Mille alloggi a canone agevolato e non solo. Il 2025 sarà l’anno dell’avvio di nuove costruzioni di edilizia residenziale sociale che sia davvero sociale. Non residenze quindi che costano 4mila al metro quadro. La vice sindaca Francesca Maletti torna sul piano casa annunciato la settimana scorsa. La trasformazione di uffici e terziario in abitazioni a canone agevolato attraverso la garanzia del Comune.
Maletti, il sindaco ha parlato di ‘scandalosa bolla speculativa’. Senza sciogliere il nodo della casa Modena rischia di diventare una città per soli benestanti?
“Da un lato oggi siamo la terza provincia in Italia per reddito pro capite, dall’altro si allarga sempre più una fascia di disagio. Il problema è che chi era ricco è diventato sempre più ricco e chi è povero lo è sempre di più. Pesano i costi per gli affitti, ma in generale il costo della vita a fronte di stipendi e pensioni che non aumentano allo stesso modo”.
Molti lavoratori vanno via…
“Prima chi veniva a lavorare a Modena riusciva a stabilirsi e anche a mandare un po’ di soldi alle famiglie di origine. Adesso ci si stabilisce per poco tempo e poi si va via, oppure si decide di non venire proprio”.
Avete un dato su quante sono le richieste di alloggio?
“Rispetto alle case popolari ci sono 1.200 famiglie in lista di attesa, per quanto concerne invece i nuclei che dispongono anche di due stipendi ma che non riescono ad accedere a una casa a libero mercato le richieste all’Agenzia casa sono 1.500: è questa la famosa ‘zona grigia’, persone che pur lavorando non possono permettersi un’abitazione. Ma poi ci sono tanti che non fanno neanche richiesta e lasciano la città o non vengono”.
Il problema casa è esploso in questi anni. In passato è stato sottovalutato?
“Mah, diciamo che prima il problema si poneva di meno, è cambiata la città. È diventata più attrattiva in termini di possibilità occupazionali, dal punto di vista turistico e per l’università. Quando 15 anni fa ero assessora mi ricordo che la priorità era garantire alloggi o stanze ai padri separati che avevano bisogno di un posto dove vedere i figli durante il weekend. Adesso sono i lavoratori ad averne necessità”.
L’Unione piccoli proprietari infatti promuove il piano mille alloggi va bene, ma i due nodi da affrontare sono i bisogni dei lavoratori e degli studenti.
“Per quanto riguarda gli studenti siamo in contatto con l’università per capire l’entità della domanda. Dobbiamo verificare anche l’efficacia dei nuovi studentati in arrivo, tra cui quello in centro. Sono tanti comunque i modenesi stessi che hanno bisogno di abitazioni: il figlio che vuole andare a vivere da solo, le giovani coppie, l’anziano che vive solo e che vuole vivere in una casa più piccola”.
Per trasformare gli uffici in abitazioni occorreranno pesanti ristrutturazioni. Paga il Comune?
“No, paga il proprietario dell’ufficio”.
E cosa ci guadagna?
“Avere un locale vuoto vuol dire che comunque ci devi pagare l’Imu, le spese condominiali e le spese di manutenzione senza avere nulla in cambio. Affittandolo in modo sicuro attraverso la garanzia del Comune con l’Agenzia Casa significa investire e andarci nel tempo a guadagnare”.
Molti locali e anche abitazioni vuote sono in mano alle banche.
“Proveremo a convincere anche i grandi proprietari sull’utilità economica di avere un locale messo a reddito attraverso l’affitto garantito dal Comune così da non spendere denaro per le spese di manutenzione e vedere depauperato il valore dell’immobile”.
Queste garanzie sugli affitti da parte del Comune hanno un costo. Dove troverete i soldi?
“Una parte li ricaveremo dal bilancio, spostando le risorse dagli interventi necessari per fronteggiare i bisogni delle famiglie senza una casa, è un capitolo corposo, alla voce ‘affitti in garanzia’. Dall’altro cercheremo di coinvolgere i soggetti del territorio per fare fondi di rotazione”.
Oltre alla ‘prevenzione degli sfratti e la ‘gestione’ degli immobili vuoti, la vera svolta sarebbe la terza leva della strategia di cui avete parlato la settimana: la costruzione di nuove case.
“Il 2025 sarà l’anno dell’avvio delle procedure per prevedere edilizia sociale vera, non abitazioni 4mila euro al metro quadro come si propongono adesso”.
Il Pug però dice che non si può consumare nuovo suolo.
“Per l’edilizia popolare e l’edilizia sociale, se è davvero popolare e sociale appunto, ci sarà spazio all’interno del piano casa. A Modena ci sono aree dove è possibile creare delle cittadelle con servizi”.
L’assessora Ferrari è d’accordo?
“Certo, in giunta troveremo il modo e la quadra per dare una risposta a un problema così urgente. Io sono in sintonia con l’assessora Ferrari”.
Come si convincono le imprese edili a costruire ‘più sociale’?
“Il bonus 110 per cento di certo non ha aiutato perché ha fatto lievitare i costi delle costruzioni e delle materie prime. L’unica leva è quella fiscale, consentendo la riqualificazione di aree dismesse da destinare a libero mercato in cambio di nuove costruzioni a prezzi meno onerosi. Bisogna trovare l’equilibrio tra la difesa del suolo e la risposta ai bisogni abitativi”.
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