Il primo pezzo che ho scritto nel 2024 porta la data del primo gennaio e parla degli stupri etnici in corso in Sudan, paese africano che dal 15 aprile 2023 è attraversato da violenti combattimenti. La guerra per il controllo delle basi militari e di altre località strategiche come i ponti sul Nilo, hanno provocato gravi carenze di cibo, acqua ed elettricità, e lo sfollamento dei civili continua da allora. Molteplici epidemie hanno aggravato ulteriormente la precaria situazione umanitaria del Sudan, che l’Agenzia delle Nazioni Unite per i Rifugiati aveva descritto come “inimmaginabile”. Nonostante questo l’Onu ha dichiarato conclusa la sua operazione nel Paese nordafricano. Dove su una popolazione di 12,4 milioni di persone, gli sfollati interni – per i conflitti e le alluvioni – sono 2,3 milioni. L’inizio di quest’anno ormai agli sgoccioli non era, insomma, stato all’insegna delle buone notizie, e oggi che possiamo fare un bilancio finale, tra guerre in corso che non sono terminate, ma che, anzi, si sono allargate ad altri territori, come in Medio Oriente, cataclismi dovuti al cambiamento climatico, e fatti di cronaca nera di particolare brutalità, questi 366 giorni che capitano ogni quattro anni, sono stati duri, forse più bui che luminosi. Certo, ci siamo anche divertiti. La, per esempio, parentesi olimpica, inaugurata da una cerimonia d’apertura difficile da dimenticare (e ognuno valuti in che senso), per tre settimane ci ha fatto traslocare ed accomodare in una dimensione parallela, in cui entrare e chiudersi alle spalle la porta che affaccia sui disastri del mondo. Anche qualche momento di pop culture ha fatto quel che deve fare, e cioè distrarci con maestria dai pasticci della contemporaneità. E allora, in ordine sparso, vediamo quali sono stati i momenti clou di questo anno bisestile, che secondo la Oxford University è rappresentato al meglio (o peggio) dal termine “brain rot”, che possiamo tradurre come “putrefazione del cervello”. E il 2025 ai nastri di partenza già si sfrega le mani, che per far peggio di così è impresa quasi impossibile.
Le Olimpiadi di Parigi 2024
Da Alice D’Amato che, prima italiana nella storia, ha vinto la medaglia d’oro alla trave nella ginnastica artistica, alla squadra delle ragazze del volley femminile che guidate dal mitico Julio Velasco sono diventate campionesse Olimpiche, passando per l’impresa epica del doppio di tennis femminile composto da Jasmine Paolini e Sara Errani, medaglia d’oro come nessuno mai prima di loro in Italia, fino ai trionfi di Thomas Ceccon e Nicolò Martinenghi, le Olimpiadi di Parigi sono state grandiose per l’Italia. Ma oltre alle vittorie azzurre, ci sono stati momenti iconici, come il podio del corpo libero di ginnastica artistica, che ha visto sul gradino più alto la brasiliana Rebeca Andrade, omaggiata con inchino dalle statunitensi Simone Biles e Jordan Chiles, il dibattito sulla pugile algerina Imane Khelif, e tutta la genialità di Snoop Dogg inviato speciale a Parigi.
Il processo Pelicot
Si è concluso il 19 dicembre ad Avignone il processo per gli “stupri di Mazan”, dal nome della località francese in cui sono avvenute le violenze. Dominique Pelicot è stato condannato a vent’anni di carcere, ovvero il massimo della pena richiesta dall’accusa. L’uomo, 72 anni, che ha ammesso di aver drogato la moglie per quasi un decennio e di aver invitato decine di sconosciuti incontrati su Internet ad abusare di lei mentre era in stato di incoscienza, è stato condannato per stupro aggravato, per aver realizzato e distribuito fotografie e immagini esplicite della ex moglie Gisèle Pelicot senza il suo consenso, e per aver realizzato e distribuito immagini a sfondo sessuale della figlia Caroline e delle mogli dei suoi figli. Il verdetto, atteso in tutto il mondo, ha coronato un processo che ha sconvolto la Francia, ha scatenato profonde discussioni sulla cultura dello stupro e sulla mascolinità tossica e ha reso Gisèle Pelicot, che ha scelto di rinunciare all’anonimato in nome della convinzione che “la vergogna debba cambiare lato: spesso quando si è vittime di violenza si prova vergogna, ma non siamo noi a dovere vergognarci, sono loro“, in un’eroina femminista. Insieme a Dominique Pelicot sono stati condannati tutti i 51 coimputati del processo, ovvero tutti quelli che le forze dell’ordine sono riuscite ad identificare attraverso i filmati delle violenze. Questo è il primo grande processo che ha portato a galla l’abuso attraverso sottomissione chimica, un tema poco dibattuto ma che sembra essere un fenomeno in crescita, monitorato in Francia dall’associazione M’endors pas, fondata da Caroline Darian, figlia di Gisèle Pelicot, che sulla vicenda della madre ha scritto anche un libro dal titolo Et j’ai cessé de t’appeler papa: Quand la soumission chimique devient l’arme du viol (Harper Collins ed.). Dalla pubblicazione del libro e dal lancio di M’edors pas, Darian ha perso il conto delle richieste di aiuto ricevute: nel 2022 solo in Francia sono state presentate più di 2 mila denunce su questo tema, con un incremento del 69% rispetto all’anno precedente, ma si stima che queste siano solo il 10% del totale.
Il dominio di Jannik Sinner
Quest’anno Jannik Sinner, altoatesino di 23 anni, ha scritto una pagina immensa per lo sport, una memorabile spinta per il movimento tennistico italiano. Nel 2024 ha perso solamente 6 delle 76 partite che ha giocato, 7 se si considera il ritiro dal torneo di Madrid prima di affrontare Félix Auger-Aliassime lo scorso maggio, un match nemmeno iniziato ma compreso nelle statistiche: ha vinto quindi circa il 92 per cento delle partite, una percentuale abbastanza straordinaria e con pochi precedenti nella storia del tennis. In questa stagione ha migliorato praticamente ogni aspetto del suo gioco e affinato una capacità quasi unica di alzare il livello nei momenti decisivi delle partite, affermandosi come il tennista più costante e forte del mondo. All’inizio dell’anno era il numero 4 del mondo e non aveva ancora vinto nessuno dei quattro tornei del Grande Slam, i più importanti e prestigiosi nel tennis; dieci mesi dopo ha vinto 2 titoli del Grande Slam, gli Australian Open e gli US Open, ed è il numero 1 del ranking mondiale, con un vantaggio di circa 4mila punti sul secondo, Alexander Zverev. Se anche dovesse uscire al primo turno nel prossimo Slam e Zverev dovesse vincerlo, Sinner rimarrebbe comunque al primo posto del ranking. Nelle partite contro tennisti che non erano nelle prime dieci posizioni del ranking, Sinner ha uno score di 53 vittorie e 1 sola sconfitta, in una partita peraltro abbastanza discussa giocata contro Stefanos Tsitsipas a Montecarlo, il cui esito fu condizionato da un errore dell’arbitro in un momento piuttosto decisivo. Questo conferma come Sinner nel 2024 non abbia mai avuto un passaggio a vuoto e, anche in giornate non particolarmente positive, sia riuscito a trovare le risorse per vincere tutte le partite nelle quali era evidentemente favorito, una caratteristica che a volte ancora manca al suo principale avversario, lo spagnolo Carlos Alcaraz.
La reunion degli Oasis
In un giorno agostano qualunque, i fratelli Gallagher hanno annunciato che gli Oasis si riuniranno nel 2025 per una manciata di date estive: il 4 e 5 luglio a Cardiff (Principality Stadium), l’11, 12, 19 e 20 luglio a Manchester (Heaton Park), il 25 e 26 luglio e il 2 e 3 agosto a Londra (Wembley Stadium), l’8 e 9 agosto a Edimburgo (Scottish Gas Murrayfield Stadium), il 16 e 17 agosto a Dublino (Croke Park). Liam e Noel avevano anticipato la notizia sui social media condividendo una clip della data “27.08.24” con lo stesso font del logo degli Oasis sui rispettivi account social media, così come sugli account ufficiali degli Oasis. Quindi sì, la tanto attesa reunion degli Oasis è realtà, e anche io a settembre mi sono unita alla folla che ha tentato di ottenere un paio di biglietti, ma senza una reale speranza. Comunque, sono rimasta in coda al 60-qualcosa-millesimo posto per circa cinque ore, poi sono andata al pub per cercare di dimenticare. Un’amica pensava di aver comprato i biglietti VIP, ma poi si è resa conto di essere stata vittima dei dynamic pricing e ha preso quasi mille sterline per dei biglietti in un normalissimo pit. Oltre alla reunion, infatti, s’è parlato parecchio anche della nuova pratica strategica di biglietteria in cui i prezzi dei biglietti per i concerti si comportano come i prezzi delle compagnie aeree o i prezzi di picco per Uber quando c’è una domanda elevata.
La classifica dei 100 migliori libri del XXI secolo secondo il New York Times
Il New York Times ha fatto schiumare e infastidire i letterati di Internet compilando una lista dei “100 migliori libri del 21° secolo” a luglio. Al primo posto è stato messo di Elena Ferrante L’amica geniale. E puntuale, nella conversazione che questa lista ha suscitato, è arrivato il coro del “chi ti credi di essere”, con molti commentatori polemici riguardo al valore di questo tipo di liste. Non è tutto soggettivo? Chiamare un’opera d’arte la “migliore” del suo genere non è totalmente arbitrario? L’elenco è stato, infatti, deciso da 503 romanzieri, scrittori di saggistica, poeti, critici e altri amanti dei libri – con un piccolo aiuto dello staff di The New York Times Book Review che, in termini di pedigree letterario, sembrano a tutti gli effetti legittimati a valutare non delle pietanza ma, pensate un po’, dei libri.
L’arresto di P Diddy
Fino a un anno fa Sean “Diddy” Combs, il rapper, produttore e dirigente discografico conosciuto anche come Puff Daddy, era all’apice del successo, uno dei più noti nomi dell’industria musicale statunitense con alle spalle un vero e proprio impero: tra le altre cose, un canale Tv, una linea di abbigliamento di successo, un marchio di vodka, un profumo. La sua vita era costellata da feste, droghe e opulenza tra un superyacht da 65 milioni di dollari, un jet privato e un patrimonio netto di 1 miliardo di dollari. Aveva persino ottenuto una laurea honoris causa oltre a una stella sulla Walk of Fame. Oggi lo scenario è cambiato, Combs è stato arrestato e incriminato per tratta di esseri umani e racket, l’atto di accusa è lungo 14 pagine e pare stia solo scalfendo la superficie. Secondo procuratore statunitense Damian Williams, Combs “ha utilizzato l’impero commerciale da lui controllato per svolgere attività criminali, tra cui traffico sessuale, lavoro forzato, sequestro di persona, incendio doloso, corruzione e ostruzione della giustizia”. Dopo essere stato arrestato, accusato anche di associazione a delinquere, lavori forzati, rapimento, incendio doloso, corruzione, ostruzione della giustizia, il magnate della musica 55enne ha tuttavia visto i suoi streaming aumentare del 20 percento. Cosa non è del tutto sorprendente: i numeri di R. Kelly sono quasi raddoppiati dopo che un documentario del 2019 lo aveva accusato di molestie sessuali ai danni di ragazze minorenni. Tuttavia, Diddy non è nella posizione di godersi il suo picco di streaming. È incarcerato nel famigerato centro di detenzione di Brooklyn in attesa del processo a maggio. Se condannato, rischia dai 15 anni all’ergastolo.
Le alluvioni di Valencia
Il 2024 è diventato il nuovo “anno più caldo di sempre”, ma non tanto per i record delle temperature estive, quanto per la media che ha scalzato anche quella già impressionante del 2023. questo caldo anomalo è il grande problema del pianeta, e, lo stiamo vedendo chiaramente quando lo sperimentiamo sulla nostra pelle, quella del Mediterraneo in particolare. Il Mare Nostrum si sta surriscaldando, come tutti gli oceani e mari non coperti da ghiacci. In tutte queste acque le temperature sono vicinissime ai record assoluti. Questo calore è alla radice dei disastri naturali accaduti in Emilia Romagna per due volte in un anno, e, a ottobre, in Spagna. Le piogge torrenziali che hanno inondato la Spagna meridionale e orientale martedì sera, strappando ponti e lacerando le città, e hanno ucciso tantissime persone, colte alla sprovvista da un fenomeno così violento (gli esperti dicono che è caduta in otto ore la quantità d’acqua che di norma si ha in un anno) e rimaste intrappolate o travolte da fiumi d’acqua, sono, infatti, conseguenza del cambiamento climatico. L’inquinamento da combustibili fossili svolge un ruolo nel deformare entrambi gli estremi del ciclo dell’acqua: il calore evapora l’acqua, lasciando persone e piante secche, ma l’aria calda può trattenere più umidità, aumentando il potenziale di acquazzoni catastrofici. Siccità e inondazioni sono i due lati della stessa medaglia sul cambiamento climatico“, e il Mar Mediterraneo è, come abbiamo visto, diventato una bomba a orologeria.
La guerra in Medio Oriente
Il 7 ottobre 2024 ha segnato l’anniversario del terribile attacco di Hamas contro il Sud di Israele, avvenuto 365 giorni prima. Da allora il conflitto non è mai cessato. Gaza è stretta in una morsa senza precedenti, e si contano oltre 45mila vittime. Ma Israele ha aperto anche altri fronti, tra cui quello con il Libano, dove si è arrivati a un cessate il fuoco, dopo mesi di combattimenti, il 27 novembre. Nell’anno che si sta per concludere abbiamo assistito anche alle tensioni tra lo Stato ebraico e l’Iran, sostenitore di Hezbollah in Libano. Il 13 aprile 2024 Teheran ha attaccato Israele varcando di fatto una nuova soglia, con il lancio di oltre 300 fra missili e droni, senza però provocare molti danni. Poi, l’1 ottobre Teheran ha lanciato altri missili verso Israele, come vendetta per l’uccisione di vari esponenti di spicco dell'”Asse della resistenza”. Non ci sono state vittime, ma l’Idf ha ammesso che alcuni missili hanno centrato alcune basi nel Paese.
La vittoria di Donald Trump
Donald Trump è stato il 45esimo e nel 2025 sarà il 47esimo presidente degli Stati Uniti d’America. Nemmeno stavolta sondaggisti e opinionisti lo avevano visto davvero arrivare. Moltissimi avevano, come nel 2016, sottovalutato la capacità di Trump di parlare ad un paese in crisi, e su più fronti. Esiste una crisi del popolo americano, che in tanti analisti stanno indagando, che ha a che fare con un’aspettativa di vita che diminuisce (succede qui e da nessun’altra parte in Occidente), con il terrore per le nuove ondate di migrazione e con quello di non essere più così influenti in politica estera, il tutto unito ad un rinato conservatorismo in materia di diritti civili che unisce gli Usa a Stati distanti geograficamente e non solo, penso all’Ungheria di Viktor Orban, tra i primissimi, a scrivere su X un post di esultanza per i risultati dell’amico Donald. A pesare contro Harris c’è stata dal primo fino all’ultimo suffragio, la pesante insoddisfazione degli americani contro il presidente uscente Joe Biden, considerato responsabile dell’inflazione, dell’eccesso di immigrazione, della ridotta mobilità sociale, della frustrazione, fra giovani e no, che anima i populisti di Trump. Se la campagna elettorale di Kamala, iniziata in corsa quest’estate, era partita con un tono positivo e energico, nelle ultime settimane la risalita di Trump nei sondaggi ha convinto l’avversaria a rievocare lo spettro del “fascismo”, da scongiurare in ogni modo possibile con un voto compatto per i democratici. Si capisce allora la scelta dell’ambientazione per il suo “closing argument”, in cui Trump è stato definito un “tiranno capriccioso”. Non ha pagato nemmeno questa strategia, e oggi The Donald proprio per questo suo ritorno inatteso, è stato anche eletto Persona dell’anno dal Time.
I Bennifer si sono lasciati. Di nuovo.
A quanto pare l’amore non è sempre più meraviglioso la seconda volta. A febbraio, proprio mentre Jennifer Lopez si preparava a pubblicare This Is Me … Now , un nuovo album che celebrava la sua riunione romantica con l’ex fidanzato Ben Affleck, iniziarono a circolare voci secondo cui la loro relazione era di nuovo in crisi. A rendere le cose ancora più imbarazzanti, l’album era accompagnato da un musical di Amazon Prime e da un documentario che parlava con entusiasmo dell’ultima storia d’amore della coppia, entrambi scritti a quattro mani dagli stessi Lopez e Affleck, anche se la relazione stava già chiaramente naufragando. Le vendite del tour programmato da Lopez per promuovere l’album sono andate così male che ha finito con l’annullare tutto per “concentrarsi su sé stessa”. Ad aprile, dopo appena due anni di matrimonio, Lopez e Affleck hanno cominciato le pratiche per il divorzio.
Il ritorno al governo dopo 14 anni dei laburisti in Uk
Rispetto alla scadenza naturale della legislatura, a luglio 2024 il premier britannico, il conservatore Rishi Sunak, ha deciso di indire con leggero anticipo le elezioni generali a causa di problemi di natura politica ed economica che attanagliavano da tempo il Paese. Gli esiti delle urne si sono rivelati inoppugnabili: il partito laburista, guidato da Keir Starmer, ha stravinte la sfida elettorale conquistando 412 seggi su 650 alla Camera dei Comuni. I Labour sono così tornati a Downing Street nel 2024, dopo 14 anni dall’ultima volta, quando ci fu il breve mandato di Gordon Brown dal 2007 al 2010.
Charli XCX ha fatto il disco (e il meme) dell’anno
Nessuno l’aveva vista arrivare, e invece. Nessun attento analista dei trend di TikTok si sarebbe mai aspettato di essere preso così in contropiede, e lisciare quella che sembra la regina delle tendenze di questa estate 2024. Non la quiet luxury, quindi, ma nemmeno la sorella “old money aesthetic” (quella, spiegata facile, della ricchezza ereditata e non guadagnata), e neppure la tomato girl aesthetic, che si ispira allo stile vacanziero della donne mediterranee degli anni ’50 e ’60. Spiace per la coastal cowgirl, un métissage di stile country e bohémien, un intreccio di Dolly Parton e Coachella, ma nemmeno lei ce l’ha fatta, perché così, out of the blue, è apparsa la popstar Charli XCX a sparigliare tutto con il verde fluo, acido come i look dei raver, del suo Brat. Il suo arrivo ha inaugurato non solo una serie di potenziali hit estive ma anche un’intensa identificazione con il termine da parte dei suoi fan, e, se vogliamo dargli un significato antropologico, oseremmo dire anche un cambiamento di mentalità. C’è una magnifica spavalderia nella personalità di Charli, e spesso è ciò che le persone vedono in lei e ciò che vorrebbero vedere in sé stesse. E la parola brat, traducibile in ‘monella’ rappresenta esattamente questo: volere che le cose vadano per il verso giusto, anche se ci si comporta male ma in modo giocoso, ammettere di essere egocentrici, essere imbronciati, lunatici, dispettosi, e alla fine essere perdonati per tutto ciò. Anche Kamala Harris, ricorderete, a inizio campagna elettorale aveva provato a cavalcare l’onda, quando Charli stessa l’aveva insignita del titolo di “Brat”, peccato che dalle parole non sia riuscita a passare davvero ai fatti. Detto ciò, il disco sopravviverà ai meme, perché è una grand opera electro-dance-pop, e l’artista britannica sarà una delle cose più attese della musica negli anni a venire.
Il colpo di stato in Siria e la caduta del regime di Bashar al-Assad
Sono bastati dieci giorni alle milizie islamiste guidate da Mohammed Abu Mohammed al-Jolani per conquistare la Siria, calando da Aleppo sino a Damasco, e spodestare il regime di Bashar al-Assad, caduto senza quasi combattere. Assad ha trovato in rifugio in Russia, e ora i siriani – e con loro il mondo intero – s’interrogano sul futuro del Paese. Per capire ciò che potrebbe succedere è indispensabile comprendere chi siano i protagonisti dell’insurrezione, quei ribelli con i fucili a tracolla che giravano in macchina apparentemente scioccati dalla rapidità con cui avevano cacciato Assad. Anche i residenti di Damasco camminavano per le strade della città in uno stato di incredulità. Alcuni si sono precipitati nella famigerata prigione alla periferia di Damasco, la capitale, alla disperata ricerca dei propri cari scomparsi sotto il brutale regime. Altri si sono arrampicati sui tetti delle auto e hanno urlato maledizioni alla famiglia Assad, parole che giorni prima avrebbero potuto significare una condanna a morte. Nel grande caos mediorientale c’è adesso un’incognita in più: caduto il tiranno Assad, rifugiato in Russia dall’amico Putin, ci sarà un jihadista già affiliato di Al Qaeda e dell’Isis sul pulpito siriano? La risposta, forse, ce la darà l’anno alle porte.
La riapertura di Notre-Dame
Il 7 dicembre 2024, Notre-Dame ha riaperto le sue porte dopo cinque anni di restauri complessi e accurati. L’incendio del 15 aprile 2019aveva gravemente danneggiato il tetto, la guglia e parte degli interni, lasciando un vuoto nel cuore di Parigi. Oggi la cattedrale gotica è tornata a risplendere, pronta ad accogliere visitatori da tutto il mondo. Il progetto di recupero ha coinvolto oltre 2.000 artigiani e restauratori, un impegno titanico che ha richiesto competenze specialistiche e una dedizione totale. Olivier Josse, direttore generale della cattedrale, ha descritto i lavori dicendo: “La gioia per la riapertura va di pari passo con le grandi aspettative. Se posso usare una parola, è la pazienza. Tutti dovranno essere pazienti”. Ha inoltre sottolineato le sfide logistiche, con un afflusso stimato di 40.000 visitatori al giorno. All’interno, i visitatori potranno ammirare cambiamenti straordinari. Le pietre annerite dal tempo e dalla fuliggine sono state completamente pulite, restituendo luminosità alle pareti e ai dettagli architettonici. Josse ha dichiarato: “Non siamo mai stati in grado di ammirare Notre-Dame in questo modo. Le prime pietre posate erano già annerite da terra e fuliggine prima che fossero posate le ultime”. Anche le vetrate gotiche, oscurate da decenni di inquinamento, sono state ripristinate, trasformando la luce naturale in una sinfonia di colori.
***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****
Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link