Volo precipitato in Kazakistan, cosa sappiamo: per gli esperti l’aereo è stato colpito dai pezzi di un missile russo esploso vicino

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L’aereo decollato da Baku e diretto a Grozny sarebbe finito in mezzo alle operazioni contro i droni-kamikaze dell’Ucraina. I pezzi (o le palline d’acciaio) avrebbero messo fuori uso i sistemi idraulici. Cosa sappiamo

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Un’ora e venti minuti prima di precipitare in Kazakistan, il volo Azerbaijan Airlines sarebbe stato colpito in Cecenia — lontana 440 chilometri — dai pezzi di un missile terra-aria russo esploso a poca distanza. È questa una prima conclusione degli esperti delle agenzie occidentali di sicurezza aerea sullo schianto dell’Embraer E190 nel quale sono morte almeno 38 delle 67 persone a bordo, stando a quanto apprende il Corriere da due persone a conoscenza delle conversazioni. Non è al momento chiaro se a danneggiare la fusoliera siano state le schegge o le decine di sfere d’acciaio sprigionate, per questo le fonti ribadiscono la natura «preliminare» della valutazione. 

I fori nella fusoliera

I buchi, in particolare nella parte posteriore, potrebbero aver reso «difficilmente gestibile» il jet — proseguono le fonti — andando a toccare alcune funzioni vitali relative ai comandi e ostacolando il lavoro dei piloti. Altre fonti, interne alla casa produttrice dell’aereo — la brasiliana Embraer — fanno filtrare che l’incidente non è da attribuire a malfunzionamenti o errore umano, e nemmeno al «bird strike» (l’impatto con gli uccelli) menzionato dall’agenzia russa Tass, ma a un «external malicious act», un atto doloso esterno.




















































Volo precipitato in Kazakistan, per gli esperti l’aereo è stato colpito dai pezzi di un missile esploso vicino

Il volo

Il giorno di Natale il volo J28243 decolla alle 7.55 del mattino (le 4.55 ora italiana) dall’aeroporto di Baku, capitale dell’Azerbaigian, con destinazione Grozny, in Cecenia. Una volta nei pressi di Machačkala, città cecena sul Mar Caspio, l’Embraer finisce in una zona esposta a un forte disturbo del segnale Gps — per disorientare i droni-kamikaze —, come dimostra il fatto che il jet «sparisce» dai tracciati di Flightradar24, un sito che monitora i movimenti aerei. L’Embraer torna «visibile» un’ora e 42 minuti dopo, mentre procede in piena emergenza verso il primo aeroporto kazako.

I tre atterraggi falliti e l’esplosione

Ma cosa succede in quei 102 minuti? I passeggeri sopravvissuti allo schianto raccontano che i piloti hanno provato per tre volte l’atterraggio a Grozny, senza però riuscirci a causa di una fitta nebbia. Nei paraggi intanto è scattato l’allarme per l’arrivo di altri droni-kamikaze lanciati dall’Ucraina che, come scrive il sito locale Grozny Inform, «sono stati tutti abbattuti». È proprio in quegli istanti che chi è a bordo del volo azero sente un’esplosione «all’esterno» del velivolo. 

Volo precipitato in Kazakistan, per gli esperti l’aereo è stato colpito dai pezzi di un missile esploso vicino

Il sistema di difesa aereo «Pantsir»

Secondo la valutazione degli esperti occidentali, con ogni probabilità uno dei missili terra-aria — lanciati contro i droni — potrebbe essere esploso ad «alcune decine di metri» dal volo di linea. La deflagrazione non ha distrutto la fusoliera — cosa che sarebbe successa se l’avesse colpita a un paio di metri di distanza —, ma le schegge o le sfere d’acciaio (inserite per aumentare la letalità) avrebbero colpito il velivolo commerciale «ad altissima velocità» nella parte sinistra.  «I filmati sul relitto e le circostanze relative alla sicurezza nella Russia sud-occidentale indicano la possibilità che l’aereo sia stato colpito da una qualche forma di contraerea», ha detto al Wall Street Journal Matt Borie, chief intelligence officer della società Osprey Flight Solutions.

I danni alla coda

I video girati sul luogo dell’impatto mostrano dei fori — «con punto d’ingresso dall’esterno» — nel retro del velivolo, compresa la deriva, gli stabilizzatori, il timone di coda. Ma nessuna traccia di esplosione. «L’Embraer E190 ha tre sistemi idraulici separati per la coda», spiegano al Corriere tre comandanti consultati perché conoscono il modello coinvolto nel disastro. «Senza comandi meccanici, se le schegge o le sfere d’acciaio hanno tranciato le linee idrauliche l’aereo diventa difficile da gestire».

La richiesta di deviare

Comandante e primo ufficiale — secondo la ricostruzione degli occidentali — chiedono al centro di controllo d’area di proseguire altrove. Ma lo scalo più vicino, quello di Machačkala, era stato chiuso per il presunto attacco dei droni-kamikaze, spiega l’agenzia Reuters. Resta così quello di Aktau, in Kazakistan, nella parte opposta del Mar Caspio. La deviazione è travagliata. I piloti — lo si vede pure in diversi video girati negli ultimi tre minuti di volo prima dell’impatto — fanno fatica a controllare l’Embraer che perde quota, poi la riprende, quindi scende di nuovo.

«Jet troppo veloce»

Ma il «rateo» di discesa — come confermano i tre comandanti interpellati — è così elevato «che non avrebbero mai rallentato prima di toccare terra». E infatti l’equipaggio, guidato da Igor Kshnyakin (oltre 15 mila ore su quel modello dei quali 11.200 ai comandi) deve rinunciare al primo tentativo di atterraggio ad Aktau perché — sempre secondo gli esperti che hanno incrociato i parametri forniti dai siti specializzati con i video — l’aereo non arriva vicino alla pista con i velocità e quota giusti e così deve riprovare, facendo un ulteriore giro. 

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L’impatto

È in questo momento che l’Embraer precipita a tre chilometri dalla pista alle 11.28 locali (le 7.28 in Italia) a circa 390 chilometri orari. In un video ripreso dall’interno da un passeggero, poco prima dell’impatto, si nota una certa tensione in cabina ma quasi tutti restano seduti con le cinture allacciate. A giudicare dalle vittime e da dove si trovavano è la parte anteriore del velivolo ad avere la peggio: è lì che sembra aver perso la vita il maggior numero di persone.

L’allarme di Easa

Azerbaijan Airlines ha deciso di sospendere tutti i voli tra Baku e Grozny/Machačkala. La Cecenia si trova nella «Regione informazione volo» di Rostov sul Don e questa compare in un bollettino informativo sulle zone di conflitto nel quale l’Easa — l’agenzia europea per la sicurezza aerea — sconsiglia ai velivoli commerciali di volarci. «Lo spazio aereo e le infrastrutture critiche, compresi gli aeroporti, sono esposti ad attività militari che comportano rischi per la sicurezza degli aeromobili civili», si legge. «In particolare, esiste il rischio di bersaglio intenzionale e di errata identificazione degli aeromobili civili».


26 dicembre 2024 ( modifica il 26 dicembre 2024 | 07:13)

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