AUGUSTA – Fa discutere la relazione di Arpa Sicilia, l’Agenzia regionale per la protezione dell’ambiente, sul consumo di suolo (nuovo consumo più aree ripristinate) comune per comune, pubblicando lo scorso 12 dicembre il “Rapporto di monitoraggio del consumo di suolo ed elaborazione analisi di stato e/o andamenti anno 2023”.
È l’ente della Regione a certificare che Augusta è la città siciliana con il maggiore aumento nel 2023, pari a 35 ettari (350mila metri quadrati) di suolo consumato, seguita da Catania (21 ettari) e Marsala (16 ettari), ‘contribuendo’ alla conferma del primato anche della provincia di Siracusa con 92 ettari di incremento. Il dato riguarda, precisamente, la variazione del consumo di suolo 2022-2023 in ettari a livello comunale con fonte elaborazioni Ispra su cartografia Snpa (Sistema nazionale protezione ambiente).
La prima reazione arriva dal comitato “Salvare Augusta”, che ha tenuto una conferenza stampa ieri mattina, con gli interventi di Enzo Parisi (Legambiente Augusta), Gianmarco Catalano (coordinamento “Punta Izzo possibile”) e Andrea Tringali (associazione di promozione sociale “Piano Terra”).
“Oltre 35 ettari in un solo anno, l’equivalente di 49 campi di calcio – riassumono in una nota diramata a margine – Con questo dato, Augusta si piazza in testa alla classifica dei comuni siciliani per consumo di suolo nel 2023, davanti persino alle città metropolitane di Palermo (21 ettari) e Catania (15 ettari) che, sommate insieme, consumano quasi quanto il comune megarese riesce a consumare da solo“.
“Dall’esame delle cartografie elaborate da Ispra e Arpa, i 35 ettari consumati ad Augusta si collocano in prevalenza nella zona industriale – premette il comitato (come da immagine che la Redazione ha trovato e pubblicato qui sopra) – dove accanto ai campi fotovoltaici spiccano i 6 ettari cementificati da Sonatrach per la realizzazione di un complesso edilizio composto di uffici, magazzini e diversi fabbricati in cemento armato da adibire a officine. Il tutto in un’area soggetta a vincolo di tutela 1 (paesaggio 7f) secondo il Piano paesaggistico regionale“.
Ma l’attenzione del comitato, come già dettagliatamente esposto in precedenti iniziative pubbliche, è rivolta a piani di lottizzazione, ipermercati, fast-food e discariche. “Nuovi fabbricati residenziali sono invece sorti tra il Monte Tauro e la Gisira (Brucoli), località quest’ultima dove tra il 2022 e 2023 sono scomparsi circa 8 ettari per far spazio a nuove villette – si legge ancora nella nota del comitato – Al cospetto di questo scenario allarmante, che produce enormi danni socio-ambientali, sanitari ed economici per la collettività, l’Amministrazione comunale non solo ignora il problema ma anzi rilancia con la pianificazione di nuove generose colate di cemento per insediamenti commerciali, turistici e residenziali. Tutti progetti che al momento sono al vaglio del Dipartimento regionale dell’Urbanistica dopo le denunce depositate da “Salvare Augusta” e rilanciate da alcuni consiglieri comunali“.
“Salvare Augusta” punta il dito contro l’amministrazione guidata dal sindaco Giuseppe Di Mare, in carica dall’ottobre del 2020: “Se gli interventi urbanistici e d’edilizia privata avallati dall’Amministrazione Di Mare fossero realizzati nei prossimi anni – tra piani di lottizzazione, ipermercati, fast-food e discariche – c’è da attendersi un incremento del consumo irreversibile di suolo di almeno 50 ettari. Una cifra da sommare ai 64 ettari già venuti meno tra il 2021 e il 2023, che rappresentano i tre quarti del territorio consumato ad Augusta negli ultimi 11 anni (2013-2023)“.
“Se lo scopo dell’Amministrazione è quello di raggiungere tristi primati bisogna prendere atto che ci sta riuscendo: Augusta prima in Italia per consumo pro-capite per nuovi abitanti, prima assoluta in Sicilia ed entrata con pieno demerito al 7° posto nella top ten dei comuni italiani per consumo di suolo – si sottolinea – Già oggi un quinto del suolo del comune di Augusta (2.206 ettari della superficie totale di 11.070 ettari) risulta “consumato”, ormai sigillato e impermeabilizzato. E mentre si sta procedendo a grandi passi verso la desertificazione, continuare su questa strada non solo è in contrasto con la normativa che ci impone di non consumarne altro ma una insana strategia auto-distruttiva che è urgente fermare per salvaguardare la vita, il benessere delle persone e dell’ecosistema“.
“Gli Attila, i nuovi e i vecchi vandali – conclude ironicamente “Salvare Augusta” – devono sapere che tagliare gli alberi per piantare cemento è una politica barbara che Salvare Augusta e i cittadini responsabili e consapevoli di questa città continueranno a contrastare democraticamente e a viso aperto“.
Anche Giancarlo Triberio, consigliere comunale d’opposizione e componente dell’assemblea nazionale del Partito democratico, esprime il suo disappunto sul tema del consumo di suolo.
“In questi anni – scrive in una nota – non solo sono stati impiegati fondi pubblici per opere che non apportano né modernità né reale utilità alla nostra città, ma si sta assistendo a un processo di cementificazione selvaggia che sta minacciando irreversibilmente il nostro territorio. L’Amministrazione di Fratelli d’Italia (in realtà giunta di centrodestra con Mpa, Forza Italia e Lega, a guida Fdi, ndr) sembra ignorare completamente le esigenze di uno sviluppo sostenibile, piegandosi agli interessi di pochi a discapito di tutti. Ogni angolo della nostra città è oggetto di una nuova “speculazione edilizia“, senza alcuna visione di futuro, senza un piano di sviluppo che tuteli l’ambiente e la qualità della vita dei cittadini“.
“Uno degli esempi più eclatanti di questa gestione scellerata è la recente approvazione delle autorizzazioni per la costruzione di tre supermercati all’ingresso della città – evidenzia il consigliere – su un’area strategica che rappresenta l’unica via di fuga in caso di emergenza. Questa decisione non solo non risponde a nessuna reale esigenza della nostra comunità, ma crea un problema di viabilità gravissimo, destinato a congestionare ulteriormente una zona già critica. La domanda è: cosa porteranno questi supermercati ai cittadini, se non una maggiore difficoltà nel muoversi e una perdita di qualità del nostro paesaggio urbano? Con un continuo impoverimento delle attività del centro storico“.
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