Con la legge di bilancio, approdata al Senato, arrivano novità per le famiglie: nel computo delle detrazioni si terrà conto del numero dei familiari a carico. In pratica più numerosi sono i componenti della famiglia, maggiori sono gli spazi per le detrazioni fiscali. Vediamo come viene rimodulato il meccanismo delle detrazioni.
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La manovra 2025 ha ottenuto venerdì sera il via libera in prima lettura alla Camera con 204 sì, ed è stata quindi trasmessa al Senato, dove sarà annunciata in Aula a breve, in una seduta convocata alle 11, per poi passare alle commissioni che ne cominceranno l’esame. I lavori, dopo la pausa natalizia, riprenderanno il 27 dicembre e il percorso “blindato” della legge di Bilancio si concluderà con l’approvazione definitiva di Palazzo Madama prevista il 28 dicembre.
I due terzi del provvedimento, circa 18 miliardi, sono occupati dal taglio del cuneo fiscale per i redditi fino a 40mila euro, che diventa strutturale (interessando 14,3 milioni di lavoratori) e dal passaggio a tre aliquote dell’Irpef accorpando i primi due scaglioni.
Tra le novità che riguardano le famiglie, oltre a una ‘Carta per i nuovi nati’, che riconosce 1.000 euro ai genitori con Isee entro i 40mila euro, c’è stato un intervento anche sulle detrazioni fiscali Irpef, attraverso le quali i cittadini riducono le tasse da pagare: il governo ha previsto una stretta per i redditi oltre i 75mila euro e l’introduzione del cosiddetto quoziente familiare, per sostenere i nuclei più numerosi e quelli con redditi medio bassi. In pratica più numerosi sono i componenti della famiglia, maggiori sono gli spazi per le detrazioni fiscali. Non rientrano nel computo del tetto le spese sanitarie e le somme investite in start up e pmi innovative.
La misura, così per come è stata scritta, penalizza i single, le famiglie senza figli a carico e i redditi medio-alti. È pensata invece per agevolare le famiglie numerose con reddito fino a 50mila euro lordi.
Detrazioni fiscali 2025, le novità e il meccanismo del quoziente familiare
Con la manovra 2025 arriva quindi una stretta per i redditi più alti e viene introdotto un meccanismo di quoziente familiare: più numerosi i componenti della famiglia e più basso il reddito, maggiori saranno gli spazi per detrarre. Per i soggetti con reddito complessivo superiore a 75.000 euro gli oneri e le spese per i quali è prevista una detrazione dall’imposta lorda sono ammessi in detrazione fino a un ammontare calcolato moltiplicando l’importo base determinato in corrispondenza del reddito per il coefficiente indicato in corrispondenza del numero di figli.
L’importo massimo della detrazione sarà quindi modulato in base questi coefficienti:
- 0,50 se nel nucleo non ci sono figli a carico
- 0,70 in presenza di un figlio
- 0,85 con due figli
- 1 con più di due figli o almeno uno con disabilità.
Se il reddito è compreso tra 75 e 100mila euro, il tetto viene stabilito a 14mila euro, se si hanno più di due figli a carico, o un figlio disabile. Se non si hanno figli invece, per effetto del meccanismo del quoziente familiare, la cifra va moltiplicata per un coefficiente dello 0,5, e quindi risulterà dimezzata a 7mila euro.
Se si ha un figlio a carico il coefficiente da considerare è lo 0,7, e quindi la somma sale a 9.800 euro e a 11.900 euro se si hanno due figli a carico.
Per coloro che hanno un reddito superiore a 100mila, il tetto con più di due figli a carico sarà di 8mila euro. Scende invece a 4mila euro in assenza di figli. Se nel nucleo familiare non ci sono figli si applica il coefficiente dello 0,50. Con un figlio il coefficiente previsto è 0,70. Con due figli è 0,85. Sale 1 se ci sono più di due figli oppure se ce ne è uno con disabilità.
Quali spese sono escluse dal taglio delle detrazioni fiscali
Dal taglio delle detrazioni per i redditi sopra i 75mila euro sono escluse solo le spese sanitarie. Esclusi anche gli investimenti relativi a start up e a Pmi innovative. Sono state invece escluse dalla salvaguardia le imprese sociali e gli enti del Terzo settore.
Per quanto riguarda invece le detrazioni legate ai premi assicurativi e agli interessi passivi sui mutui prima casa, queste non saranno toccate dalla tagliola a condizione però che i contratti siano stati stipulati entro il 31 dicembre 2024. Se quest’ultima condizione è soddisfatta, si continueranno a detrarre gli interessi senza dover considerare i tetti massimi di cui abbiamo parlato prima.
A partire dal 2025, invece, tra le spese interessate dai tagli ci sono le spese di istruzione, sia universitaria che non universitaria, le spese in favore di ragazzi affetti da disturbi dell’apprendimento, le spese di manutenzione edilizia, e appunto i mutui prima casa.
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