Il 2024 dell’UE dalla A alla Z

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Bruxelles – Guerra russo-ucraina, tensioni commerciali con la Cina, vittoria di Donald Trump alle presidenziali americane, e poi le scelte della Bce in materia di tassi e soprattutto la formazione della nuova Commissione europea. Tanti e tutti diversi gli avvenimenti di un anno ricco di avvenimenti che hanno riguardato l’Unione europea da vicino. Eunews continua nel suo ormai tradizione esercizio di selezione degli eventi che si ritengono significativi, sempre nel rispetto della formula di questo esercizio. Ecco, dunque, il 2024 dell’Ue dalla A alla Z secondo Eunews:

ALLARGAMENTO: il 2024 segna un altro passo avanti nel processo di allargamento dell’Unione europea. Il 25 giugno iniziano ufficialmente i negoziati di adesione per Ucraina e Moldova a due anni dalla richiesta, con la Moldova che a ottobre approva il referendum che prevede modifiche alla costituzione funzionali alla propria adesione. E’ un momento storico per i Paesi interessati e per l’Unione tutta, che però deve incassare il colpo Georgia. Nel Paese caucasico il processo di adesione viene congelato a seguito di sviluppi politici all’insegna dell’affermazione di forze filo-russe.

BALCANI OCCIDENTALI: il 2024 segna l’anno che imprime un’accelerazione dell’integrazione dei Paesi dell’area nell’Unione europea. E’ in questo anno che l’Ue decide di far entrare nel mercato unico Albania, Montenegro, Macedonia del nord, Serbia e Kosovo. Un procedimento tutto nuovo, per una sorta di pre-adesione che segna l’integrazione economica in attesa di quella politica. E’ l’Ue che risponde all’avanzata russa verso ovest.

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CRISI GERMANIA E FRANCIA: in Germania si consuma la crisi di governo che induce il cancelliere tedesco Olaf Scholz a indire nuove elezioni (fissate per il 23 febbraio prossimo), mentre in Francia cade il governo di Michel Barnier. IL 2024 mette a nudo la situazione di estrema debolezza dei Paesi che tradizionalmente hanno tirato le fila dell’Ue, senza più leader e senza più Stati chiave.

DAZI: il 2024 è l’anno dello scontro commerciale tra Ue e Cina. La Commissione europea prima annuncia e poi impone dazi sulle auto elettriche a batteria prodotte dalle imprese cinesi e vendute nel mercato unico, con Pechino che risponde con tariffe su prodotti “made in EU” tra cui superalcolici. La disputa viene trascinata dall’Ue in sede di Organizzazione mondiale per il commercio (Wto). E’ l’inizio di una guerra commerciale vera e propria.

ENERGIA: il 2024 dell’Ue è all’insegna di lavori e riflessioni in materia di energia. Da una parte il Green Deal con gli obiettivi di sostenibilità che portano avanti il lavoro su rinnovabili e fonti verdi per alimentare l’Ue e la sua economia, dall’altro le sanzioni alla Russia volte a limitare del tutto gli affari con Gazprom e Lukoil. Tensioni in tal senso emergono con l’Ucraina, che annuncia la fine di ogni transito di gas e petrolio russo lungo i propri tubi e la propria rete di distribuzioni, per le preoccupazioni di Ungheria e Slovacchia.

 FITTO: Raffaele Fitto protagonista politico dell’Ue, con l’incarico di vicepresidente esecutivo nella seconda Commissione von der Leyen. E’ il primo rappresentante del gruppo dei conservatori (Ecr) ad avere un ruolo di questo rilievo. L’affermazione di Fratelli d’Italia alle elezioni europee di giugno induce il governo italiano a candidare Fitto, ministro per la Coesione in carica al momento della proposta. Un nome che genera tensioni all’interno del Parlamento europeo, dove la militanza all’interno di un partito considerato poco europeista e troppo di destra non è gradita. Alla fine di un braccio di ferro lungo e teso Fitto ottiene l’incarico.

GREEN DEAL: l’ambiziosa agenda di innovazione sostenibile non scompare, ma inizia a diventare meno ambiziosa. La campagna elettorale prima e gli impegni politico post-elettorali poi imprimono una svolta alle rivoluzioni verde e digitale dell’Unione europea. Il Ppe e von der Leyen si dicono disposti a rivedere alcuni aspetti, in senso di più flessibilità e, di conseguenza, diverso grado di ambizione.

HAYAT TAHRIR AL-SHAM: il gruppo dei ribelli siriani che dopo anni di guerra è riuscito a entrare nella capitale siriana Damasco costringendo alla fuga il presidente Bashar al-Assad. E’ probabilmente il momento che può segnare la fine di una guerra civili che si protrae dal 2011. Per l’Ue non una buona notizia, visto che l’organizzazione è considerata come terroristica dalla stessa Unione europea e dai suoi principali alleati (Stati Uniti, Canada e Regno Unito). La presa del potere da parte dei jihadisti rischia di complicare le relazioni tra la Siria e l’occidente, con le implicazioni del caso per la stabilità nella regione.

INDUSTRIA DELLA DIFESA: è la nuova priorità dell’Unione europea. Le tensioni geopolitiche, il ritorno di Trump alla testa degli Stati Uniti, il coinvolgimento di nuovi attorni (Iran e Corea del nord) nella guerra russo-ucraina, spingono l’Ue a ragionare sempre di più sul rilancio in grande stile di un comparto considerato sempre più strategico. Ursula von der Leyen crea un commissario responsabile per questo, è la prima volta nella storia dell’Ue, progetto di pace, che la produzione di armi e munizioni viene inserito nell’agenda politica. Si inizia con il potenziamento di progetti comuni, ma l’obiettivo è permettere sempre più investimenti nel settore.

KIEV: l’Ucraina rimane nell’agenda europea dei leader e delle istituzioni Ue, per un conflitto russo-ucraino che non solo non si arresta ma che addirittura si estende. La Corea del Nord inizia a fornire truppe alla Russia, e l’Iran offre assistenza tramite fornitura di droni. Il sostegno al presidente ucraino resta incondizionato, con l’Ue che nel 2024, con un anno di ritardo, riesce a consegnare il milione di munizioni promesse quale misura di risposta all’aggressore russo.

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LETTA E DRAGHI: I due ex primi ministri italiani (aprile 2013 – febbraio 2014 e febbraio 2021-ottobre 2022, rispettivamente) sono protagonisti per i loro contributi per il rilancio dell’economia dell’Unione europea. A loro due si affida la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, per cercare la ricetta utile ad un nuovo corso a dodici stelle. Ad aprile Enrico Letta pubblica il rapporto per il completamente e il rafforzamento del mercato unico, tassello considerato fondamentale per accrescere il peso dell’Ue sullo scacchiere internazionale. A inizio settembre viene invece svelato il rapporto di Mario Draghi sulla competitività (che Eunews traduce integralmente in italiano), la strategia che dovrebbe servire per la nuova legislatura. Nel 2024 dell’Ue c’è dunque molta Italia, che offre un contributo attraverso due persone stimate e dall’impegno pro-europeo di ferro.

MERCOSUR: il 6 dicembre viene annunciata l’intesa per la firma dell’accordo commerciale di libero scambio tra Paesi Ue e Paesi Mercosur (Argentina, Brasile, Paraguay, Uruguay più Venezuala sospeso). Un momento storico che chiude un processo negoziale lungo 25 anni, ma che divide i governi europei. La Francia lo critica, al pari dell’Italia. Gli agricoltori temono contraccolpi per il settore e minacciano nuove proteste.

NATO: il 2024 segna anche un ulteriore allargamento della Nato, con l’ingresso di un altro Stato dell’Ue. L’11 marzo è la volta della Svezia a entrare a far parte dell’Organizzazione dell’alleanza atlantica. La Svezia è il 32esimo Paese membro della Nato, il 23esimo Paese Ue  (insieme a Belgio, Bulgaria, Cechia, Croazia, Danimarca, Estonia, Finlandia, Francia, Germania, Grecia, Italia, Lettonia, Lituania, Lussemburgo, Paesi Bassi, Polonia, Portogallo, Romania, Slovacchia, Slovenia, Slovacchia, Ungheria). Sempre nel 2024 cambia il segretario generale della Nato, ruolo affidato all’olandese Mark Rutte.

ORBAN: il primo ministri ungherese tiene banco in Europa rompendo le righe di un’Ue decisa a mostrare i muscoli nei confronti della Russia. Il semestre di presidenza ungherese del Consiglio dell’Ue vede Orban protagonista di missioni diplomatiche che spaccano l’Ue. L’1 luglio Budapest assume la presidenza di turno, e pochi giorni dopo Orban vola a Mosca dal presidente russo Vladimir Putin. Un viaggio che suscita ire tanto da indurre Paesi membri e rappresentanti delle istituzioni Ue a boicottare le riunioni informali organizzate dal governo ungherese a Budapest. Prima la Commissione annulla il tradizionale viaggio nella capitale del Paese membro con la presidenza di turno, poi è la volta dei ministri, che tengono la riunione informale a Bruxelles. Al vertice dei leader di dicembre l’affondo del presidente ucraina, Volodymir Zelensky: “Orban non ha alcun mandato per nessun tipo di negoziato”.

PROTESTE AGRICOLTORI: il 2024 dell’Ue si contraddistingue per le istituzioni comunitarie assediate dagli agricoltori sul piede di guerra contro le politiche europee. Il Green Deal con obiettivi considerati eccessivi e penalizzanti, e negoziati commerciali – primo fra tutti il Mercosur – considerati come lesivi di settore e qualità portano i trattori da tutta Europa sotto il Parlamento europeo, sia a Bruxelles sia a Strasburgo, e sotto le sedi di Commissione e Consiglio Ue. Paglia data alle fiamme e sterco scaricato per strada tra le forme di protesta contro un’Europa avvertita come lontana dagli interesse di una parte degli europei.

QUESTIONE ARABO-ISRAELIANA: il 2024 segna il momento storico più basso e più complicato nelle relazioni tra Ue e Israele. Non viene contestato né rimesso in discussone il diritto dello Stato ebraico di difendersi dagli attacchi di Hamas, ma la risposta del governo di Benjamin Netanyahu finisce sul banco degli imputati. Dall’alto rappresentante per la politica estera dell’Ue, Josep Borrell, piovono critiche ripetute di violazione dei diritti umani e crimini di guerra. Lo stesso Borrell arriva a chiedere di sospendere parte dell’accordo di associazione Ue-Israele. Il 21 novembre la Corte penale internazionale spicca una mandato di arresto nei confronti del primo ministro israeliano per crimini contro l’umanità, con l’Ue divisa sull’attuazione della misura.

ROMANIA: il 6 dicembre la decisione della Corte costituzionale romena che scuote l’Ue: le elezioni presidenziali di Romania sono da rifare, perché condizionate e quindi irregolari. E’ la prima volta che in uno Stato membro dell’Ue vengono dichiarate invalide delle consultazioni elettorali, e il motivo è l’interferenza della Russia attraverso campagne volte a influenzare le intenzioni di voto.

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SCHENGEN: Bulgaria e Romania fanno il loro primo ingresso nell’area di libera circolazione. Il 31 marzo per i due Paesi vengono eliminati i controlli alle frontiere aeree e marittime. Restano i controlli alle frontiere di terra, ma l’area Schengen si allarga.

TRUMPISMO: il candidato repubblicano Donald Trump si impone alle elezioni presidenziali americane di novembre, per i timori di un’Unione europea preoccupata per un deterioramento delle relazioni transatlantiche. Nel suo precedente mandato Trump si era contraddistinto per un approccio muscolare nei confronti dell’Unione europea, avviando guerra dei dazi sulla base di politiche protezionistiche. Ecco perché il ritorno di Trump alla Casa preoccupa in Europa.

UE A DESTRA: le elezioni europee consegnano un’Unione europea in mano alle destre. Il Partito popolare europeo (Ppe) si conferma primo partito, aumentando in consensi e seggi. I socialisti tengono, mentre perdono liberali e verdi. In questo scenario avanzano le forze nazionaliste, euroscettiche e dell’ultra-destra. E’ a queste che il Ppe inizia a strizzare l’occhiolino, dando prova e dimostrazione di forza iniziando a votare con conservatori (Ecr) e parte dei sovranisti (Esn) su dossier che mostrano quello che rischia di essere una realtà tutt’altro che isolata della nuova legislatura europea. Il voto del 14 novembre sul regolamento per la deforestazione ne è una della prime prove. Il Ppe può fare a meno degli alleati tradizionali. E’ l’Europa che si sposta a destra.

VON DER LEYEN BIS: il 2024 è l’anno della vittoria del Ppe alle elezioni europee, risultato che apre la strada per una secondo mandato di Ursula von der Leyen alla testa della Commissione europea europea. La presidente uscente viene riconfermata prima dai leader il 27 giugno, e quindi votata dal nuovo Parlamento europeo il 16 luglio. Il collegio dei commissari riceve la fiducia il 27 novembre, al termine di trattative politiche delicate e contraddistinte da tensioni e braccia di ferro tra i vari schieramenti. E’ la prima volta che una donna ottiene un secondo incarico consecutivo alla testa dell’esecutivo comunitario, e la seconda volta nella storia dell’Ue che una stessa persona guidi per due mandati di fila la Commissione (il primo fu il portoghese José Manuel Borroso, 2004-2009 e 2009-2014)

X: ‘crisi istituzionale’ tra il noto social e la politica a dodici stelle. Dopo che Elon Musk, ha deciso di fare campagna elettorale per Donald Trump e dopo che quest’ultimo ha deciso di mettere Musk nella sua squadra di governo, a Bruxelles in molti hanno iniziato a chiedersi se e quanto sia sostenibile continuare a fare uso di X e del suo servizio di messaggistica istantanea. Testate autorevoli come il Guardian hanno già abbandonato la piattaforma, e lo stesso ha fatto la Federazione della stampa. In Parlamento europeo si inizia a chiedere ai giornalisti come prenderebbero l’approdo della comunicazione sociale del Parlamento su altri lidi.

ZONA EURO: il 2024 è l’anno che segna l’allentamento della politica monetaria della Banca centrale europea, che inizia a ridurre i tassi di interesse da quando sono stati aumentati per contrastare l’aumento dell’inflazione. I tassi vengono tagliati in quattro occasioni: a giugno, a settembre, a ottobre e infine a dicembre. In totale nel 2024 si riduce la pressione di un punto percentuale.

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