La piscina comunale di Latina… e con essa l’inevitabile concessione – AlessioPorcu.it

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Ponti d’oro a chi vuole gestire l’impianto, perché l’alternativa è solo un bagno di sangue economico per il Comune

Una discussione lunga, lunga in Consiglio comunale sulla gestione di una piscina che ancora non c’è, nel senso che i lavori di ristrutturazione sono terminati ma mancano i permessi. Quindi? Una guerra simile a quella tra inglesi e borbonici per l’isola Ferdinandea, la vasta piattaforma rocciosa ampia appena quattro chilometri nel canale di Sicilia, nata da un’eruzione vulcanica sottomarina; scomparve definitivamente pochi mesi dopo essere apparsa. Ma nel frattempo le due Marine si scontrarono per averne il predominio. Effimero.

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Il Consiglio

Il confronto è avvenuto nelle ore che precedono il rompete le righe per il Natale: il 23 dicembre. Un dibattito fiume incentrato su vari temi cruciali per Latina, tra cui spiccava anche la discussione sulla piscina comunale. C’è stato un acceso confronto tra maggioranza e opposizione: al termine del quale l’amministrazione della sindaca Matilde Celentano ha approvato il piano economico-finanziario e l’addendum relativo all’impianto. “Un atto necessario per restituire alla comunità una struttura moderna e funzionante” ha detto in sostanza la sindaca.

In pratica, si va verso la riapertura imminente della piscina “open”. Ci sarà un pallone pressostatico a fare da copertura durante l’anno: verrà rimosso con l’arrivo della bella stagione ed i nuovi spogliatoi garantiranno un utilizzo autonomo della piscina scoperta in tutte le stagioni. L’amministrazione prevede il ritorno delle competizioni sportive e delle attività per il pubblico, mentre si attende la manutenzione straordinaria della piscina coperta.

Abbiamo affrontato di petto una situazione complessa, ereditata da anni di mancata manutenzione” ha aggiunto la sindaca, riferendosi alla chiusura per inagibilità dell’impianto di via dei Mille. Celentano ha respinto le critiche sull’aumento delle tariffe, definendolo marginale: “Si tratta di un euro in più dopo 15 anni. Il contratto con il concessionario scade nel 2037, e non vi erano basi giuridiche per una risoluzione.”

Le Critiche dell’Opposizione

Valeria Campagna

Dura la replica della capogruppo del Pd Valeria Campagna: ha criticato il processo decisionale, accusando la maggioranza di arroganza e disprezzo per i diritti delle associazioni sportive locali. I 12 emendamenti presentati dal Pd per garantire pari opportunità sono stati tutti respinti, insieme ai 7 proposti dai civici di Latina Bene Comune. “La gestione della piscina comunale rappresenta l’ennesima dimostrazione di come si preferiscano gli interessi privati a scapito di quelli collettivi,” ha dichiarato la Campagna.

La consigliera ha evidenziato il rischio di un regime monopolistico, l’aumento delle tariffe per le associazioni sportive e la mancanza di agevolazioni per attività dedicate alle persone con disabilità. Inoltre, ha sottolineato che i risparmi derivanti dai lavori di efficientamento, finanziati con il Pnrr, non sono stati inclusi nel piano economico-finanziario.

La seduta, durata fino a tarda notte, ha visto momenti di forte tensione. Campagna ha denunciato atteggiamenti irrispettosi da parte della maggioranza, definendoli “inaccettabili” per un luogo istituzionale. “Comportamenti come risatine, prese in giro e battute sarcastiche ledono la dignità di chi rappresenta i cittadini” ha affermato abbandonando l’aula.

Concedere ad un privato

A prescindere dalle posizioni politiche ci sono alcune evidenze. Gestire una piscina ha costi abnormi (quando la gestiva direttamente il Comune era una delle voci di uscita più rilevanti), ritorno economico incerto e non credo esiste un impianto pubblico dove fare anche le gare che porti profitti. È un miracolo tenere questo impianto aperto, dare un servizio.

La concessione al privato è un modo per il Comune di evitare un bagno di sangue economico. La discussione in consiglio comunale durata 7 ore (quanta retorica si potrebbe evitare non ha torto Maurizio Galardo quando in Aula dice “guardate che i voti stanno fuori di qui” e quindi intervenire per intervenire non serve).

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La piscina non è una slot machine che produce vantaggio per il banco. La piscina è un servizio su cui si può ragionare su come ridurre i costi non certo definire profitto. I problemi si comprendono se ne comprendiamo la portata economica.

Chi dovrà usarla

Maurizio Galardo

Chi deve usare la piscina? Facile dire tutti, ma la condizione è come il santo sepolcro in Terra Santa che le varie confessioni cristiane si sono diviso nel corso delle 24 ore ma continuano a litigare e in gioco c’è la fede e non il denaro. Se hai definita la questione allora potrai ridurre i guai che sono destinati a restare.

Ponti d’oro a chi vuole gestire la piscina, l’alternativa è un bagno di sangue economico per il Comune. Il resto è fuffa e, per dirla alla Galardo, prendersi una scena senza voti, come prendersi la piscina comunale senza profitti.

Comunque la maggioranza ha approvato la concessione, come dire: tanto tempo per l’unica cosa possibile (forse non la più giusta ma possibile).

(Foto di copertina © DepositPhotos.com)



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