Varata la Finanziaria in Sicilia, le reazioni: esulta la maggioranza, critica l’opposizione

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Nel frattempo i deputati di ogni schieramento sottolineano i propri contributi al maxi-emendamento

Il varo della Finanziaria da parte dell’Ars con 39 voti favorevoli e 20 contrari viene commentato favorevolmente da parte della maggioranza di centrodestra che sostiene il governo guidato da Renato Schifani sottolineando come sia stato evitato per il secondo anno consecutivo l’esercizio provvisorio. Critiche sull’impianto della manovra vengono vengono invece sollevate dall’opposizione, anche se in molti sottolineano il proprio contributi al “maxi-emendamento” per singole misure.

Secondo il capogruppo del Pd Michele Catanzaro si tratta di una finanziaria «insufficiente, che non basta ad affrontare le emergenze della Sicilia ed a sostenere con misure adeguate i tanti settori in crisi. Il gruppo del Pd ha tenuto un atteggiamento di ferma responsabilità, siamo riusciti ad evitare di disperdere le risorse e abbiamo impedito che norme sostanziali venissero presentate direttamente in aula, dal momento che non erano state esaminate e valutate nelle commissioni. Abbiamo lavorato per inserire quantomeno alcune misure che riteniamo necessarie, ad iniziare dal finanziamento per il trasporto pubblico degli alunni e dei disabili, il potenziamento dei fondi per i Comuni, l’aumento della percentuale del bilancio regionale destinata al sostegno dei soggetti autistici. Abbiamo inoltre potenziato gli interventi previsti contro la crisi idrica sui quali comunque era necessario agire con maggiori strumenti, e inserito alcune misure utili a sostenere la crescita, come l’abbattimento degli interessi sui prestiti per l’acquisto di beni durevoli».

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Per il capogruppo del M5S all’Ars Antonio De Luca «la manovra è andata in porto in tempo grazie al comportamento responsabile delle opposizioni e nonostante il comportamento autolesionistico del governo, che ha fatto di tutto per sabotare la sua stessa manovra, a cominciare dall’avere messo in piedi una manovra piena di mini riforme e di norme ordinamentali che non sono certo da finanziaria. Troppe norme erano approdate nel maxiemendamento bypassando le commissioni e il dibattito d’aula, per fortuna siamo riusciti a sventare questa trappola, facendo sfoltire abbondantemente il testo». «Come al solito – dice De Luca – abbiamo cercato di migliorare la manovra con i nostri emendamenti, che comunque resta notevolmente insufficiente e priva di visione e rappresenta l’ennesima occasione sprecata per la Sicilia».

Stefano Pellegrino, presidente dei deputati regionali di Forza Italia, sottolinea invece che «l’approvazione della finanziaria entro il 31 dicembre è un risultato, di straordinario valore politico e amministrativo, e consente al governo regionale, agli enti locali e alle parti sociali di pianificare le loro attività in modo efficace, conoscendo in anticipo le risorse e gli strumenti a disposizione. Si tratta di un segnale chiaro di efficienza e responsabilità». “Il Presidente Schifani, l’assessore Dagnino e l’intero esecutivo, grazie anche all’egregio lavoro svolto dal Presidente dell’Assemblea Galvagno e dal Presidente della Commissione Daidone – aggiunge Pellegrino -, hanno saputo creare una sintesi che conferma la direzione politica di questa legislatura: attenzione alle famiglie e alle fasce sociali più deboli, attenzione per le necessità degli Enti locali, sostegno alle imprese e al mondo produttivo e stabilizzazione dei lavoratori precari».Positivo anche il giudizio di Giorgio Assenza, capogruppo all’Ars di Fratelli d’Italia: «la Finanziaria contiene misure importanti e molto attese a sostegno di imprese, famiglie ed enti locali e nel contrasto a grandi emergenze come la crisi idrica e la carenza di medici. Un risultato significativo, raggiunto con Fratelli d’Italia in prima linea e con un dialogo costruttivo tra le forze politiche presenti all’Ars grazie alla fondamentale opera di mediazione svolta dal presidente Gaetano Galvagno e alla collaborazione istituzionale con il presidente della Regione, Renato Schifani e con l’assessore all’Economia, Alessandro Dagnino». Assenza cita tra le norme approvate «i fondi per la mitigazione della crisi idrica, per i dissalatori e per gli impianti di depurazione e la misura a favore dell’inserimento dei disabili nel mondo del lavoro. I finanziamenti agevolati a fondo perduto previsti per l’innovazione produttiva, l’efficientamento energetico e l’aggregazione delle imprese; l’abbattimento degli interessi sui prestiti al consumo e le norme per gli enti locali che potranno usufruire di risorse contro il dissesto finanziario e di un apposito fondo per la progettazione in capo all’assessorato alle Infrastrutture».

Il leader di Sud Chiama Nord, Cateno De Luca, esprime un giudizio articolato, evidenziando sia i limiti che i segnali positivi emersi dal confronto parlamentare. «Questa legge di stabilità – dice – oggi sembra non essere responsabilità di nessuno. Noi, però, vogliamo essere chiari: in Commissione Bilancio ci siamo astenuti, ma non possiamo non riconoscere che alcune delle nostre proposte sono state accolte come l’incremento del fondo per la progettazione, essenziale per i comuni; la premialità per gli enti locali che migliorano la riscossione dei tributi; e il sostegno ai parchi archeologici. Certo, non possiamo dire che questa finanziaria contenga la visione strategica di quelle che sono le criticità della Sicilia, ma quantomeno alcune sollecitazioni sono riuscite a diventare proposte di legge. Abbiamo avuto la possibilità bipartisan di poter scrivere un pezzo di questa legge di stabilità, ma non possiamo ignorare l’assenza di una visione strategica chiara per affrontare le criticità strutturali della Sicilia. Mettere delle pezze non risolve i problemi di fondo».

Il gruppo della Democrazia Cristiana all’Ars mette in evidenza di «avere fatto approvare norme in favore dei lavoratori precari, dei soggetti più fragili, degli agricoltori che stanno attraversando una crisi senza precedenti legata alla siccità. Il governo e la maggioranza hanno dimostrato ancora una volta coesione, un segnale di serietà e di attenzione verso le esigenze dei siciliani».

Critico invece il deputato regionale del gruppo misto Ismaele La Vardera: «Ho deciso di non partecipare alla spartizione e trovo inaccettabile che si continui a dare fondi solo ai Comuni che hanno i ‘santi in paradisò. Ad esempio, Modica ha ricevuto 2 milioni di euro, mentre Agrigento – capitale della cultura – poco più di 400 mila. Questo è il problema: non tutti i Comuni beneficiano dei finanziamenti. È diventata quasi una caccia all’amico: sei mio amico? Bene, ecco a te i soldi. Proprio per questo ho deciso di non utilizzare in alcun modo il ‘tesorettò di 800 mila euro concesso a ogni deputato».Per la deputata regionale di Noi Moderati Marianna Caronia «la legge finanziaria approvata dall’Assemblea Regionale Siciliana rappresenta un passo importante per affrontare le sfide della nostra regione, con misure concrete per famiglie, lavoratori e cultura».COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA





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