(di Avv. Umberto Lanzo)
LA DOPPIA BATTAGLIA LEGALE
Il Tribunale Amministrativo Regionale del Lazio ha accolto il ricorso di una Carabiniera del Gruppo Forestale del Veneto, all’epoca dei fatti in servizio presso la Stazione forestale e NIPAAF di Treviso, contro il Comando Generale dell’Arma dei Carabinieri e il Ministero della Difesa. Una vicenda che intreccia una denuncia per molestie sessuali con presunte valutazioni ritorsive, culminata con l’annullamento del provvedimento che ne impediva l’avanzamento di carriera.
IL PROVVEDIMENTO CONTESTATO
Il caso nasce da una valutazione di non idoneità all’avanzamento di grado, in cui la Commissione aveva sentenziato: “Nel periodo oggetto di scrutinio, ha fornito, talvolta, un rendimento complessivo al di sotto della sufficienza, avendo rivelato carenze delle qualità di base indispensabili per chi è deputato ad assumere funzioni più elevate. Il militare, pertanto, non offre piene garanzie di poter ben disimpegnare i compiti connessi con il grado superiore.”
LE MOLESTIE E LE RITORSIONI
La vicenda si è rivelata più complessa quando è emerso il collegamento con una querela per molestie sessuali presentata dalla militare contro un collega nel 2020, quando prestava servizio nel nucleo forestale di Treviso. La donna ha dimostrato come la valutazione negativa fosse in realtà una conseguenza delle “forti tensioni con i vertici della stazione, seguite a sgradevoli episodi da lei denunciati.”
IL PERCORSO GIUDIZIARIO
Il TAR Veneto ha inizialmente annullato il rapporto informativo della stazione forestale di Treviso, riconoscendo l’esistenza di “dissidi che vanno oltre le ordinarie dinamiche del rapporto di servizio.” Successive pronunce giudiziarie hanno confermato la credibilità delle accuse della ricorrente, escludendo ogni sua responsabilità disciplinare o penale.
LA SVOLTA DEL COMANDO
In una nota dell’ottobre 2024, il Comando dei Carabinieri ha dovuto ammettere la necessità di una rivalutazione della posizione della militare, riconoscendo implicitamente le criticità del precedente giudizio. Come riporta la sentenza: “il giudizio di inidoneità all’avanzamento al grado superiore impugnato dalla controparte con il ricorso introduttivo sarà oggetto di nuova valutazione.”
LA DECISIONE DEL TAR
Il Tribunale Amministrativo ha accolto pienamente il ricorso, evidenziando come la ricorrente abbia dimostrato l’arbitrarietà delle valutazioni negative, supportata da “altre pronunce giudiziarie, documentando pure che nei periodi antecedenti e successivi a quello contestato, le note caratteristiche del suo rendimento sono state sempre di pregio.”
VITTORIA LEGALE E RISARCIMENTO
La sentenza ha disposto l’annullamento degli atti impugnati, ordinando all’Amministrazione di procedere a una nuova valutazione dell’idoneità all’avanzamento di grado. Le Amministrazioni sono state inoltre condannate al pagamento delle spese processuali, quantificate in 1.500 euro oltre accessori.
TRE ANNI PER OTTENERE GIUSTIZIA: LE FALLE DEL SISTEMA DI TUTELE NELL’ARMA
La vicenda evidenzia una criticità sistemica nell’apparato militare: il Comando superiore, che avrebbe dovuto fungere da garante terzo nella controversia, non è intervenuto efficacemente a tutela della militare. La sentenza evidenzia come, in un ambiente fortemente gerarchizzato, contestare una valutazione negativa attraverso i canali interni rischi di non garantire quell’imparzialità necessaria per una giusta revisione del caso. Il ricorso alla giustizia amministrativa, seppur efficace, comporta per il ricorrente non solo significativi oneri economici, ma anche un lungo periodo di incertezza professionale e personale. Nel caso specifico, sono stati necessari più di tre anni per vedere riconosciute le proprie ragioni, con tutto ciò che questo comporta in termini di stress, rallentamento della carriera e conseguenze sulla vita professionale. Una tempistica che, per quanto abbia portato giustizia, evidenzia come il sistema di tutele interne all’Arma necessiti di una profonda riflessione, soprattutto nei casi in cui si intersecano denunce per comportamenti illeciti e successive valutazioni professionali.
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