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Oltre 1500 detenuti sono fuggiti da un carcere di massima sicurezza nella capitale e ora la popolazione è terrorizzata da catene di allarmi che viaggiano su WhatsApp. Mentre negozi, distributori di benzina e rivenditori di gas hanno esaurito le scorte e il candidato d’opposizione Venâncio Mondlane annuncia la volontà di assumere l’incarico di presidente il 15 gennaio
Una notte insonne, forse la prima di una lunga serie. Maputo non riesce nemmeno più a chiudere gli occhi, avvolta come è nella paura e nell’insicurezza. La capitale del Mozambico attraversa i peggiori disordini dall’indipendenza dal Portogallo avvenuta nel 1975. A innescare l’ultima ondata di proteste è stata la pronuncia del Consiglio Costituzionale che, pur riconoscendo almeno parzialmente quei brogli già denunciati da diversi osservatori internazionali indipendenti e ritoccando al ribasso le percentuali (dal 70 al 65%), lunedì 23 dicembre ha validato le elezioni di ottobre consacrando la vittoria di Daniel Chapo e del FRELIMO, partito ininterrottamente al potere da 49 anni. Ma a far precipitare la città e la sua popolazione nel terrore è stato un altro evento, avvenuto a Natale.
Oltre 1500 prigionieri in fuga
Oltre 1500 prigionieri sono evasi dal carcere di massima sicurezza della città. Secondo quanto affermato alla stampa del capo della polizia Bernardino Rafael, la fuga sarebbe avvenuta a seguito dell’agitazione creatasi mentre fuori dal carcere diversi manifestanti antigovernativi invocavano la liberazione dei loro prigionieri. Questa agitazione avrebbe provocato la caduta di un muro e la conseguente fuga di oltre 1500 uomini armati. Nella colluttazione sarebbero morte 33 persone, incluse due guardie carcerarie, mentre circa 150 fuggiaschi sarebbero stati immediatamente catturati di nuovo.
Il panico nei bairros
La presenza di più di mille prigionieri liberi ha precipitato la cittadinanza nel panico. Su WhatsApp hanno iniziato a correre messaggi e audio che avvisavano della presenza di criminali in tutti i bairros, i quartieri più poveri della città. Diverse persone sono state svegliate da telefonate nel cuore della notte, con un invito a non dormire ma a recarsi per strada e organizzarsi in ronde. Numerose le segnalazioni di uomini armati di machete. Alcuni passanti sospettati di essere criminali evasi sarebbero stati catturati, malmenati, addirittura sottoposti a esecuzioni sommarie, secondo voci non verificabili.
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L’accusa di Mondlane: “Una fuga orchestrata”
Venâncio Mondlane, candidato presidente d’opposizione appoggiato dal partito PODEMOS, che gode di ampio sostegno da parte della popolazione più giovane, ha continuato a mandare messaggi con le sue dirette social dalla località in Sud Africa in cui si è rifugiato per proteggere la sua vita e la sua libertà da ritorsioni del partito al potere. Mondlane, che attraverso i suoi canali denuncia le violenze degli agenti di polizia, accusa il governo di aver orchestrato la grande evasione per sottoporre la popolazione a una grande pressione psicologica, incutere timore e invitare le persone a non uscire di casa, in modo da bloccare le proteste che ormai da due mesi abbondanti imperversano per le strade della capitale e in molte altre città. Una autentica strategia della tensione che avrebbe come fine ultimo quello di poter imporre uno stato d’emergenza.
Una città paralizzata
Il 26 dicembre, il canale di informazione libero TV Suceso ha mostrato all’interno del suo programma Casos do Dia, un video in cui alcuni prigionieri (“cento giovani”, secondo Mondlane) venivano uccisi in carcere. Su uno dei canali WhatsApp attraverso cui vengono veicolate le notizie dall’opposizione, si accusa il FRELIMO di aver mandato propri uomini nei quartieri per incutere il terrore e sparare alle persone facendosi passare per detenuti evasi. Ciò che è certo, è che le attività commerciali sono chiuse, i negozi – presi d’assalto nei giorni scorsi – hanno esaurito le scorte, il cibo scarseggia e il gas pure, i mezzi di trasporto non circolano praticamente più. Maputo, una capitale solitamente vivacissima con un’area metropolitana da più di 3 milioni di abitanti, è paralizzata e rischia seriamente di trasformarsi in una città fantasma.
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Informazione, controinformazione e disinformazione
Il tutto rimane al centro di una guerra di informazione, disinformazione e controinformazione in cui identificare con certezza i confini tra la verità e le bugie, tra i fatti concreti e le false flag, sta diventando sempre più difficile. Una situazione che genera incertezza e terrore in un popolo che ha passato una notte senza sonno e che si prepara ad altre simili nei prossimi giorni, mentre nessuna delle due parti in gioco sembra voler fare un passo indietro. Non il governo del presidente uscente Filipe Jacinto Nyussi, non il candidato dello stesso partito destinato a subentrargli, Daniel Chapo, non Venâncio Mondlane, che ha annunciato l’avvio da lunedì 30 dicembre della fase “Ponta de Lança” (espressione portoghese letteralmente traducibile come punta di lancia, ma che significa anche testa di ponte) per poi assumere l’incarico il 15 gennaio nonostante la decisione a lui avversa del Consiglio Costituzionale.
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