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Benedetta Del Re
Il progetto Challenge, promosso dalla coalizione Azione TerrAE, ha concluso un’importante mappatura delle buone pratiche di transizione agroecologica in Italia e a livello internazionale. L’obiettivo principale è stimolare la creazione di una rete di pratiche virtuose, promuovendo l’economia di cibo equo e sostenibile, facilitando anche il dialogo tra gli attori del sistema agroalimentare.
Progetto Challenge
In cosa consiste?
La mappatura è stata realizzata nell’ambito del progetto CHALLENGE, un’iniziativa che si chiama all’azione per un cambiamento agroecologico locale e nazionale. Questo progetto è stato promosso dall’Agenzia italiana per la cooperazione allo sviluppo e guidata da Deafal. L’iniziativa affronta questioni cruciali come i cambiamenti climatici e gli impatti antropici sugli ecosistemi, coinvolgendo cittadini e istituzioni in un percorso verso un futuro più sostenibile. Grazie a una “chiamata” rivolta a realtà italiane ed estere, sono state mappate ventotto buone pratiche provenienti da tutto il mondo, di cui dieci in Italia e diciotto in quindici paesi esteri.
Buone pratiche:
Lombardia: “Filiera degli 11 Grani”
Una delle pratiche più rappresentative è la Filiera degli 11 grani, sviluppata dal Distretto di Economia Solidale Rurale del Parco Agricolo Sud Milano. Questa iniziativa promuove la produzione di pane a partire da coltivazioni biologiche di undici varietà tradizionali di semi. Avviata nel 2010, la filiera è frutto di un percorso partecipativo che coinvolge agricoltori, panificatori e consumatori, contribuendo a riavvicinare la campagna alla città e a generare biodiversità.
Sardegna: “Mesa Noa”
Dalla Sardegna arriva l’esperienza della cooperativa Mesa Noa, fondata nel 2019 a Cagliari. Questa cooperativa gestisce il primo emporio autogestito della regione, dove oltre quattrocento soci si occupano della vendita e organizzazione. Grazie al risparmio generato, i membri possono offrire prodotti di qualità a prezzi competitivi, garantendo un giusto compenso ai produttori locali.
Trentino: “Agroecologia a Montagna”
L’azienda agricola La Fonte in Trentino presenta la pratica Agroecologia in montagna, che affronta il recupero dei terreni abbandonati attraverso un approccio sistemico che integra agricoltura, allevamento e raccolta di piante spontanee. Inoltre, l’azienda promuove reti locali e offre formazione ai giovani su alimentazione sana.
eSwatini: “Contadine protagoniste”
Un’altra pratica significativa è quella presentata da COSPE in eSwatini, intitolata “Contadine Protagoniste”. Questo progetto integra empowerment di genere e sovranità alimentare, sviluppando la capacità delle comunità di rispondere ai cambiamenti climatici attraverso approcci innovativi basati sul recupero dei saperi locali.
Burkina Faso: “Recupero delle Conoscenze Tradizionali”
Dall’Africa occidentale, ACRA presenta la pratica “Recupero delle conoscenze tradizionali della Cassa Nigricans”. Questo progetto valorizza una specie locale per la produzione di biopesticidi, contribuendo alla trasformazione del sistema agro-alimentare attraverso un approccio che considera aspetti ambientali e socio-culturali.
Perù: “Circolando in Amazzonia”
Dal Perù arriva il progetto “Circolando in Amazzonia”, presentato da Terra Nuova. Questo modello di economia circolare si concentra sulla valorizzazione dei prodotti locali per promuovere diete sane e nutrienti, sfruttando anche le potenzialità dell’ecoturismo.
Senegal: “Produzione Biologica del Fonio”
Infine, dal Senegal si segnala la buona pratica della Produzione biologica del Fonio, presentata da una rete locale di produttori. Questa iniziativa promuove la produzione e commercializzazione di un cereale tradizionale, con particolare attenzione al ruolo delle donne nella gestione delle risorse agricole.
Progetto Challenge
Coinvolgimento collettivo
La varietà delle pratiche mappate dimostra che la transizione agroecologica non riguarda solo organizzazioni specializzate, ma coinvolge una rete ampia di soggetti sociali che si sviluppano attorno al cibo. Come afferma Giorgio Menchini, portavoce di Azione TerrAE, queste esperienze confermano l’importanza del coinvolgimento collettivo nella costruzione di un sistema agroalimentare più giusto e sostenibile.
Per saperne di più sul progetto
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