In centinaia a Udine per la camminata non violenta per “togliere il carcere dal cono d’ombra”. Intanto a Roma si dimette il capo del Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria

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E’ riuscita la a Udine la marcia nonviolenta per, si leggeva nella nota degli organizzatori “togliere il carcere dal cono d’ombra” La camminata di di solidarietà alla quale hanno partecipato centinaia di persone ha unito il centro città con il carcere di Via Spalato. La situazione delle carceri in Italia è terribile, fino ad oggi si sono verificati 83 suicidi di detenuti e sette di agenti di polizia penitenziaria. A Udine sono presenti oggi 180 detenuti, il doppio della capienza regolamentare. Una vergogna civile che mette a rischio il progetto di ristrutturazione che vuole creare nuovi spazi di socialità e favorire relazioni umane positive. Come promotori in una rete di solidarietà e di promozione del ripristino della legalità in carcere, si leggeva nella nota di promozione della manifestazione cammineremo con in mano una rosa bianca, simbolo di resistenza. Di fronte a questo dramma e al sovraffollamento che aggrava la condizione di vita quotidiana, si prevedono provvedimenti per aumentare reati e pene e addirittura si immagina di colpire la resistenza passiva e le azioni nonviolente per rivendicare i diritti fondamentali previsti dalla Costituzione. Amnistia e indulto, costituiscono un provvedimento indispensabile per riportare la legalità negli istituti penitenziari, insieme a una legge sul numero chiuso e la istituzione delle case di reinserimento sociale per eliminare la detenzione sociale e limitare il carcere ai gravi reati. Non sono mancati i commenti politici all’iniziativa: Ringrazio il garante dei detenuti Andrea Sandra per la riuscitissima manifestazione per le condizioni dei detenuti del carcere di Udine, che ha visto la partecipazione di diverse centinaia di persone e a cui abbiamo congiuntamente aderito. Questa la nota di Alleanza Verdi Sinistra che per bocca del consigliere Comunale Andrea Di Lenardo ha aggiunto: “Un segnale importante di umanità e un messaggio chiaro a un governo che sostiene, nella persona del sottosegretario di stato al ministero della giustizia Andrea Delmastro Delle Vedove (Fratelli d’Italia), che: “Far sapere ai cittadini come noi non facciamo respirare chi sta dietro quel vetro oscurato è sicuramente per il sottoscritto una intima gioia”.
Dichiarazione anche dalla responsabile Giustizia del Pd Debora Serracchiani: “Una marcia per la civiltà dentro e fuori il carcere, per ribadire che il disinteresse per le condizioni di vita negli istituti di pena è un’arma a doppio taglio, che prima o poi fa male a tutta la società. Le centinaia di persone che sono scese in strada chiedono che si metta fine alla vergogna di un sovraffollamento che a Udine raggiunge percentuali insostenibili e ostacola progetti di socialità. Chiediamo che sia sostenuto il lavoro del nuovo Garante dei detenuti e Andrea Sandra e l’impegno di Franco Corleone per attuare un ‘modello Udine’ che finalmente rispetti l’articolo 27 della Costituzione sulla rieducazione del condannato”. Questa la dichiarazione della deputata Pd che ha partecipato alla manifestazione organizzata per sensibilizzare la politica e l’opinione pubblica sulla situazione delle carceri e in particolar della struttura di via Spalato. Presenti altri esponenti del Pd tra cui la consigliera comunale Anna Paola Peratoner e la consigliera regionale Manuela Celotti. “Non smetteremo di ringraziare il personale che lavora nei penitenziari – ha aggiunto Serracchiani – in mezzo a tanti problemi, e non smetteremo di incalzare il ministro della Giustizia perché adotti misure immediatamente attuabili. Il Governo prenda atto del proliferare di patologie psichiche e organiche, si assuma la vergogna del crescente numero di suicidi”.

Intanto a Roma prendeva avvio il cambio al vertice proprio del Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria. L’attuale capo Giovanni Russo si è dimesso dall’incarico numero uno della gestione carceraria. La gestione di Russo è durata due anni esatti. Il magistrato, infatti, era stato nominato nel dicembre del 2022. Vicino alla corrente conservatrice di Magistratura indipendente, dal 2016 era procuratore aggiunto alla Dna e per alcuni mesi ne è stato il reggente, dopo il pensionamento del predecessore Federico Cafiero De Raho.  Al suo posto dovrebbe essere nominata la sua attuale vice del Dap Lina Di Domenico che prima ha lavorato alla procura di Napoli. Già magistrata di sorveglianza a Novara, Di Domenico ha già ricoperto l’incarico di numero due del Dap nel 2018 su incarico dell’allora ministro Alfonso Bonafede. È però considerata gradita ad Andrea Delmastro, sottosegretario alla Giustizia con delega al Dap. Ed è proprio l’esponente di Fdi che ci sarebbe dietro il passo indietro di Russo, secondo il sindacato di Polizia penitenziaria Sappe. “Tra Russo e Delmastro non era mai scattato quel feeling indispensabile tra politica ed amministrazione per lavorare insieme di pari passo”.

 

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