Cinquant’anni di storia, cultura e passione per la montagna – Valledaostaglocal.it

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Un traguardo che porta con sé non solo la soddisfazione di una lunga tradizione, ma anche la riflessione su un percorso editoriale unico, in grado di raccontare e preservare la montagna e le sue molteplici dimensioni. In questi decenni, il giornale ha saputo coniugare l’informazione, la cultura e la passione per l’alpinismo, offrendo uno spazio vitale per chi ama le montagne e desidera comprenderle più a fondo.

Montagnes Valdôtaines ha avuto una genesi curiosa, frutto di un sogno che si è realizzato a distanza di decenni. Tutto è cominciato nel 1944 con un esperimento di Toni Ortelli, allora presidente della Sezione di Aosta del CAI, che pubblicò due numeri di un “Notiziario” in ciclostile. Un’iniziativa che però non ebbe seguito. Saranno gli anni Settanta a dare una nuova vitalità al progetto, quando Ortelli, ritornato alla presidenza della sezione, rilanciò l’idea di un periodico, dando vita nel gennaio 1974 al primo numero. L’evoluzione della rivista è stata costante, così come il suo legame con la storia della regione: Montagnes Valdôtaines ha cambiato nome nel 1976 e nel 1990 ha visto l’ingresso di Ivano Reboulaz come direttore, ruolo che ricopre ancora oggi.

Il periodico non si è mai limitato ad essere un semplice bollettino per i soci del CAI, ma ha sempre avuto l’ambizione di essere un mezzo culturale più ampio, capace di stimolare il dibattito e la riflessione su temi di importanza cruciale per le terre alte: dall’alpinismo alla storia della montagna, dal turismo sostenibile alla tutela ambientale. La rivista ha saputo parlare di montagna a 360 gradi, senza cadere nella trappola del prodotto autoreferenziale e, anzi, portando avanti una continua ricerca di qualità, come sottolinea Antonio Montani, presidente generale del CAI, nell’editoriale del numero speciale 150. “Questa rivista ha dimostrato infatti il grande pregio di saper parlare di montagna a 360 gradi. Non si tratta del classico bollettino autoreferenziale che ci si aspetta da un prodotto sezionale. È piuttosto un vero e proprio strumento culturale,” afferma Montani, che riconosce l’importanza del periodico nel promuovere riflessioni su temi vitali per l’intero universo montano.

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Il numero 150 di settembre, celebrativo di questo mezzo secolo, ha voluto raccogliere una selezione dei temi e degli autori che nel corso degli anni hanno contribuito a formare l’identità di Montagnes Valdôtaines. La copertina speciale è simbolo di questo percorso, e l’archivio elettronico consultabile online è un altro passo importante per permettere a chiunque di accedere all’immenso patrimonio culturale che la rivista ha accumulato in mezzo secolo di pubblicazioni. L’archivio è il frutto di un lavoro immane, di scansione e digitalizzazione pagina per pagina, un progetto che è stato realizzato con grande impegno, e che continuerà a essere una risorsa fondamentale per gli studiosi e gli appassionati di montagna.

Nel corso degli anni, la rivista ha visto il susseguirsi di numerosi collaboratori, ciascuno con la propria visione e con il proprio contributo alla costruzione di un’opera collettiva, capace di far conoscere e comprendere la montagna in tutta la sua complessità. “Non si tratta di un prodotto professionistico, ma professionale,” afferma il curatore editoriale Piermauro Reboulaz, che ha costantemente supervisionato il lavoro editoriale, mantenendo alta la qualità della pubblicazione. La sua esperienza, unita a quella dei tanti scrittori e giornalisti che hanno contribuito a Montagnes Valdôtaines, ha garantito che il periodico non fosse solo un luogo di comunicazione, ma anche uno strumento di formazione e sensibilizzazione su temi di rilevanza globale, come il cambiamento climatico, la conservazione della natura e l’economia sostenibile.

Ciò che distingue Montagnes Valdôtaines dalle altre pubblicazioni è la sua capacità di rimanere fedele alla sua essenza: quella di un mezzo dedicato, con una forte identità locale ma anche con uno sguardo proiettato al futuro della montagna, che non si limita alla semplice attività sportiva, ma ne esplora ogni aspetto, anche quello umano e culturale. La Valle d’Aosta, infatti, come sottolinea ancora Reboulaz, “è una regione alpina dove la montagna è il cuore pulsante della vita quotidiana. La sua gente è abituata a vivere tra i monti, e in questa sua particolarità risiede la vera essenza della valdostanità.”

A cinquant’anni dalla sua nascita, Montagnes Valdôtaines continua a essere il faro culturale per chi ama la montagna, un luogo dove non solo si raccontano storie di scalate e di paesaggi mozzafiato, ma si riflette sul futuro di un territorio che deve convivere con il turismo, l’ambiente e le tradizioni. Il 2024 non segna solo la fine di un anno, ma anche l’inizio di un nuovo capitolo per un giornale che ha saputo crescere, adattarsi ai tempi, e rimanere fedele alla sua missione. E in questo percorso, la sua forza è quella di non essere mai stato solo un bollettino, ma un vero e proprio strumento culturale che continua a parlare di montagna, di valori e di identità in modo autentico e senza tempo.





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