Il prossimo consiglio comunale del 30 dicembre vedrà, tra gli argomenti di discussione, una mozione presentata da Sinistra Riformista per Santeramo sull’introduzione di una soglia salariale minima di 9 euro negli appalti comunali.
La questione del cosiddetto “salario minimo” è, da tempo, oggetto di discussione nel dibattito politico nazionale. La ratio, stando ai promotori (a livello nazionale sono il Partito Democratico, il MoVimento 5 Stelle e altri partiti orbitanti nell’alveo del centrosinistra), è quella di garantire, nelle fasce lavorative nelle quali non è presente alcuna contrattazione collettiva nazionale, un salario garantito.
Il tema, divenuto nuovamente attuale essendo uno degli emendamenti alla manovra di bilancio statele, si sposta a livello comunale comunale con la prossima discussione della mozione in consiglio comunale che riguarda l’introduzione, di un tetto minimo salariale, che si vorrebbe far applicare alle azienda vincitrici, a livello comunale, di appalti pubblici.
Sull’argomento, in una nota pervenuta in Redazione, il gruppo di Fratelli d’Italia di Santeramo – rappresentato in assise, all’opposizione dell’amministrazione Casone, dal consigliere comunale Nico Difonzo e dall’ex candidato sindaco Teresa Patrizia Paradiso – interviene esponendo la propria posizione.
«Il nuovo Codice dei Contratti Pubblici (D.Lgs. 36/2023), entrato in vigore il 1° luglio 2023, ha – si legge nella nota – introdotto un sistema organico e strutturato di tutele per i lavoratori impiegati negli appalti pubblici. In particolare, l’articolo 11 del Codice stabilisce l’obbligo inderogabile di applicare i contratti collettivi nazionali e territoriali in vigore per il settore e per la zona nella quale si eseguono le prestazioni, stipulati dalle associazioni dei datori e dei prestatori di lavoro comparativamente più rappresentative sul piano nazionale».
«Questo sistema normativo – scrive la locale sezione di Fratelli d’Italia – è stato ulteriormente rafforzato dalle Linee Guida ANAC n. 13 sulla disciplina delle clausole sociali, che forniscono un quadro dettagliato per garantire la stabilità occupazionale e adeguate condizioni retributive. L’attuale ordinamento prevede inoltre specifici meccanismi di verifica attraverso le tabelle ministeriali sul costo del lavoro, come stabilito dall’articolo 41, comma 13 del Codice».
Secondo Fdi Santeramo «la proposta di introdurre una soglia salariale minima fissa di 9 euro presenta diverse criticità tecniche».
«In primo luogo, l’imposizione di una soglia retributiva uniforme rischia di configurarsi come una limitazione sproporzionata della libertà d’iniziativa economica, tutelata dall’articolo 41 della Costituzione. La giurisprudenza costituzionale ha più volte ribadito che eventuali limitazioni devono rispettare il principio di proporzionalità e ragionevolezza.
L’articolo 100 del Codice dei Contratti Pubblici stabilisce espressamente che i requisiti speciali di esecuzione dell’appalto debbano essere proporzionati e compatibili con il valore e l’oggetto della prestazione. Una soglia salariale uniforme, applicata indistintamente a tutti gli appalti, violerebbe questo principio fondamentale. Il sistema italiano di determinazione dei salari si basa sulla contrattazione collettiva, che tiene conto delle specificità dei diversi settori produttivi e delle condizioni territoriali».
«L’introduzione – si legge nella nota – di una soglia rischierebbe di alterare questo equilibrio, creando disparità e possibili distorsioni del mercato. Inoltre, l’introduzione di requisiti potenzialmente illegittimi esporrebbe l’amministrazione comunale a un elevato rischio di contenziosi, con conseguenti costi per la collettività e potenziali ritardi nell’esecuzione degli appalti».
«In alternativa alla mozione presentata, il nostro gruppo propone – prosegue Fdi Santeramo nella nota – l’implementazione di un sistema articolato di controlli e verifiche, pienamente conforme al quadro normativo vigente. Proponiamo la creazione di una commissione specializzata per la verifica dell’applicazione dei CCNL e delle tabelle ministeriali, composta da tecnici qualificati e rappresentanti delle parti sociali».
«La vera sfida – si legge a margine della nota – non è introdurre nuovi vincoli di dubbia legittimità, ma garantire l’effettiva applicazione degli strumenti già previsti dalla legge».
***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****
Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link