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TRENTO. L’emendamento presentato e poi ritirato, dopo le proteste avanzate dall’opposizione in Consiglio Provinciale e dalle associazioni ambientaliste e le successive dichiarazioni di Roberto Paccher hanno scatenato la reazione di Wwf, Enpa Odv e Lipu del Trentino, che hanno deciso di replicare punto per punto a quanto affermato dal consigliere leghista.
L’esponente del Carroccio, assieme alla collega Vanessa Masè, aveva infatti chiesto di consentire la caccia ai cervi in macchina sulle strade forestali di arroccamento e, dopo il ritiro dell’emendamento si era detto “indignato dalla speculazione fatta sull’argomento” e “non ci si vede niente di male, le strade costruite per essere usate”, aggiungendo di non condividere “la battaglia che va a discriminare i cacciatori che sono custodi del territorio e meritano rispetto” (QUI ARTICOLO).
A stretto giro di posta è arrivata dunque la replica delle tre associazioni che, sintetizzando il concetto, sostiene che “o il consigliere (in buona fede) non conosce la normativa vigente, oppure vuole fornire ai lettori una visione non corrispondente alla realtà dei fatti. In entrambi i casi reputiamo la cosa grave”.
“In merito alle recenti dichiarazioni del Consigliere Roberto Paccher – scrive l’associazione ambientalista –, secondo cui i cacciatori sarebbero oggetto di discriminazione, ci sentiamo in obbligo nel replicare. Affermare che i cacciatori siano penalizzati appare quanto meno paradossale, considerando i privilegi che questa categoria gode. I cacciatori, infatti, possono prelevare fauna selvatica, un patrimonio che appartiene a tutti i cittadini e che la Legge 157/’92 definisce bene indisponibile dello Stato; in virtù di ciò sarebbero discriminati?”
“I cacciatori possono già accedere alle strade forestali normalmente chiuse al transito – prosegue WWF, Enpa Odv e Lipu – per recuperare le spoglie del cervo abbattuto; lo possono fare loro e non altre categorie di cittadini, magari animati da passioni differenti. In virtù di ciò chi sarebbero i discriminati? Questi benefici rappresentano un trattamento di favore, non certo una discriminazione. La caccia non è un diritto universale, ma un’attività regolamentata che comporta concessioni specifiche. Definire discriminatorio un sistema che già avvantaggia chi sceglie di praticare questa attività appare una forzatura. Piuttosto, sarebbe opportuno chiedersi se tali privilegi siano giustificati in rapporto agli interessi collettivi, alla tutela ambientale e alla sicurezza pubblica”.
“Il Consigliere Pacher – così si conclude la nota ufficiale – afferma che le considerazioni ostacolanti l’emendamento in questione sono dovute a: “scarsa conoscenza della materia perché una preda pesa oltre 1,5 quintali”. Dunque qui ci si pone davanti ad un dilemma consistente in due possibilità: che in buona fede il Consigliere non conosca la normativa vigente (LP n° 11 del 23 maggio 2007, art. 28, comma 4) per la quale il cacciatore che ha abbattuto un cervo può già recuperarlo con un mezzo motorizzato su qualsiasi tipologia di strada forestale esso si trovi (anche se chiusa da stanga forestale, per esempio) purché informi il guardiacaccia di zona o la Stazione Forestale competente per territorio; oppure che voglia fornire ai lettori una visione non corrispondente alla realtà dei fatti; in entrambi i casi reputiamo la cosa grave. Invitiamo quindi a un dibattito più obiettivo e basato sui fatti, evitando retoriche fuorvianti che rischiano di polarizzare l’opinione pubblica. E rincuoriamo tutti: la montagna “ha le spalle grosse”, non ha bisogno di cacciatori e la mancanza di questi non porterà alla morte di nessuno (anzi…)”.
La vicenda aveva fatto parecchio “rumore” e anche la Sat, Società degli Alpinisti Tridentini, aveva seguito con attenzione lo sviluppo della manovra e in particolare le modifiche alla disciplina relativa alla circolazione dei veicoli a motore su sentieri e mulattiere “apprezzando il ripensamento del Consiglio Provinciale, che ha visto il ritiro degli emendamenti e sia stata riconosciuta, come da normativa e da buon senso, l’importanza della tutela e la relativa fragilità dell’ambiente, della rete sentieristica e della rete viaria forestale”.
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