ecco cosa rischia Milano – Libero Quotidiano

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Claudia Osmetti


Il sondaggio, di cui si vociferava già il giorno di Sant’Ambrogio al Teatro dal Verme durante la tradizionale cerimonia degli Ambrogini d’Oro, piomba appena prima di Natale. Youtrend strategies non ha dubbi: alle prossime comunali milanesi (si voterà nel 2027) il centrosinistra vincerebbe al primo turno. Chiunque siano i candidati, la coalizione progressista raggiungerebbe il 50,4 per cento dei consensi, contro il 35,6 del centrodestra e il 14 di una terza figura indipendente.

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C’è però un piccolissimo particolare: al momento, di nomi certi o perlomeno papabili ce ne sono ben pochi. E infatti lo stesso senior analyst di Youtrend, Salvatore Borghese, ammette: «Alle elezioni comunali la figura del candidato sindaco è molto importante per gli elettori ma non sappiamo ancora chi correrà né per il centrodestra né per il centrosinistra». Ma per i sondaggisti, seppur con tutte le premure del caso, la strada pare tracciata. E il centrodestra, anche se siamo ancora nel campo delle ipotesi dove vale tutto e il contrario di tutto, è avvisato. La parola d’ordine è categorica: vietato perdere tempo. «Anche se manca ancora molto alle prossime elezioni comunali, dal nostro sondaggio emergono dei rapporti di forza molto netti, favorevoli al centrosinistra», sottolinea Borghese. Che aggiunge: «Oltre al fattore tempo, ci sono altre due incognite legate ai candidati: una è il numero effettivo di quanti correranno per Palazzo Marino; noi abbiamo ipotizzato tre contendenti, ma è ragionevole ritenere che in caso di un numero maggiore di candidati le preferenze degli elettori sarebbero più frammentate, il che renderebbe più arduo superare il 50 per cento al primo turno. La seconda grande incognita è quella dei nomi».

Già, i nomi. Partiamo dal centrosinistra. In pole ci sarebbero Pierfrancesco Majorino, Mario Calabresi e Ferruccio De Bortoli: un politico e due esponenti della società civile. Youtrend, alla voce “giudizi di fiducia”, ha vagliato solo l’attuale capogruppo del Pd in Regione Lombardia, esponente dell’ala sinistra del partito, e l’ex direttore di Repubblica, che al contrario raccoglierebbe attorno a sé il voto moderato dei centristi. Entrambi, secondo il sondaggio in questione, si issano a pari merito in prima posizione tra i nomi considerati: il 33 per cento dei milanesi intervistati che ha dichiarato di conoscere Majorino (l’84 per cento del totale) e Calabresi (il 70 per cento) ha espresso giudizi positivi sul loro conto. Il giornalista potrebbe dunque scontare una minore notorietà. Quanto a De Bortoli, due volte direttore del Corriere della Sera e una volta del Sole 24 Ore, è l’ultimo nome che serpeggia negli ambienti dell’elite meneghina.

E il centrodestra? Maurizio Lupi, leader di Noi Moderati e già assessore all’Urbanistica nella giunta Albertini, godrebbe della fiducia del 27 per cento dei milanesi che ha dichiarato di conoscerlo. Ancora più staccata Letizia Moratti, ex sindaco e attuale europarlamentare di Forza Italia, col 23 per cento. Il frullatore dei papabili candidati, però, è in continuo movimento. Dall’ex rettore del Politecnico, Ferruccio Resta, all’attuale presidente di Assolombarda, Alessandro Spada, sassando per la numero uno di Ance, Regina De Albertis. Chi vivrà vedra. Quello che è certo, in ogni caso, è che il centrodestra deve sciogliere le riserve il prima possibile per presentarsi competitivo all’appuntamento.

Le reazioni dal Consiglio comunale, raccolte da Libero, vanno tutte nella stessa direzione. «Vuol dire che dobbiamo fare un’azione ancora più puntuale e precisa», dice, per esempio, il capogruppo forzista Luca Bernardo: «Bisogna avere cavalli di battaglia e punti di partenza su sicurezza, casa, tasse, ambiente sostenibile e non punitivo per far cassa. Forza Italia è in crescita, è vero, ma non è in decrescita il Partito Democratico, occorre lavorare». Insomma, la prima cosa da chiarire è che dare la partita per persa serve a zero. «Un nuovo modo di fare politica a servizio della città è con azioni congiunte e continue tra i capogruppo e i consiglieri di municipio, il consiglio comunale e con il sostegno del coordinamento cittadino: così si possono individuare quei punti programmatici su cui, poi, si deve lavorare insieme».

Fa notare il capogruppo dei meloniani a Palazzo Marino Riccardo Truppo che «si vince insieme e l’oasi felice del centrodestra milanese che ha un’ottima sinergia e una grande lealtà reciproca, nonché uno slancio unitario spesso dimostrato anche da iniziative corali, mi auguro sia estesa anche fuori dal palazzo, cosa che invece non sempre accade». «I sondaggi vanno sempre presi con le pinze», aggiunge il collega della Lega Samuele Piscina: «In realtà non c’è un divario così grande come quello che si poteva pensare anni fa. Lancio tuttavia un monito: parliamo di meno di candidati e lavoriamo di più per trovare quello giusto in tempi rapidi, perché questo è fondamentale». È la lezione delle scorse tornate, dopotutto. «Il nostro grande compito è individuare una personalità che scaldi gli animi e possa intercettare il gran numero di indecisi che ancora c’è a Milano».

Per il centrosinistra, invece, è Daniele Nahum (Azione) che commenta: «Quella fotografato da questo sondaggio mi sembra una tendenza che dura da anni. Tolta la stagione di Formentini, Albertini e Moratti, questa città è sempre stata governata dal centrosinistra. La vera questione è un’altra: Milano, a prescindere, sceglierà il centrosinistra? Secondo me questa città rimane contendibile perché qui le elezioni si determinano al centro. Quello che va fatto nei prossimi anni è dare una svolta riformista e non progressista alla città, tenendo insieme la parte economica che corre e quella che fa più difficoltà. Tocca anche essere onesti e ammettere che, se si aggrava la condizione del ceto medio, il centrosinistra può rischiare di perdere». Infine Michele Albiani, consigliere dem in piazza Scala, aggiunge: «Questo sondaggio conferma che abbiamo lavorato e stiamo lavorando bene agli occhi dei cittadini e delle cittadine milanesi, ma non dobbiamo fermarci qui e adagiarci sugli allori».

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