Derby a caro prezzo: Il Cosenza puntava ai 50 euro per le curve, ma il caos costringe al dietrofront

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Il derby tra Cosenza e Catanzaro non è soltanto una partita di calcio. È una sfida intrisa di storia, rivalità e passione che coinvolge intere comunità e genera un’attenzione unica nel panorama della Serie B. Tuttavia, a pochi giorni dal match in programma il 26 dicembre, il dibattito non è incentrato sulle tattiche o sui protagonisti in campo, ma su una questione di grande imbarazzo, riportata oggi da TifoCosenza.it: il tentativo del Cosenza Calcio di fissare i prezzi dei biglietti delle curve a 50 euro. Una scelta che ha sollevato un’ondata di polemiche, tanto da costringere la società a fare un passo indietro.

Questo episodio, oltre a mettere in evidenza le difficoltà economiche della società rossoblù, ha aperto una riflessione più ampia sulle dinamiche del calcio moderno, dove la passione dei tifosi rischia sempre più spesso di essere sfruttata a fini economici.

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Il caro biglietti: una scelta inaccettabile

Il Cosenza Calcio, alle prese con una situazione finanziaria critica, ha cercato di utilizzare il derby contro il Catanzaro per generare introiti straordinari. La decisione di fissare il prezzo dei biglietti delle curve a 50 euro, quasi il triplo rispetto al costo abituale, è stata dettata dalla necessità di far fronte ai debiti accumulati dal club. Secondo quanto riportato da TifoCosenza.it, l’idea iniziale era quella di sfruttare l’alta domanda per una partita di grande richiamo, che avrebbe sicuramente attirato non solo i tifosi locali ma anche i molti fuori sede tornati per le festività natalizie.

Fonti interne al club indicano che la nuova amministratrice delegata, Rita Rachele Scalise, abbia dovuto affrontare una situazione economica estremamente complessa. Nominata in sostituzione dell’avvocato Roberta Anania, la Scalise si è trovata a gestire una montagna di debiti, che ha portato il club a scelte controverse come quella del caro biglietti. Tuttavia, la proposta ha immediatamente generato un forte dissenso sia tra i tifosi che all’interno dello stesso club.

La reazione dei tifosi e il rischio per l’ordine pubblico

L’annuncio dei prezzi ha scatenato una vera e propria rivolta tra i tifosi rossoblù. Gli ultras, storicamente vicini alla squadra ma anche estremamente critici nei confronti della gestione societaria, hanno subito annunciato l’intenzione di disertare la partita. Non solo: era stata organizzata una protesta simbolica davanti ai cancelli dello stadio “Gigi Marulla”, prevista per il giorno della partita.

Il passaparola si è rapidamente diffuso, coinvolgendo anche i social media e attirando l’attenzione di molti appassionati di calcio. La possibilità di una massiccia protesta ha messo in allarme le autorità competenti, preoccupate per la gestione dell’ordine pubblico. La rivalità tra Cosenza e Catanzaro, già accesa sul campo, rappresentava un ulteriore elemento di rischio, soprattutto considerando che la trasferta era vietata ai tifosi giallorossi.

A complicare ulteriormente la situazione, il malcontento si è diffuso anche tra i cittadini e le istituzioni locali. Il presidente del Consiglio comunale di Cosenza, Giuseppe Mazzucca, ha preso in mano la questione, intrattenendo colloqui con la Scalise e cercando di convincerla a rivedere la decisione.

L’intervento decisivo delle autorità di sicurezza

La svolta è arrivata nella serata di venerdì 20 dicembre, quando gli organi responsabili della sicurezza hanno preso posizione. Secondo quanto emerso, il rischio di tensioni e disordini era considerato troppo alto. Le autorità hanno quindi “intimato” alla società di riportare i prezzi dei biglietti a livelli abituali, pena la possibilità di disputare la partita a porte chiuse. Una prospettiva che avrebbe avuto conseguenze disastrose per il club, sia in termini economici che di immagine.

Di fronte a questa pressione, il Cosenza Calcio ha fatto marcia indietro. I prezzi sono stati abbassati, prima a 30 euro e poi ai livelli standard, con un comunicato ufficiale che ha cercato di smorzare le polemiche. Tuttavia, il danno ormai era fatto.

Un imbarazzo che si estende al mondo del calcio

La vicenda non si è limitata a suscitare polemiche a livello locale. Nel giro di poche ore, il caso è diventato un argomento di discussione anche negli ambienti calcistici nazionali. La scelta del Cosenza di aumentare i prezzi in modo così sproporzionato è stata percepita come un gesto di scarsa sensibilità nei confronti dei tifosi, soprattutto in un periodo delicato come quello natalizio.

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Secondo molti, la mossa del club rappresenta un esempio di come il calcio moderno rischi di alienare i propri sostenitori. L’idea di sfruttare la passione dei tifosi per compensare le difficoltà economiche del club è stata ampiamente criticata, evidenziando la necessità di un approccio più rispettoso e sostenibile.

Un segnale della crisi finanziaria del club

Al di là delle polemiche immediate, il caso del caro biglietti mette in luce i problemi strutturali che affliggono il Cosenza Calcio. La crisi finanziaria del club, ben nota agli addetti ai lavori, è stata ulteriormente aggravata da una gestione poco chiara e da scelte strategiche discutibili. L’arrivo della Scalise, sebbene accolto con speranza, non sembra aver ancora portato i risultati sperati.

La decisione di trasferire la sede del club nel centro città, simbolo di una nuova fase gestionale, non ha contribuito a risolvere i problemi economici. Anzi, episodi come quello del caro biglietti rischiano di allontanare ulteriormente i tifosi, creando un clima di sfiducia che potrebbe avere ripercussioni anche sul piano sportivo.

Un’occasione persa per il calcio locale

Il derby tra Cosenza e Catanzaro rappresenta da sempre un momento di grande festa e aggregazione per le due comunità. Tuttavia, episodi come quello del caro biglietti rischiano di rovinare l’atmosfera, trasformando una partita storica in un’occasione di polemica e divisione.

La decisione del club di tornare sui propri passi è stata accolta con sollievo, ma il danno d’immagine è ormai fatto. Il calcio, soprattutto a livello locale, ha bisogno di ritrovare un legame autentico con i propri tifosi, evitando di trasformare la passione in un semplice strumento di profitto.

Il caso del caro biglietti per Cosenza-Catanzaro dovrebbe rappresentare un monito non solo per il club rossoblù, ma per tutto il calcio italiano. In un momento in cui la crisi economica colpisce duramente le famiglie, è fondamentale che le società sportive adottino un approccio più etico e responsabile, valorizzando il rapporto con i tifosi e promuovendo un modello di gestione sostenibile.

Il derby del 26 dicembre sarà, come sempre, una sfida accesa e combattuta. Ma il vero obiettivo, per il Cosenza, dovrà essere quello di riconquistare la fiducia dei propri sostenitori, dimostrando che il calcio può ancora essere un momento di gioia e condivisione, e non solo un’opportunità di guadagno.

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