Venture capital, i settori dove i fondi hanno investito di più nel 2024

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In quali settori hanno investito di più le società di venture capital nel 2024? Lo rivela un rapporto stilato da Hillside Enterprises, fondo con sede a Dubai dedicato allo sviluppo di imprese innovative e progetti digitali tecnologici. I dati raccolti vanno da gennaio a novembre (con una proiezione per il mese conclusivo dell’anno in vista del 2025) e segnalano quali rami hanno attratto i maggiori livelli di investimento da parte di VC nel 2024.

 

Venture capital, i settori privilegiati dai fondi nel 2024

Il software business, in particolare l’enterprise software, è l’industria destinata a ricevere il maggior numero di investimenti nel 2024 con 76,6 miliardi di dollari. Il segmento dei software aziendali (un giro d’affari che Precedence Research stima a livello globale in 251 miliardi) è anche quello che ha registrato il secondo maggior numero di round di finanziamento con un totale di 2.753 offerte.

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Al secondo posto c’è la health industry, l’industria sanitaria: sono 60,4 miliardi i dollari investiti fino ad oggi nel settore. Il Fintech occupa il gradino più basso del podio con 31,1 miliardi di dollari investiti finora nel 2024. In totale, l’indagine di Hillside Enterprises conta 304,5 miliardi di dollari di investimenti complessivi nel 2024, destinati in proiezione a superare i 326 miliardi del 2023 entro la fine dell’anno arrivando a 344 miliardi. Il record di investimento rimane quello del 2021 con 723 miliardi.

Quanto ai nuovi round di finanziamento, nel 2024 se ne contano per 79,8 miliardi di dollari nel primo trimestre, 85 miliardi nel secondo e 72,8 nel terzo. La maggior parte sono mega round e mega+. Stati Uniti, Cina e Regno Unito sono i Paesi che a livello globale guidano la classifica degli investimenti di venture capital negli ultimi anni. Nel 2024 gli investimenti statunitensi sono stati di 128,8 miliardi di dollari, quelli cinesi di 29,3 miliardi e quelli britannici di 12,4 miliardi. Completano la Top 10 l’India, la Germania e la Francia (uniche nazioni dell’Unione europea), il Canada, la Corea del Sud, il Giappone e Singapore.

La Top 10 degli ecosistemi dell’innovazione è ancora dominata dagli Stati Uniti con la Bay Area, ma l’UE piazza al secondo posto New Palo Alto, il cluster di città europee entro un raggio di cinque ore di treno da Londra, da Edimburgo ed Amsterdam a Berlino e Parigi. Gli hub rising stars, ovvero gli astri nascenti che beneficiano della globalizzazione del venture capital, dei team distribuiti e della presenza di investitori locali che si trovano nelle fasi iniziali di sviluppo, sono soprattutto nei BRICS e nelle economie emergenti: Curitiba e Belo Horizonte in Brasile, Bangalore, Mumbai e Pune in India, in Europa Wrocław in Polonia e Tallinn in Estonia.

 

 

L’Italia e il CVC nel 2024: gli investimenti in innovazione

Una fotografia della situazione italiana nel 2024 è fornita dai dati del nono Osservatorio sull’Open Innovation e il Corporate Venture Capital Italiano, promosso da InnovUp – Italian Innovation & Startup Ecosystem e Assolombardia con la partnership scientifica di InfoCamere e degli Osservatori Digital Innovation del Politecnico di Milano e con il supporto di Piccola Industria Confindustria e dell’area Politiche per il digitale e filiere, scienza della vita e ricerca di Confindustria con Fondazione MAI.

L’investimento totale delle corporate italiane in start-up nazionali ed internazionali è di 313 milioni di euro, a fronte dei 108 milioni del 2023: l’incremento è del 190% contro un incremento complessivo del 32%. Tuttavia, appena il 20% delle principali 50 società italiane ha un fondo CVC, una percentuale che sale al 36% per quelle che investono in start-up. Nel periodo da gennaio a settembre, si contano 84.000 investitori complessivi in start-up e PMI innovative, di cui il 17,4% del totale soci corporate pari a 14.600 organizzazioni: di queste, la maggioranza è composta da società di capitali per un totale di 13.800 aziende.

Fino ad inizio settembre i CVC sono investiti nel capitale di 4.006 start-up e di 1.252 PMI, per un totale di 5.258 imprese (soprattutto realtà di piccole dimensioni appartenenti ai servizi) che generano 5,3 miliardi di euro di ricavi, ossia il 47,2% del totale delle 15.900 imprese innovative italiane. Tra le aziende spiccano le corporate che nel 2024 hanno investito i loro 313 milioni in start-up hi-tech, pari al 21% del totale degli investimenti registrati nell’anno in VC.

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L’Osservatorio segnala ancora un forte divario tra Nord e Sud nella distribuzione geografica degli investimenti: se il numero di start-up e piccole e medie imprese innovative cresce al Meridione e nelle isole, quasi la metà dei soci aziendali, pari al 47,8%, è concentrata nel Nord-Ovest. Il dato di Sud, Sicilia e Sardegna è un modesto 12,2%. L’ecosistema innovativo più maturo d’Italia rimane quello della Lombardia con quasi la metà delle oltre 4.300 imprese innovative partecipata da investitori specializzati o corporate per più di 2,5 miliardi di euro di ricavi e un fatturato che supera i 3,7 miliardi di euro. Il numero di investitori di grandi dimensioni è cresciuto del 13,5% rispetto al 2023.

“La Lombardia conferma il suo ruolo di modello di riferimento e motore dell’innovazione italiana”, sottolinea Federico Chiarini, vicepresidente con delega alle start-up e presidente del gruppo giovani imprenditori di Assolombarda. “Ciò che distingue la Lombardia è la maturità del suo ecosistema: quasi la metà delle imprese innovative ha già attirato investimenti da parte di aziende o investitori specializzati – aggiunge Chiarini –. I dati, poi, mostrano una crescita particolarmente significativa del numero di investitori di grandi dimensioni, a dimostrazione di un crescente interesse verso l’innovazione e di una convergenza significativa: le start-up più innovative e inclini al cambiamento incontrano le imprese più strutturate, maggiormente in grado di indirizzare la loro crescita, grazie a risorse e competenze avanzate”.





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