Frank Gramuglia, l’impiegato da 3 milioni di follower: «Per fare gag su come lavorare meno lavoro 14 ore al giorno. Invece della casa a Milano ho comprato un b&b»

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di
Anna Gandolfi

Le gag con Gerry Scotti e Michelle Hunziker, il fidanzamento (virtuale) con Taylor Mega: da Garbagnate Milanese ha superato quota 3 milioni di follower e Forbes l’ha premiato tra i migliori content creator del 2024

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«Aspetto l’invitation per la videocall».
Quindi Frank Gramuglia fa sul serio.
«Serissimo».

Alfiere della satira sul mondo del lavoro mentre il lavoro è un tema caldo, volto digitale dell’impiegato in perenne braccio di ferro con il capoufficio («Non mi dà l’aumento? Me lo do da solo: lavoro meno per la stessa paga, ahah»), il 37enne Gramuglia buca il tetto dei 3 milioni di fan e Forbes l’ha appena inserito tra i migliori content creator 2024 (numero uno dell’area entertainment). Ma se il suo alter ego virtuale è assediato da conference cui sfuggirebbe – costantemente, convintamente e pure un po’ impunemente -, nella vita reale è proprio lui a fissarle: «Ci sentiamo per l’intervista da remoto?». Dunque eccolo comparire sullo schermo, live da Garbagnate Milanese, ma incorniciato da uno sfondo che sta a metà tra l’interno da quadro fiammingo e il caraibico. «Là dietro ho una pila di panni e non erano belli da vedere».




















































Come nella migliore tradizione delle riunioni da remoto tra colleghi.
«Però il remoto è comodissimo, fa risparmiare un sacco di tempo in spostamenti. Ed è pure meglio delle telefonate tradizionali: se sbagli a dare il tuo numero ti trovi con gente cha chiama dieci volte al giorno».

Le è successo?
«Haivoja. Mi fanno esplodere il telefono. È capitato di andare in un ristorante per un contenuto video e non essere più mollato, meglio limitare: do l’email. Tra l’altro ho un solo numero per tutto: professione e vita privata. Uno degli ultimi scherzi dei capi per cui mi sono licenziato – quando facevo un lavoro vero – è stato proprio bloccarmi il numero: era diventato aziendale e, senza preavviso, quando me ne sono andato l’hanno cancellato. Tac: in un secondo mi sono trovato sganciato dal mondo».

Perché prima di quello sui social aveva un «lavoro vero».
«Negli hotel. A 16-17 anni ho cominciato come barista nel locale di mio padre ad Arese, poi sono entrato nel mondo degli alberghi (2013, primo impiego a Brera) e ho fatto di tutto: portiere di notte, addetto alle prenotazioni, receptionist, fino a diventare direttore in una catena con strutture a Rho, Firenze, la Calabria. Ho lasciato nel 2020. Sono stato il primo a fare gag sui social in tema lavoro ed è andata bene».

Online racconta la vita del Frank-impiegato. Ci dica, invece, la giornata tipo del Frank-content creator.
«Mi sveglio di notte e inizio a guardare cose, a vedermi i lavori degli altri».

Non un’abitudine molto sana.
«Lo so, però se mi vengono idee le scrivo. Poi preparo la colazione (possono essere le 4 come le 7) e torno a dormire. Alle 10 sono operativo di nuovo: scrivo ancora, mi invento contenuti. Faccio da solo: filmo, monto, taglio (non ho dipendenti o collaboratori a parte l’agenzia di management che mi aiuta nei contatti con i brand). Così vado avanti fino a sera».

Cioè lavora di più di quando aveva il «lavoro vero».
«Dalle 10 alle 14 ore al giorno. Con una differenza: allora mi alzavo alle 6 per il turno 7-15 con zero soddisfazioni, zero gratificazioni, uno stress… Adesso le ore sono di più ma ciò che faccio mi piace. Inoltre ho la libertà: non dipendo da nessuno, fisso gli orari, rispondo a me stesso».

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Ha descritto la vita del libero professionista.
«Ho la partita Iva».

Guadagno?
«Non amo dare cifre. Ma diciamo che, con contenuti e sponsor, sono sulle dieci volte rispetto a ciò che percepivo quando ero impiegato (non manager! Ho detto impiegato)»

Però ha raccontato: «Diventi partita Iva e scopri di dover pagare cose che neanche immaginavi».
«Ci ho fatto proprio un video. Se ne va metà dell’incasso. Ma se guadagni è giusto pagare le tasse. Anche perché se paghi le tasse vuole dire che guadagni».

Felice delle tasse.
«Felice mai».

Ansia di perdere contatti, di non postare abbastanza?
«Se voglio staccare stacco: il contenuto lo puoi postare anche se sei in vacanza».

Così non è vacanza.
«Ammetto un po’ di ansia. Ho visto ben altro in passato…».

Tipo?
«Nel 2020 mi sono trovato senza lavoro, per via del Covid ero in cassa integrazione dall’hotel. C’era l’affitto da pagare e avevo meno di mille euro sul conto. Non uscivo più perché non potevo permetterlo. Lì ho iniziato con i social: primi contenuti a maggio, prime monetizzazioni a dicembre. Quella sì che era ansia vera: capisco i lavoratori che faticano ad arrivare a fine mese e sto sempre dalla loro parte».

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Dove vive oggi?
«A Garbagnate Milanese»

Frank Gramuglia: «A Milano»

Non Milano?
«Non vivrei a Milano perché detesto il caos e non amo la gente (ride). Quando vado a Milano cerco di ottimizzare: unisco gli appuntamenti, così evito di andarci troppe volte».

L’ufficio degli sketch è molto milanese.
«Ed è vero. È quello dell’agenzia che mi affianca. Li invado… Ma avviso».

Dicevamo, niente casa a Milano.
«Invece di comprare casa per me ho fatto un investimento e aperto un b&b, il GramugliHouse, in viale Carlo Troya. Se ne occupa la mia compagna e io con lei: vengo pur sempre dal settore alberghiero».

Aveva studiato per quello?
«Ho fatto Scienze Politiche e mi sono laureato con una tesi sul Leviatano di Hobbes».

Gramuglia il filosofo.
«Per finire gli esami ho preso una pausa dal lavoro e ne ho fatti sei in sei mesi».

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Gramuglia il secchione.
«Se mi impegno».

Che è stato manager si capisce: mostra di conoscere bene anche l’altra parte della barricata.
«Quando ero direttore mi trovavo con banchetti di 100 persone e la gente in sala che dava malattia all’ultimo minuto. Io tentavo di mediare tra proprietà e dipendenti. Capisco i lavoratori ma capisco anche gli imprenditori che fanno i conti con ‘sta forte pressione fiscale, i dipendenti da pagare, pure qualcuno non devotissimo alla causa. Solo se hai strutture molto forti e organizzate non vai in difficoltà».

Ha detto: «Sei partita Iva, scopri di essere il capo di te stesso e che qualche volta vorresti licenziare te stesso». Con sé stesso come va?
«Per adesso mi comporto bene con me stesso. Magari tra un po’ mi romperò le scatole».

Oggi è un volto noto, premiato da Forbes, e nelle gag ospita personaggi famosi. Ci dica qualcosa su di loro. Michelle Hunziker?
«Bellissima, simpaticissima».

Frank Gramuglia: «A Milano»

Taylor Mega, finta fidanzata in ufficio, convocata mentre impazzava il gossip su di lei e la coppia Fedez-Ferragni.
«Ci seguivamo su Instagram, dovevamo postare tempo fa in verità, faremo altri video. Posso dire ancora “bellissima?”».

Gerry Scotti.
«Super professionale, mi sembrava di conoscerlo da una vita».

Giacomo Poretti.
«Il numero uno. Mi ha chiesto anche di fare teatro, ma io sul live non sono forte».

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Germano Lanzoni.
«Chi mai poteva impersonare il boss?».

Qualcuno che non l’ha filata.
«Herbert Ballerina. Gli ho scritto e non mi ha mai risposto, zero».

Ma, alla fine, è peggio un capo ufficio zelante o un cliente che arriva in reception all’una di notte?
«Il capo ufficio tossico te lo devi tenere, il cliente lo sbologni».

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28 dicembre 2024 ( modifica il 28 dicembre 2024 | 08:38)

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