Manovra, con il via libera definitivo dell’aula del Senato il provvedimento è legge. La manovra da 28,4 miliardi del governo di Giorgia Meloni prevede diverse novità, dal taglio del cuneo fiscale che diventa strutturale, con benefici per alcune fasce di reddito in busta paga, fino alle pensioni, con novità sia degli assegni sia delle forme per le uscite dal lavoro flessibili. Ma i cambiamenti riguardano tutti, dalle famiglie alle aziende fino ai lavoratori, dipendenti o autonomi che siano.
Taglio del cuneo fiscale
Confermate due misure già in vigore che diventano strutturali: il taglio del cuneo fiscale e l’Irpef a tre aliquote. La prima misura aiuta i lavoratori dipendenti con reddito fino a 20mila euro attraverso il riconoscimento di un bonus, mentre per chi guadagna fino a 40 mila euro si agisce attraverso una detrazione, che dunque ha carattere esclusivamente fiscale, con décalage al crecsere del reddito. Il beneficio Interesserà 1,3 milioni di lavoratori in più rispetto all’anno scorso perché la soglia di reddito prima si applicava solo fino a 35mila euro.
Irpef a tre aliquote
Capitolo Irpef: stabilizzate le aliqote su tre scaglioni, del 23% per i redditi fino a 28mila euro, del 35% per i redditi superiori a 28mila euro e fino a 50mila e del 43% per i redditi che superano 50mila euro. Le addizionali regionali e locali continueranno fino al 2027 ad essere applicate sui vecchi quattro scaglioni. Rinviato l’ulteriore taglio dal 35 al 33% dell’aliquota che coinvolge in prevalenza il ceto medio.
Flat tax e altre misure fiscali
Flat Tax per dipendenti e pensionati, sale da 30mila a 35mila euro il tetto di reddito da lavoro autonomo su cui si applica la tassa piatta del 15% o 5% per nuove attività. La tassa sulle criptovalute resta al 26%, salgono quelle su giochi e scommesse. Prorogati per tre anni anche la detassazione dei premi di produttività (dal 10% al 5%) mentre il tetto dei fringe benefit sale a 1.000 euro per tutti, 2.000 per chi ha figli. Importi maggiorati per i neoassunti che accettano di trasferirsi ad oltre 100 chilometri da casa. Sale dal 25 al 30% il limite di detassazione delle mance che i camerieri ricevono dai clienti. Arriva la proroga del fondo di garanzia per le Pmi. Previsto anche un Fondo con 3 milioni in 3 anni a sostegno delle imprese dell’indotto Ilva.
Le nuove detrazioni
Una spinta ai nuclei più numerosi e a quelli con redditi medio bassi. Anche grazie all’introduzione del quoziente familiare. La legge di Bilancio modifica in maniera strutturale il meccanismo delle detrazioni attraverso le quali gli italiani riducono le tasse da pagare. Con la manovra tuttavia il governo ha operato una stretta fissando un limite alle detrazioni per i redditi superiori a 75 mila euro. Penalizzato chi guadagna di più e chi non ha figli.
Se il reddito rientra nella fascia compresa tra 75 e 100mila euro, il tetto per le detrazioni viene stabilito a 14mila euro, se si hanno più di due figli a carico, o un figlio portatore di handicap. Se non si hanno figli, per effetto del meccanismo di quoziente familiare, la cifra va moltiplicata per un coefficiente dello 0,5 e dunque dimezzata a 7mila euro. Se si ha un figlio a carico il coefficiente da applicare è lo 0,7 dunque la somma sale a 9.800 euro e a 11.900 se si hanno due figli a carico. Per i contribuenti oltre 100mila euro di reddito il tetto con più di due figli a carico sarà di 8mila euro, che scende a 4mila euro senza figli a carico. Per le soluzioni intermedie si applicano questi coefficienti: 0,50 se nel nucleo non ci sono figli a carico; 0,70 in presenza di un figlio; 0,85 con due figli; 1 con più di due figli o almeno uno con disabilità.
La legge di Bilancio modifica le detrazioni fiscali con l’introduzione del cosiddetto quoziente familiare: più numerosi i componenti della famiglia e più basso il reddito, maggiori saranno gli spazi per detrarre. La misura penalizza ovviamente i single, le famiglie senza figli a carico e con redditi medio alti. Verranno invece agevolate le famiglie numerose con reddito inferiore a 50 mila euro lordi.
Bonus nuove nascite e le misure per le famiglie
Mille euro, una tantum, per ogni nuovo nato nei nuclei familiari con Isee inferiore a 40mila euro. È questa la misura per incentivare la natalità, chiamata “bonus nuove nascite”. Esteso a tutti il bonus nido (sempre per con Isee fino a 40mila euro) mentre si allargano i congedi parentali all’80%, per tre mesi invece degli attuali due. Per le attività extra scolastiche dei figli, la novità è il fondo “Dote famiglia” e riguarda i ragazzi dai 6 ai 14 anni in nuclei con Isee fino a 15mila euro.
Pensioni
Quota 103, Ape sociale e Opzione donna, ossia tre misure di flessibilità per l’uscita anticipata dal lavoro, vengono prorogate. Rafforzato il bonus Maroni per chi invece sceglie di restare al lavoro. Ma la vera novità dell’ultimo esame alla Camera riguarda chi ha cominciato a versare i contributi dal 1996 in poi e che potrà cumulare la previdenza obbligatoria e quella complementare per raggiungere un assegno pensionistico pari a tre volte il minimo, riuscendo ad anticipare la pensione a 64 anni. Allo stesso tempo però la soglia di contributi richiesti salirà, dal primo gennaio, da 20 anni a 25 per poi lievitare ulteriormente a 30 anni di versamenti dal 2030.
I bonus per la casa, dall’acquisto alle ristrutturazioni
Rinnovate fino al 2027 le agevolazioni sui mutui per l’acquisto della prima casa per gli under 36 e le giovani coppie. Il bonus ristrutturazioni e l’ecobonus restano al 50% per le prime case, scendono al 36% per le altre, con tetto a 96mila euro. Stesso schema anche per il sismabonus, senza tetto di spesa. Cambia il bonus elettrodomestici, con un contributo massimo del 30% del costo. Non potranno più essere portate in detrazione invece le caldaie a gas.
Aziende, Ires premiale per le imprese che reinvestono
L’Ires passa dal 24 al 20% per le imprese che mettano da parte almeno l’80% degli utili del 2024 e ne reinvestano in azienda almeno il 30% (e non meno del 24% degli utili del 2023). Ma a patto che l’investimento minimo sia di 20mila euro e venga effettuato in Italia entro la fine del 2025. Modifiche al piano Transizione 4.0: viene introdotto un meccanismo per chiudere l’accesso ai crediti d’imposta al superamento di un tetto fissato a 2,2 miliardi. Sono fatti salvi però gli investimenti (effettuati nel 2025 con coda al 30 giugno 2026) se “prenotati” con acconto di almeno il 20% entro la data di pubblicazione della legge di bilancio. Cambia anche Transizione 5.0, con l’innalzamento fino al 45% dell’aliquota per investimenti tra 2,5 e 10 milioni.
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