I botta e risposta feroci su Israele nel gruppo creato da Giannini. L’unanimità dei pareri raggiunta solo contro l’Autonomia, poi ha prevalso lo sfogatoio
E pure Bella chat, alla fine, è stata travolta dalla maledizione della Favola delle api. L’ha scritta Bernard de Mandeville, nel 1705. L’alveare prospera, sotto il tallone di un lavoro spietato, con pochi che si arricchiscono sfruttando i più, tra vizi, imbrogli, miserie, lussi e disperazione.
Eccola allora la rivoluzione dei probi: ora l’onestà regna, l’uguaglianza tra le api pure, ma, rapidamente, più nessuno fa nulla, tutto decade, l’alveare crolla. Avverte il filosofo: «Abbandonate dunque le vostre lamentele, o mortali insensati! Invano cercate di accoppiare la grandezza di una nazione con la probità. Occorre che esistano la frode, il lusso e la vanità, se noi vogliamo goderne i frutti».
Cinico e iperbolico, de Mandeville, ma sta di fatto che anche l’ultimo tentativo di far nascere l’Uomo Nuovo (o la Donna Nuova), con una chat creata da Massimo Giannini il 25 aprile scorso, ha fatto naufragio, sfregiato soprattutto, in conclusione, da liti feroci su Israele. È proprio il fondatore ad abbandonare la nave: «Amiche ed amici, con grande dispiacere e rammarico, vi informo che dopo quest’ultimo messaggio lascio questa chat. L’idea che l’aveva fatta nascere era un’altra, ma constato che nel tempo si è irrimediabilmente perduta, sicuramente anche per responsabilità di chi l’aveva lanciata. Per quanto mi riguarda, mi fermo qui». Ma insomma, che accidenti è successo?
La partenza era stata in grande spolvero. Un confronto per la democrazia e contro le tentazioni di rigurgiti neofascisti. Già si parlava di organizzare convegni, e c’era pure chi immaginava la nascita di un nuovo partito. Un migliaio di partecipanti, tanti nomi prestigiosi, non facile dire se con il ruolo di promotori o invece di semplici invitati. Carlo De Benedetti, Romano Prodi, Massimo D’Alema, Giuseppe Sala, Stefano Bonaccini, Pierluigi Bersani, Fausto Bertinotti, Walter Veltroni, Elsa Fornero, Sigfrido Ranucci, Corrado Formigli, Concita De Gregorio, Bianca Berlinguer, Donata Scalfari e tantissimi altri. A dire la verità già all’inizio gran parte dei nomi più noti si guardavano bene dall’intervenire.
E anzi, sconcertati dalla valanga di Bip! che inondavano i cellulari, in parecchi, con garbo, auguravano buon lavoro a tutti e si staccavano dalla chat. Anche perché l’unanimità si era raggiunta soltanto contro l’Autonomia differenziata, e per il resto l’effetto sfogatoio, pieno di frecciatine, non aveva faticato a prendere il sopravvento. Ed è vero anche che si trattava di una chat aperta, dove ognuno poteva invitare chiunque, l’amico, il vicino, il parente, e guai a dire di no alle masse. Ma va da sé che l’effetto stadio si moltiplica.
E quindi, dopo un po’ di complimenti reciproci, perché era proprio ora, c’era davvero bisogno che qualcuno alzasse la voce, si era rapidamente passati, come da tradizione, a discutere sulle colpe storiche di una sinistra che ha smarrito principi e ideali, per diventare piaciona e salottiera, se non affarista e attaccata alle poltrone.
Ma è soprattutto sulla tragica vicenda mediorientale che la chat è esplosa. David Parenzo contro le «teste di Gaza». Rula Jebreal pubblica foto di bambini palestinesi uccisi: «Ecco cosa vi dovrebbe offendere! Provate a misurare la vostra moralità e umanità». Tal Simone: «Lei mi ha dato del genocida e ora dovrei vergognarmi io». «Vergognati!». «Lei ci ha insultati tutti. Basta». Emanuele Fiano: «Io sono il presidente di Sinistra per Israele e sono stato accusato di essere “per il genocidio”, accusa infamante». Rula Jebreal: «C’è un ampio consenso popolare per il genocidio a Gaza». «Lei insulta. Ogni tanto chiedere scusa non è una vergogna. Ci provi». «Sostenere uno Stato che sta commettendo uno sterminio è direttamente proporzionale a sostenere lo sterminio». «Ma veramente non capisci il valore di quello che dici?». E addio al proposito della chat di stringere nell’angolo Giorgia Meloni.
Va da sé che basta, non poteva durare e forse, con il senno di poi, non doveva nemmeno cominciare. Anche l’ultima utopia, per quanto relegata nell’ambito virtuale di una chat, va in soffitta. L’aveva predetto Jean-Jacques Annaud, il regista del film Il nemico alle porte, sulla battaglia di Stalingrado. Eccolo il monologo del commissario politico, prima di morire vittima consapevole del proiettile del cecchino nazista: «Sono stato così sciocco Vassili. L’uomo sarà sempre l’uomo. Non esiste l’uomo nuovo. Con tanta fatica abbiamo provato a creare una società che fosse giusta, dove non c’è niente da invidiare al tuo compagno, ma ci sarà sempre qualcosa da invidiare: un sorriso, un’amicizia, qualcosa che non hai e di cui ti vuoi appropriare. In questo mondo ci saranno sempre i ricchi e i poveri. Ricchi di talento, poveri di talento. Ricchi d’amore, poveri d’amore».
***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****
Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link