carestia è stata confermata per la prima volta nell’agosto 2024, le condizioni rimangono critiche nonostante alcune consegne di assistenza alimentare umanitaria. La violenza prolungata e le difficoltà economiche hanno interrotto i mercati, sfollato milioni di persone e portato i prezzi dei beni di prima necessità a livelli inaccessibili per la maggior parte della popolazione.
Si prevede che la prossima stagione della fame inizierà ben prima delle prossime piogge – il periodo tra un raccolto e l’altro in cui di solito aumenta l’insicurezza alimentare – con l’accesso umanitario ostacolato sia da blocchi artificiali che da sfide logistiche. Un’azione immediata per preposizionare le scorte è fondamentale per prevenire sofferenze umane di dimensioni senza precedenti.
Inoltre, le aree di intenso conflitto, tra cui alcune zone di Khartoum e Al Jazeera, potrebbero già essere in condizioni di carestia (IPC Fase 5). Tuttavia, la mancanza di dati affidabili o recenti da queste aree rende impossibile una conferma. Ciò sottolinea l’urgente necessità di ulteriori valutazioni per confermare l’entità della crisi e fornire l’assistenza umanitaria urgentemente necessaria.
Le agenzie esortano la comunità internazionale a dare priorità ai finanziamenti per gli sforzi umanitari e a sfruttare i canali diplomatici per garantire un cessate il fuoco e un accesso illimitato. È imperativo che tutte le parti in conflitto garantiscano un accesso sicuro, immediato e senza ostacoli alle aree classificate come IPC Fase 3 o superiore. Senza un’azione immediata, la crisi del Sudan rischia di aggravarsi ulteriormente nel 2025, mettendo a rischio altri milioni di persone.
“Una carestia prolungata sta prendendo piede in Sudan”, ha dichiarato il direttore del PAM per l’analisi della sicurezza alimentare e della nutrizione, Jean-Martin Bauer. “Le persone stanno diventando sempre più deboli e stanno morendo perché da mesi e mesi non hanno accesso al cibo. Il PAM sta facendo tutto il possibile per garantire un flusso costante di assistenza alimentare ai luoghi più affamati e difficili da raggiungere in Sudan. Adattiamo costantemente le nostre operazioni all’evolversi del conflitto, fornendo assistenza dove e quando possiamo. Ma i recenti progressi operativi sono fragili perché la situazione sul campo è instabile e pericolosa”.
“Il conflitto in corso, i continui sfollamenti e le ricorrenti epidemie di malattie hanno creato un pericoloso terreno di coltura per la malnutrizione in Sudan”, ha dichiarato Lucia Elmi, Direttore delle operazioni di emergenza dell’UNICEF. “Milioni di giovani vite sono in pericolo. La fornitura di cibo terapeutico, acqua e medicine salvavita può aiutare a fermare la crisi mortale della malnutrizione, ma abbiamo bisogno di un accesso sicuro, prolungato e senza ostacoli per raggiungere i bambini più vulnerabili e salvare vite umane.”
L’UNICEF e il PAM continuano a potenziare la loro risposta umanitaria in Sudan, concentrandosi sulle aree ad alto rischio con interventi integrati di salute, nutrizione, igiene, protezione sociale e sicurezza alimentare.
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