La FCI di Isetti: «Si riparte puntando su base e sicurezza»

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Se all’elezione del prossimo presidente federale si procedesse per titoli, Daniela Isetti partirebbe con una dotazione di primissimo piano. E’ stata per due mandati vicepresidente della Federciclismo. Oggi è consigliere Uci, ma anche assessore alla Promozione del benessere della persona con deleghe al Welfare, allo Sport e agli Eventi del Comune di Salsomaggiore Terme. Ha fatto parte del Consiglio Nazionale del CONI e ne è vicepresidente in Emilia Romagna. E’ stata lei, con il Centro Studi, a gettare le basi dell’attuale Team Performance della Federazione. Fa parte della UCI Woman’s Commission. E’ stata Assessore allo Sport, cultura, eventi, politiche giovanili del Comune di Salsomaggiore Terme, la sua città. Il suo punto debole, che tale non dovrebbe essere, è il fatto di essere donna, nello sport italiano che professa la parità eppure ha eletto due sole donne ai vertici di federazioni nazionali.

Sembrava che le elezioni del 2021 avrebbero fatto della Federciclismo il pilota del cambiamento: si disse che il presidente uscente Di Rocco la avesse individuata come suo successore. Invece quei voti si spostarono verso l’attuale presidente Dagnoni. Si disse nella confusione di quei giorni che pur di non far vincere Martinello, Di Rocco avesse preferito sostenere il dirigente lombardo, che poi lo tagliò fuori dalla Federazione. Comunque sia, dopo il primo tentativo del 2021, Isetti si candida nuovamente e nuovamente ha le idee molto chiare. Il suo programma, estremamente dettagliato, ha una visione sferica del ciclismo. Lo analizza infatti a 360 gradi e con grande profondità.

Dagnoni, Isetti, Di Rocco, Martinello: i 4 candidati del 2021. Di Rocco avrà un ruolo anche questa volta? (foto Fci)
Dagnoni, Isetti, Di Rocco, Martinello: i 4 candidati del 2021. Di Rocco avrà un ruolo anche questa volta? (foto Fci)
Come già chiesto a Silvio Martinello, qual è la fotografia del ciclismo italiano secondo Daniela Isetti?

C’è bisogno di una riflessione profonda per arrivare a una modalità che finora non abbiamo ancora esplorato, nel rispetto della nostra storia e delle società. Abbiamo bisogno di recuperare il contatto con la base, perché il ciclismo ha perso terreno. In Italia è diverso rispetto ad altre Nazioni. Si parla tanto della Slovenia che ha così poche società e sforna quei campioni. Io credo che averne tante come da noi sia invece un patrimonio. Intorno alla bicicletta sta nascendo un movimento sociale fortissimo, le nostre società devono interagire maggiormente con le Amministrazioni, non solo per l’aspetto agonistico che pure resta centrale. Conosco l’attività delle società di base. Vedo quali difficoltà ci sono e anche quali sono le ricette che in alcune zone le rendono vincenti.

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Perché il ciclismo ha perso terreno?

Le società soffrono per la riforma che le riguarda direttamente. Non tutti erano e sono ancora pronti per affrontare la riforma del primo luglio 2023. E trovo che già in questo la Federazione, attraverso i comitati provinciali e regionali, dovrebbe attivare dei servizi di appoggio e consulenza per chi fa attività e ha problematiche di tipo amministrativo. Detto questo, si vede una certa spaccatura fra l’attività giovanile e quella agonistica. La prima si fa bene sfruttando la possibilità di parchi chiusi e un ambiente sicuro. In quest’ottica, vedo davvero di buon occhio il progetto Bici in Comune, lanciato da ANCI, Ministero dello Sport e Sport e Salute.

Bici in Comune è stato siglato dall’onorevole Pella, il ministro dello sport Abodi e Mezzaroma di Sport e Salute
Bici in Comune è stato siglato dall’onorevole Pella, il ministro dello sport Abodi e Mezzaroma di Sport e Salute
Perché?

Perché dà la possibilità di incentivare la mobilità ciclabile e l’uso della bicicletta come mezzo di trasporto sostenibile. Riqualificare e garantire la sicurezza delle piste ciclabili esistenti. Finanziare progetti relativi all’organizzazione di eventi aggregativo-sportivi ciclistici e di attività cicloturistiche (le candidature per i Comuni saranno aperte fino alle 12 del prossimo 13 gennaio, ndr). E’ uno strumento che spero possano abbracciare in tanti.

Mentre le categorie agonistiche?

Salendo di livello si assiste al depauperamento dovuto alle difficoltà di reclutamento dei ragazzi da parte delle società, per non parlare di tutta la discussione in atto su juniores e under 23. Serve riattivare un discorso di filiera per recuperare numeri e attività. Viste le recenti sentenze in tema sicurezza, le società che organizzano hanno ben più di una preoccupazione e la Federazione deve stargli acanto per evitare che cessino l’attività.

Il Team Performance guidato da Bragato nasce dal Centro Studi voluto da Daniela Isetti
Il Team Performance guidato da Bragato nasce dal Centro Studi voluto da Daniela Isetti
Idee molto chiare sulla base: riparte tutto da lì?

Sono anche molto legata all’alto livello. Il Centro Studi che adesso si chiama Team Performance nasce dal mio incarico precedente in Federazione, ma è chiaro che la ricostruzione deve partire dal basso. E’ stato fatto tanto, ma è evidente che non sia sufficiente, perché siamo di fronte a una riforma epocale. Le società sportive hanno un valore sociale riconosciuto da Sport e Salute (la società dello Stato che si occupa dello sviluppo dello Sport in Italia, ndr). L’attività sportiva è stata inserita nella Costituzione, per cui abbiamo davanti una prateria di iniziative possibili. Serve che la FCI sia più capillare per dare modo a tutti di lavorare in serenità. Se perdiamo il presidio del territorio, non lo recuperiamo più. Per questo dico che una Federazione ambiziosa deve saper coltivare i rapporti con le Istituzioni.

Tutto questo potrebbe infrangersi contro lo statuto federale che per molti aspetti è limitativo.

Lo statuto e la sua riforma sono forse fra i pochi punti che nel mio programma sono stati messi in grassetto. Abbiamo regolamenti da riscrivere, non sono più attuali: sono troppo complicati e poco chiari, fatti in modo che per ogni decisione sia possibile un’alternativa di segno opposto. E’ fondamentale riscriverli e farlo con un lavoro corale, ma anche con una buona dose di professionismo, per non scrivere nuovamente un documento che lasci spazio a interpretazioni. La democrazia deve essere accessibile per tutti e ogni determinazione che sarà presa dovrà essere chiara e leggibile.

Isetti ha seguito le Olimpiadi di Parigi. Qui con Fiona May
Isetti ha seguito le Olimpiadi di Parigi. Qui con Fiona May
Sta reclamando maggiore trasparenza?

La trasparenza è parte del mio programma. Se tutti hanno accesso alle informazioni e alle decisioni, si può avere una vera crescita.

Servirà trasparenza anche nella prossima Assemblea federale?

Me lo auguro, visto che io per prima sono stata vittima di una serie di giochi non proprio chiarissimi. Spero che il 19 gennaio ci siano rapporti diversi, perché certe manovre si riflettono direttamente sul movimento. Spero ci sia maggiore maturità da parte dei candidati e degli elettori, perché la scelta sia basata su motivazioni oggettive e non su conveniente personali. E spero anche che le scelte non avvengano per le promesse ricevute, ma sulla base degli obiettivi. Le promesse non portano lontano e un Consiglio federale composto da troppe anime non consentirà di lavorare in modo costante. Si finirebbe col perdere la maggior parte del tempo e delle risorse in dinamiche di politica interna, perdendo efficacia nella propria azione.

Michael Antonelli è morto nel dicembre 2020, dopo l’incidente alla Firenze-Viareggio 2018
Michael Antonelli è morto nel dicembre 2020, dopo l’incidente alla Firenze-Viareggio 2018
Ci sono fronti di vera urgenza?

Ci sono situazioni su cui bisogna intervenire rapidamente. Una su tutte è la sicurezza stradale di tutti i giorni e subito dopo ci sono le problematiche legate alla sicurezza in gara. Vanno affrontate entrambe in maniera urgente, per evitare che le strade siano sempre meno sicure e che le società, a fronte delle ultime sentenze (il riferimento è alla sentenza per la morte di Michael Antonelli, sulla quale la corte ha stabililto che si poteva evitare segnalando la pericolosità della curva in cui cadde, ndr), preferiscano tirare i remi in barca. Poi ci sarà da capire dall’interno le dinamiche del bilancio federale e capire quali siano davvero i margini di manovra.

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Si lamenta da più parti l’assenza dell’Italia dai tavoli internazionali su cui le riforme vengono scritte.

Non è una riflessione sbagliata. L’Italia ha Enrico Della Casa che molto probabilmente verrà rieletto alla guida del ciclismo europeo. Io sono in UCI, ma senza il supporto della Federazione. Se avessi dietro una Federazione forte, anche i rapporti in seno all’UCI potrebbero cambiare, ma così finora non è stato. Ci sarebbe la possibilità di fare di più. Per ora un motivo di soddisfazione è aver accompagnato Treviso al riconoscimento di UCI Bike City Label, assegnato in occasione dei mondiali di Zurigo alla città veneta come pure a Tokyo. Prima in Italia c’era solo la Val di Sole. Le città inserite in questo speciale elenco sono ora 29 e sono state inserite per la loro determinazione nel puntare sulla bicicletta come modalità di trasporto e mobilità alternativi. Dimostra che se vogliamo, possiamo lavorare bene anche all’interno dell’UCI. Ma serve la presenza di una FCI forte che ci creda e finora non c’è stata.

In tema di presenza italiana ai vertici internazionali, Della Casa, a sinistra, ha ottime chance di essere rieletto alla guida della UEC
In tema di presenza italiana ai vertici internazionali, Della Casa, a sinistra, ha ottime chance di essere rieletto alla UEC
Ci interessa molto la sua visione di insieme, che parte dalla base, include il legame con il territorio e sale fino al vertice.

Dobbiamo rimettere in moto questo tipo di volano, per essere proattivi rispetto alle politiche locali, che possono dare una spinta diversa e creare condizioni favorevoli per le società di base. Nel mio programma si lavora per questo, creando però anche un ponte fra il vertice e la base, coinvolgendo lo sport dei grandi con quello dei piccoli in modo che anche loro si sentano parte della stessa grande famiglia. Come ciclismo abbiamo una storia meravigliosa, che è la storia del Paese, di cui non dobbiamo dimenticarci. Tuttavia dobbiamo fortemente attualizzarla.

LEGGI QUI IL PROGRAMMA ELETTORALE DI DANIELA ISETTI





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