Inps
ADESIONE ALLA PIATTAFORMA SEND
L’Istituto Nazionale della Previdenza Sociale (Inps) ha recentemente comunicato la propria adesione alla “Piattaforma per la notificazione digitale degli Atti della Pubblica Amministrazione” (come stabilito dall’articolo 26 del decreto-legge 16 luglio 2020, n. 76, convertito dalla legge 11 settembre 2020, n. 120).
Questa importante iniziativa è stata ufficializzata attraverso il messaggio Hermes del Direttore Generale Inps n. 4121.
L’adesione alla Piattaforma notifiche si inserisce in un programma più ampio di evoluzione del sistema informativo dell’Istituto, finalizzato all’integrazione dei flussi informativi, alla digitalizzazione e all’automazione dei processi amministrativi.
In particolare, le attività di digitalizzazione delle comunicazioni rientrano nel progetto “Pnrr_53 Piattaforma Notifiche”. L’obiettivo principale di questo progetto d’innovazione è l’efficientamento dei processi di notifica e comunicazione. La piattaforma Send garantisce la certezza degli effetti giuridici della notifica, anche in caso di avviso di mancato recapito o di irreperibilità assoluta del destinatario. I benefici attesi dall’implementazione di questa piattaforma includono:
1.Digitalizzazione degli atti e del processo di notifica.
2. Certificazione della notifica degli atti amministrativi.
3. Riduzione del contenzioso.
4. Maggiore trasparenza del procedimento, con la possibilità di visualizzare le informazioni tramite il canale di postalizzazione tradizionale e attraverso il Cruscotto di Monitoraggio della Postalizzazione.
Per i destinatari dotati di Pec o di un servizio elettronico di recapito certificato qualificato, la piattaforma Send procederà alla notifica nel domicilio digitale. Se la casella risulta satura dopo almeno 7 giorni, verrà effettuato un nuovo tentativo. In caso di esito negativo o di indirizzo elettronico non valido, l’avviso di mancato recapito sarà reso disponibile in un’area riservata per ciascun destinatario.
Per i destinatari di notifica analogica, la normativa prevede che, in caso di impossibilità di recapito per cause diverse dalla temporanea assenza o dal rifiuto, l’addetto al recapito postale effettuerà indagini per accertare l’indirizzo corretto del destinatario. Gli esiti di tali accertamenti verranno comunicati al gestore della piattaforma. Gli utenti che utilizzano la cassetta postale Inps riceveranno l’avviso di avvenuta ricezione sulla propria cassetta postale online o mobile e potranno collegarsi su Send utilizzando le proprie credenziali Spid o Cie.
In caso di primo accesso, sarà possibile inserire le informazioni necessarie, come il recapito digitale e eventuali delegati.
Gli atti notificati saranno disponibili su Send per 120 giorni dalla data di perfezionamento. Le prime notifiche tramite Send saranno effettuate dall’Inps a partire dal corrente mese di dicembre 2024, riguardanti i provvedimenti di Riscatti, Ricongiunzioni e Rendite della gestione privata, seguiti da comunicazioni relative a rinunce, rigetti, decadenze e recuperi di somme non dovute.
È importante sottolineare che questo sistema è un’iniziativa pubblica realizzata da PagoPA e l’adozione da parte dell’Istituto rappresenta un significativo passo verso un Inps sempre più digitale e al servizio dei cittadini, assicurando una comunicazione più efficiente e trasparente.
Pensione di reversibilità
RIMBORSI IN ARRIVO DALL’INPS
Il pagamento della pensione di reversibilità ai superstiti di un familiare assicurato varia. Dipende sia dal familiare o parente a cui la prestazione è destinata, e in tal caso si deve calcolare su percentuali differenti, e sia dal fatto se l’avente diritto al trattamento ai superstiti lavora o meno e che reddito percepisce. Finora le regole in tal senso sono sempre state molto chiare e rigide. Ma ora qualcosa è cambiato. Vediamo come.
Le norme relative al pagamento della pensione di reversibilità stabiliscono che il coniuge superstite che ha diritto alla prestazione, se lavora o possiede altri redditi propri, deve ricevere un importo mensile che si riduce progressivamente all’aumentare del proprio reddito.
In pratica, più alto è il reddito percepito dal superstite e meno si può prendere di reversibilità.
La Corte Costituzionale, con una sentenza del 2022, si è, però, espressa sulla questione del calcolo, stabilendo che se il superstite che ha diritto a ricevere la prestazione percepisce altri redditi, le riduzioni non possono e non devono mai superare le stesse entrate del beneficiario.
Secondo la Corte, infatti, nel caso di cumulo di pensione di reversibilità con redditi aggiuntivi non si può calcolare una decurtazione superiore all’importo di tali redditi, fissando così nuovi limiti per le decurtazioni.
E l’Inps ha deciso di procedere al rimborso di chi ha ricevuto una pensione decurtata negli ultimi cinque anni.
E’ stato stabilito che, una volta che viene calcolata la pensione di reversibilità spettante rispetto al trattamento originario del defunto, si deve valutare il reddito personale di chi la deve percepire.
Secondo la Cassazione, non devono essere considerate anche altre entrate, come la stessa pensione di reversibilità, o il Tfr che è tassato separatamente, o, ancora, la rendita catastale dell’abitazione principale rivalutata del 5%;
Se calcolando il taglio in base al reddito personale, la parte di reversibilità che viene trattenuta è maggiore del reddito stesso, la decurtazione va operata in misura pari a quel reddito.
Secondo quanto spiegato, i rimborsi da parte dell’Istituto di Previdenza saranno riconosciuti ai superstiti di un pensionato che possedeva una pensione ingente, nei casi di elevata differenza tra i redditi dei coniugi.
Per ottenere il rimborso bisogna aver subito la riduzione della pensione di reversibilità negli anni dal 2019 al 2023. Dal 2024 in poi i calcoli sono stati effettuati seguendo i nuovi criteri.
Per ottenere i rimborsi, occorre controllare il limite di reddito annuale di riferimento oltre al quale sono scattati i tagli e che è stato:
nel 2019 di 20.007,39 euro annui;
nel 2020 e nel 2021 oltre i 20.107,62 euro annui;
nel 2022 oltre i 20.449,26 euro annui;
nel 2023 oltre i 21.985,86 euro annui.
Va inoltre precisato che l’Ente rimborserà non solo quanto sottratto impropriamente ma anche i relativi interessi e la rivalutazione.
Congedo di paternità obbligatorio
TERMINI DI PRESCRIZIONE E DECADENZA
Con il messaggio Inps del 17 dicembre scorso, n. 4301, l’Istituto di previdenza chiarisce i termini di prescrizione e di decadenza applicabili al congedo di paternità obbligatorio (Testo Unico sulla maternità e paternità).
Riguardo al termine di prescrizione, si applica il termine annuale di cui all’articolo 6, ultimo comma, della legge 11 gennaio 1943, n. 138, previsto per l’indennità di malattia.
Per la decadenza, invece, si conferma l’applicazione del termine annuale di cui all’articolo 47, terzo comma, del decreto del Presidente della Repubblica 30 aprile 1970, n. 639.
Il congedo di paternità obbligatorio – si ricorda – è una misura fondamentale a sostegno della genitorialità, pensata per favorire una distribuzione più equa delle responsabilità familiari e promuovere la parità di genere nel mondo del lavoro. Negli ultimi anni, il legislatore ha rafforzato questo istituto, consentendo ai padri lavoratori di dedicarsi ai neonati senza rinunciare a un’indennità economica garantita dall’Inps.
Recentemente, con il predetto messaggio l’Ente previdenziale ha – come detto – fornito importanti chiarimenti riguardo ai termini di prescrizione e decadenza relativi a questo diritto, offrendo indicazioni pratiche per evitare la perdita delle indennità.
Cos’è il congedo di paternità obbligatorio
Il congedo di paternità obbligatorio, regolato dall’articolo 27-bis del Decreto Legislativo 26 marzo 2001, n. 151 (Testo Unico sulla maternità e paternità), è un diritto irrinunciabile che consente ai padri lavoratori dipendenti di assentarsi dal lavoro per un periodo di 10 giorni lavorativi. Questo periodo deve essere fruito entro i primi cinque mesi dalla nascita, adozione o affidamento di un figlio.
L’obiettivo del congedo è duplice: da un lato, promuovere una maggiore partecipazione dei padri nella cura dei figli sin dai primi giorni di vita; dall’altro, sostenere la parità di genere, alleggerendo il carico sulle madri. Durante il congedo, il lavoratore ha diritto a un’indennità economica pari al 100% della retribuzione giornaliera, finanziata dall’Inps ma solitamente anticipata dal datore di lavoro.
Raccomandazioni per i lavoratori
L’Inps invita i lavoratori e le aziende a prestare particolare attenzione al rispetto dei termini di prescrizione e decadenza. È fondamentale che i padri pianifichino in anticipo la fruizione del congedo e presentino tempestivamente la domanda.
I datori di lavoro, dal canto loro, dovrebbero garantire un’adeguata informazione e supporto ai dipendenti per evitare che questi ultimi perdano il diritto all’indennità.
Civ Inps
APPROVATO IL BILANCIO PREVENTINO 2025
Il Consiglio d’indirizzo e vigilanza dell’Inps, nella seduta del 16 dicembre 2024, ha approvato il Bilancio preventivo dell’Istituto per l’esercizio 2025.
Il bilancio rileva un risultato di esercizio negativo di 9.287 milioni di euro, sostanzialmente pari alle previsioni assestate del 2024 che segnalavano -9.210 milioni di euro.
Le entrate previste per contributi ammontano a 282.812 milioni di euro, con un incremento del 2,1% rispetto al preventivo assestato dell’anno precedente (276.982 mln), mentre le entrate provenienti dalla fiscalità generale si attesteranno a 164.720 milioni di euro, in riduzione del 10,61% in confronto alle previsioni assestate 2024 (182.197 mln).
La diminuzione dei trasferimenti è da imputare quasi interamente alla riduzione degli sgravi contributivi e agevolazioni per l’occupazione per i quali si prefigura, a legislazione vigente, una contrazione da 39.249 milioni di euro a 22.095 milioni di euro.
Le uscite previste per le prestazioni ammontano a 426.988 milioni di euro, in aumento del 1,1% rispetto all’assestamento 2024.
Considerando le principali voci in uscita, il bilancio ipotizza una spesa per le pensioni previdenziali pari a 325.784 milioni di euro, con un incremento del 1,2% in confronto al preventivo assestato 2024, derivante quasi esclusivamente dalle rivalutazioni delle pensioni in essere (pari allo 0,8% per le fasce di importo fino a 3 volte il trattamento minimo, a calare per le fasce superiori).
La spesa relativa al sostegno della famiglia raggiungerà i 27.264 milioni di euro (+1,2% rispetto alle previsioni relative all’anno precedente).
Per quanto attiene l’Assegno di inclusione, è preventivata una spesa di 5.692 milioni di euro, in confronto ai 6.688 milioni di euro a cui era ammontata l’ultima annualità del Reddito e Pensione di cittadinanza (Rendiconto generale 2023), già ridotta rispetto ai livelli massimi di 8.871 milioni raggiunti nell’annualità 2021.
Per il Supporto per la formazione e il lavoro, anch’esso di nuova introduzione, si ipotizza una spesa di 641 milioni di euro.
Il bilancio prevede inoltre spese per il funzionamento dell’Ente pari a 4.966 milioni di euro, con una diminuzione dello 0,74% rispetto al preventivo consolidato 2024.
La situazione patrimoniale netta dell’Istituto alla fine dell’esercizio 2025 si stima in positivo di 18.787 milioni di euro, registrando un peggioramento di 6.287 milioni di euro in confronto alle previsioni assestate 2024.
“Il bilancio preventivo 2025 è stato redatto sulla base degli indicatori macroeconomici contenuti nel PSB che prevedono per il prossimo anno una crescita moderata del Pil e un rallentamento del trend occupazionale, con effetti diretti sulle entrate contributive” ha sottolineato Roberto Ghiselli, Presidente del Civ dell’Inps. “Il bilancio inoltre evidenzia, anche per il prossimo anno, una tenuta della spesa pensionistica sulla quale incidono da un lato il basso livello di rivalutazione delle pensioni e dall’altro il tendenziale contenimento del numero di pensioni liquidate, in particolare derivante dalla diminuzione delle uscite anticipate conseguenti alle modifiche normative recentemente introdotte”.
Omnia Is
RILASCIATI NUOVI SERVIZI
Ancora nuovi servizi disponibili all’interno della piattaforma unica delle integrazioni salariali Omnia Is, realizzata dall’Istituto di previdenza nell’ambito del Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr).
Con il messaggio Inps del 20 dicembre scorso, n. 4386, l’Ente previdenziale comunica che, dal 1° gennaio 2025, le domande di Assegno di integrazione salariale, del Fondo di solidarietà bilaterale per le attività professionali e del Fondo di solidarietà bilaterale del settore marittimo – Solimare, devono essere presentate esclusivamente tramite la piattaforma Omnia Is.
Conseguentemente, dalla medesima data, viene dismesso “Cifweb”, attualmente in uso per la presentazione delle domande in oggetto.
La piattaforma Omnia Is è raggiungibile attraverso il servizio “Accesso ai servizi per aziende e consulenti”.
I risultati
CAMPAGNA DI CUSTOMER EXPERIENCE 2024
Con il messaggio Inps del 17 dicembre 2024, n. 4308, l’Istituto di previdenza ha trasmesso gli esiti, aggregati a livello nazionale, della campagna di Customer Experience 2024.
I rispondenti 2024 sono stati pari all’8,25% del totale delle e-mail inviate, in aumento rispetto al tasso di adesione del 2023 (pari al 7,63%).
L’indice di soddisfazione globale sull’esperienza avuta con l’Inps nel 2024 (scala di gradimento da 1 a 5) si è attestato sul valore di 4,13 e si colloca, quindi, nell’area “molto/completamente soddisfatto”.
Tale punteggio non è mai stato rilevato nelle precedenti indagini e, rispetto al 2023, si è registrato un incremento di 0,25 punti.
Per ulteriori informazioni, è comunque possibile consultare il predetto messaggio Inps n. 4308/2024
Carlo Pareto
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