Emergenza sovraffollamento nelle carceri in Toscana: Sollicciano è primo per autolesionismo

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di
Jacopo Storni

Il rapporto di Antigone: in Toscana i detenuti sono 3.270 ma i posti sono 2.613 (e 549 sono inagibili da mesi)

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Le carceri toscane continuano ad essere sovraffollate e questo costituisce uno dei problemi principali per chi vive e lavora tra le sbarre. L’ultimo rapporto dell’associazione Antigone relativo alla nostra regione riporta numeri chiari: su una capienza regolamentare di 3.162 detenuti, in Toscana sono recluse 3.270 persone.

Il tasso di sovraffollamento è dunque del 103 per cento, ma questo dato non tiene in considerazione i tanti posti letto non utilizzabili nei penitenziari toscani: sono infatti 549 i posti non agibili per cause varie. Così il tasso di sovraffollamento reale è molto più alto e sale al 124 per cento.




















































«In Toscana 549 posti detentivi non sono agibili — sottolinea Alessio Scandurra dell’associazione Antigone — di cui 211 a Livorno, 135 a Sollicciano e 85 ad Arezzo. Si tratta di tutte situazioni note, che si trascinano da molti anni e che, se fossero risolte, consentirebbero di ridurre significativamente il sovraffollamento a livello regionale. E intanto la situazione resta insostenibile per i detenuti e per chi in carcere ci lavora».

I numeri drammatici di Sollicciano

Secondo Scandurra, «la realtà più drammatica è sicuramente quella del carcere fiorentino di Sollicciano, dove non solo gli spazi ma anche le attività sono del tutto inadeguate e il personale in un reparto che abbiamo visitato è costretto a muoversi con le torce perché non funziona la luce elettrica».

Un problema, quello del sovraffollamento, che produce a cascata tutta una serie di altre complicazioni date dalle ristrettezze di spazi in cella e dal maggior numero di reclusi previsti.

Partendo proprio da Sollicciano, tra gli istituti più complicati d’Italia, su 497 posti disponibili, 135 quelli inagibili, i detenuti sono 535. E quindi non è un caso che il carcere fiorentino sia l’istituto di pena in cui a livello italiano si sono registrati più atti di autolesionismo: nel corso del 2022 si sono verificati 375 atti di questo genere, che corrispondono a una media di 75,6 atti di autolesionismo ogni 100 detenuti.

Carenze strutturali e alta conflittualità con gli agenti di polizia

«Si tratta di una struttura che presenta croniche carenze dal punto di vista edilizio (infiltrazioni, cedimenti strutturali, umidità, crepe e intonaco cadente), una popolazione straniera pari al 66% del totale e un’offerta trattamentale e lavorativa insufficiente ed inadeguata» si legge nel rapporto 2024 che Antigone ha presentato lo scorso 23 dicembre.

A proposito di lavoro, sempre secondo l’associazione, sono solo il 16,1% le persone coinvolte in attività lavorativa a Sollicciano e soltanto una persona si trova alle dipendenze di datori di lavoro esterni. Inoltre, Sollicciano è uno dei penitenziari dove è maggiore la conflittualità tra reclusi e agenti, il terzo in Italia per numero di aggressioni dopo la Casa circondariale di Caltagirone e quella di Augusta, entrambe in Sicilia.

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La situazione a Solliccianino

Spostandosi di pochi metri in linea d’aria, anche l’adiacente carcere a custodia attenuata Gozzini, denominato Solliccianino, è sovraffollato. Su una capienza regolamentare di 91 persone, ce ne sono dentro 105.

Il Don Bosco di Pisa e San Gimignano

Non bene neppure il Don Bosco di Pisa, dove su una capienza regolamentare di 197, i detenuti tra le sbarre sono ben 281. E poi San Gimignano: 243 è la capienza regolamentare, mentre i reclusi effettivamente presenti sono 317.

Prato, Siena e Massa

Male anche l’istituto di Prato con 614 detenuti a fronte di una capienza di 589. E poi Siena: 58 la capienza regolamentare, 74 i reclusi presenti all’interno.

E ancora Massa: 239 detenuti presenti su una capienza di 174. Vanno meglio, invece, le altre carceri della Toscana, dove il sovraffollamento non raggiunge il cento per cento.

Ma la situazione generale è negativa, e il tema del carcere sta diventando sempre più un’emergenza per il Paese. Non è dunque un caso che Papa Francesco abbia voluto passare il giorno di Santo Stefano nel carcere romano di Rebibbia, dove ha aperto la porta santa e dove ha celebrato la messa.


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28 dicembre 2024 ( modifica il 28 dicembre 2024 | 08:47)

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