Lo studio di Unioncamere. Il presidente di Confartigianato Trentino Andrea De Zordo:«Fenomeno trainato dalle dinamiche dell’edilizia»
Merce rara gli artigiani, soprattutto se italiani. Dal 2014 al 2024 il numero delle imprese individuali è calato del 9,20%. Un perdita causata dalla scomparsa dei lavoratori italiani, i quali in dieci anni sono calati del 14,60%. L’emorragia è stata parzialmente frenata dagli artigiani stranieri. Operai, commercianti, ristoratori, agricoltori stranieri che hanno scelto l’Italia per la loro impresa artigiana individuale. Grazie all’aumento, negli ultimi dieci anni, del 20,3% delle attività gestite da non italiani, il settore artigianale non ha registrato perdite ancora più gravi.
In regione
Il Trentino – Alto Adige è l’unica regione d’Italia che non segue questa tendenza: se in ogni parte dello Stivale si registrano dei segni meno davanti al numero delle imprese totale, la regione autonoma può sfoggiare un +6,10% di crescita negli ultimi 10 anni delle imprese individuali artigiane. Questi i numeri elaborati da Unioncamere-InfoCamere e Movimpresa. «Sicuramente il sistema artigiano in Trentino tiene grazie alle realtà che sono già sul territorio, che hanno una storicità e che hanno goduto del superlavoro generato dai vari bonus edilizi degli ultimi anni, considerando che più del 60% delle imprese artigiane in Trentino fanno riferimento a quella filiera», ha spiegato il presidente di Confartigianato Trentino Andrea De Zordo.
Il confronto
Un sistema che regge, a differenza per esempio del Veneto (-11%) o delle Marche (-21,90%), grazie all’impercettibile calo delle imprese individuali a conduzione italiane: negli ultimi dieci anni sono diminuite dello 0,19%. Questo è il dato più basso di tutta la nazione. Ad esempio, in Abruzzo il numero è sceso del 22,31%, mentre nelle Marche del 22,98%. Ma i numeri sono positivi grazie anche all’aumento delle imprese artigiane individuali aperte da cittadini non italiani: dal 2014 ad oggi questa tipologia è aumentata del 49%. Questo numero è terzo più alto di tutta Italia, dopo la Valle d’Aosta (+49,7%) e la Campania (147,3%). «Unito alla tenuta delle imprese gestite da italiani, è stata riscontrata la nascita di nuove aziende con un titolare straniero — ha detto De Zordo —. Questo fenomeno è sempre stato trainato dalle dinamiche dell’edilizia. Questo business era evidente e quindi più di uno ha intrapreso questa strada imprenditoriale». E ha aggiunto: «È più facile per gli stranieri aprire un’impresa individuale che una con più persone. Questo è il primo passaggio, al massimo poi si punta ad ampliare l’organico».
Nell’impresa individuale, la figura dell’imprenditore artigiano coincide con quella di titolare della stessa. Questa è la definizione di questo tipologia di azienda, la quale è la più diffusa sul territorio regionale. «Partendo dal presupposto che il 94% delle imprese è composto al massimo da 9 dipendenti — ha affermato De Zordo —, ricordo che più del 60% è costituito dal solo operaio».
Le imprese artigianali individuali
Se si guardano i numeri assoluti, in Italia sono presenti 979.127 imprese artigianali individuali, di queste 200.779 sono gestite da stranieri. Il peso di quest’ultima tipologia d’aziende sul totale è del 20,5%. Fino a dieci anni fa era del 15,5%. Per quanto riguarda il Trentino – Alto Adige, in totale sono presenti 20.022 imprese, di cui 3.608 sono gestite da stranieri. Questo significa che nella regione autonoma le imprese individuali non gestite da italiani pesano per il 18% del totale. Nel 2014 la percentuale era del 12,8%.
Il report analizza anche le due province autonome nello specifico. In Trentino le imprese individuali artigiane sono 9.022, di cui 1.606 sono gestite da stranieri (il 17,8% del peso totale). Nel 2014 i numeri erano leggermente diversi: 9.145 le imprese totali, mentre quelle non italiane erano 1.302 (il 14,2% del peso totale). Le nazioni estere più rappresentate sul territorio sono, in ordine, Albania, Romania e Marocco. Per quanto riguarda l’Alto Adige, gli artigiani stranieri sono 2.002 su un totale di 11.000 imprese (il 18,22% del totale). Dieci anni fa le aziende erano 9.722 e quelle individuali gestite da stranieri erano 1.119 (l’11,5% del totale).
A livello nazionale, la crescita dell’artigianato gestito da stranieri è trainato da imprenditori over 50 (+125,7% negli ultimi dieci anni) e di quelli over 70 (+223,5%). Ma il dato più interessante è quello relativo alla differenza di genere: in dieci anni si è ridotto il gap tra donne e uomini per quanto riguarda la gestione individuale di un’impresa artigiana. Se nel 2014 lavoravano 17,1 donne ogni 100 uomini, adesso il dato è salito a 20,1. Nel Nord-Est questo numero è passato da 15,7 a 19,7. Questo significa che è avvenuta una forte crescita nell’imprenditoria femminile non solo italiane, ma anche straniera.
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