Con l’arrivo del 2025, si prospetta una nuova sanatoria per le cartelle esattoriali. La cosiddetta “rottamazione quinquies” mira a correggere i problemi della versione precedente, introducendo importanti novità per chi è in debito con l’Agenzia delle Entrate. Ecco tutto ciò che devi sapere sulla proposta in discussione.
La rottamazione delle cartelle esattoriali rappresenta un’opportunità cruciale per i contribuenti italiani che desiderano regolarizzare la propria posizione debitoria con l’Agenzia delle Entrate. Con la possibile introduzione della rottamazione quinquies nel 2025, il governo intende risolvere le problematiche emerse dalla versione quater e ampliare le possibilità di accesso per i debitori. Se la proposta verrà approvata, sarà possibile includere cartelle esattoriali più recenti e adottare un piano di rateizzazione meno rigido e più accessibile.
In questo articolo esploriamo le principali differenze tra la vecchia rottamazione quater e la proposta per il 2025, evidenziando i vantaggi e le novità che potrebbero entrare in vigore.
La rottamazione quater: cosa non ha funzionato
La rottamazione quater, introdotta nel 2023, è stata caratterizzata da un sistema rigido e da criticità che hanno limitato il successo della misura. Le domande si sono chiuse il 30 giugno 2023 e i contribuenti dovevano scegliere quali cartelle rottamare tra quelle affidate all’Agente della Riscossione fino al 30 giugno 2022.
La possibilità di pagamento era suddivisa tra unica soluzione, entro il 31 ottobre 2023, o rateizzazione in un massimo di 18 rate trimestrali fino al 2027. Tuttavia, il sistema ha evidenziato diverse difficoltà: la rigidità delle scadenze, l’onerosità delle prime rate (pari al 20% del debito totale) e la decadenza immediata dal beneficio in caso di mancato pagamento.
Le somme già versate venivano considerate solo come acconto, riportando il debito al valore originale in caso di decadenza, comprensivo di sanzioni e interessi. Questi aspetti hanno reso la rottamazione quater difficile da sostenere per molti contribuenti, soprattutto per chi aveva debiti di grande entità.
Rottamazione quinquies: le novità proposte
La rottamazione quinquies, sostenuta dalla Lega e in discussione per il 2025, mira a superare le criticità della versione precedente, introducendo significative migliorie. Una delle novità principali riguarda l’estensione del periodo di ammissibilità: si potranno rottamare cartelle esattoriali affidate all’Agente della Riscossione tra il 1° luglio 2022 e il 31 dicembre 2023, includendo quindi debiti più recenti. Restano escluse solo le cartelle affidate nel 2024 e nel 2025. Un altro aspetto fondamentale è il nuovo piano di rateizzazione, che prevede fino a 120 rate mensili (10 anni) anziché 18 rate trimestrali. La prima scadenza sarebbe fissata al 31 luglio 2025, con possibilità di pagare in unica soluzione o avviare il piano mensile successivo. Inoltre, verrebbe introdotto un sistema di tolleranza che consente ai contribuenti di saltare fino a 8 rate non consecutive senza perdere i benefici della sanatoria. Solo al mancato pagamento di 9 rate si rischierebbe la decadenza.
Vantaggi della nuova rottamazione quinquies
La nuova proposta si distingue per un approccio più flessibile e inclusivo. Tra i principali vantaggi:
- Rateizzazione più lunga e accessibile: con un piano mensile fino a 10 anni, anche i debiti più gravosi possono essere gestiti più facilmente.
- Estensione delle cartelle ammissibili: includendo quelle affidate fino a fine 2023, aumenta il numero di contribuenti che possono aderire.
- Maggior tolleranza sulle scadenze: la possibilità di saltare fino a 8 rate rende il sistema meno punitivo e più sostenibile per i debitori in difficoltà.
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La legge sul diritto d’autore art. 70 consente l’utilizzazione libera del materiale laddove ricorrano determinate condizioni: la citazione o riproduzione di brani o parti di opera e la loro comunicazione al pubblico sono liberi qualora siano effettuati per uso di critica, discussione, insegnamento o ricerca scientifica entro i limiti giustificati da tali fini e purché non costituiscano concorrenza all’utilizzazione economica dell’opera citata o riprodotta.
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