La Manovra di Bilancio 2025 è legge

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Con 108 voti favorevoli, 63 contrari e un astenuto, il Senato ha dato il via libera definitivo alla Legge di Bilancio 2025, trasformandola in legge. La manovra, definita dalla Presidente del Consiglio Giorgia Meloni come un intervento di “grande equilibrio”, mira a sostenere i redditi medio-bassi, promuovere la natalità e ridurre la pressione fiscale, il tutto garantendo il mantenimento dei conti pubblici in ordine. Tra le misure principali, spiccano il taglio del cuneo fiscale, la revisione delle aliquote IRPEF e nuove agevolazioni per famiglie e lavoratori.
Dunque via libera del Senato alla fiducia chiesta dal governo sulla Manovra. Il testo ora è legge. I voti favorevoli sono stati 112, i contrari 67. Un astenuto. Dopo il voto sulla fiducia, la Manovra è stata approvata con 108sì, 63 no e un astenuto. Il valore della Legge di Bilancio per il 2025 è di circa 30 miliardi. 

Taglio del cuneo fiscale e revisione delle aliquote IRPEF

Un sostegno ai redditi medio-bassi

La legge rende strutturale il taglio del cuneo fiscale, estendendolo ai redditi fino a 40.000 euro. Per i redditi fino a 20.000 euro, il taglio resta contributivo, mentre per quelli tra 20.000 e 40.000 euro si traduce in una detrazione fiscale fissa di 1.000 euro. Questo intervento si prefigge di alleggerire la pressione fiscale su ulteriori tre milioni di contribuenti, con un impatto complessivo stimato in 18 miliardi di euro annui.

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Un nuovo assetto per le aliquote IRPEF

Parallelamente, viene confermata la revisione delle aliquote IRPEF introdotta nel 2024, che prevede tre scaglioni di reddito. L’aliquota del 23% sarà applicata agli imponibili fino a 28.000 euro lordi, unificando i primi due scaglioni precedentemente previsti. Questo accorpamento rappresenta una semplificazione del sistema fiscale e mira a favorire i contribuenti con redditi medio-bassi.

Misure per le famiglie: natalità e sostegno economico

Incentivi alla natalità

La Manovra introduce un bonus di 1.000 euro per ogni figlio nato o adottato a partire da gennaio 2025, riservato alle famiglie con un ISEE non superiore a 40.000 euro. Questo provvedimento si affianca al rafforzamento dei congedi parentali, ora indennizzati all’80% per tre mesi entro il sesto anno di vita del figlio, e all’incremento del bonus asilo nido, che raggiunge i 3.600 euro per i nuclei familiari con ISEE inferiori a 40.000 euro.

Esonero contributivo per le mamme lavoratrici

Un’ulteriore misura a sostegno delle famiglie è rappresentata dall’esonero contributivo per le madri lavoratrici, esteso anche a quelle a tempo determinato e autonome. Questo sgravio, valido fino al decimo anno di età del figlio più piccolo, viene potenziato per le madri con tre o più figli, garantendo il beneficio fino al compimento del diciottesimo anno di età del figlio più giovane.

Sostegno all’istruzione e allo sport

Detrazioni per le scuole paritarie

Il tetto delle detrazioni fiscali per le spese scolastiche nelle scuole paritarie viene aumentato a 1.000 euro, offrendo un maggiore supporto alle famiglie che scelgono queste istituzioni.

Fondo Dote Famiglia

A sostegno delle attività sportive e ricreative extrascolastiche, viene istituito il Fondo Dote Famiglia, con una dotazione di 30 milioni di euro per il 2025. Questo fondo è destinato ai giovani di età compresa tra 6 e 14 anni appartenenti a nuclei familiari con ISEE fino a 15.000 euro.

Misure per il lavoro e la competitività

Detassazione premi di produttività e fringe benefit

La riduzione dell’imposta sui premi di produttività dal 10% al 5% viene prorogata fino al 2027, incentivando la partecipazione agli utili d’impresa. Inoltre, vengono confermati i fringe benefit con soglie di esenzione fiscale fino a 2.000 euro per i lavoratori con figli.

Rafforzamento degli incentivi occupazionali

Per i prossimi tre anni, le imprese che assumono dipendenti a tempo indeterminato potranno beneficiare di una deduzione fiscale maggiorata del 20%, che arriva fino al 130% per l’assunzione di categorie particolarmente svantaggiate, come disabili o donne vittime di violenza.

Pensioni e previdenza: nuovi interventi

Aumenti per le pensioni minime

Le pensioni di importo pari o inferiore al minimo verranno incrementate del 2,2% nel 2025 e dell’1,3% nel 2026. Per i pensionati in condizioni di disagio over 70, sono previsti ulteriori aumenti.

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Estensione dei canali di uscita anticipata

I canali di uscita anticipata già esistenti, come Quota 103, Ape Sociale e Opzione Donna, vengono confermati per il 2025. Inoltre, viene introdotta la possibilità di anticipare la pensione a 64 anni attraverso il cumulo tra previdenza obbligatoria e complementare.

Risorse per la sanità e gli investimenti pubblici

Fondi per il Servizio Sanitario Nazionale

Il finanziamento del Servizio Sanitario Nazionale aumenta dai 136,5 miliardi del 2025 ai 141,3 miliardi del 2027, con un incremento annuo superiore al tasso di crescita programmato per la spesa primaria netta. Questo sostegno include anche la tassazione agevolata al 5% per gli straordinari degli infermieri.

Investimenti pubblici e infrastrutture

Per assicurare la continuità degli investimenti pubblici dopo il PNRR, vengono stanziati 24 miliardi per il periodo 2027-2036. Questi fondi sono destinati a interventi di ristrutturazione edilizia, ammodernamento tecnologico e sviluppo infrastrutturale.


Le reazioni

Meloni: “Manovra di grande equilibrio”

“E’ una Manovra di grande equilibrio, sostiene i redditi medio-bassi, aiuta le famiglie con figli, stanzia risorse record per la sanità, riduce la pressione fiscale e dà una mano a chi produce e crea occupazione e benessere”. Così la premier Meloni, dopo l’approvazione della Legge di Bilancio. “Teniamo i conti in ordine, senza rinunciare al programma elettorale.Diamo più slancio all’impegno contro la vera evasione e per un rapporto nuovo tra Stato e cittadini. Un altro passo avanti per un’Italia più giusta, forte, competitiva” 

Manovra: Confimprenditori, Un’occasione mancata per le PMI italiane  

“La legge di Bilancio rappresenta, purtroppo, un’occasione mancata per sostenere concretamente le piccole e medie imprese italiane. In un contesto economico complesso come quello attuale ci aspettavamo misure più incisive e mirate per supportare il cuore pulsante della nostra economia. Tra le criticità più rilevanti segnaliamo la mancata introduzione di incentivi significativi per favorire l’innovazione e l’internazionalizzazione delle imprese, oltre alla necessità di interventi strutturali per ridurre la pressione fiscale. Queste misure avrebbero potuto rappresentare un volano per la crescita e per la creazione di nuovi posti di lavoro. Lo dichiara il presidente di Confimprenditori, Stefano Ruvolo. “Nonostante tutto siamo riusciti a scongiurare un grave pericolo per le aziende italiane: l’estensione della Web Tax anche alle piccole e medie imprese e all’editoria online. Questo intervento avrebbe gravato ulteriormente su realtà già provate dalla crisi, mettendo a rischio la sopravvivenza delle stesse e la libertà di stampa. La pressione fiscale effettiva sui piccoli imprenditori italiani sfiora il 50%, mentre per le big tech è del 36%. Affinché le aziende italiane possano continuare a prosperare, è fondamentale adottare politiche fiscali che favoriscano la loro crescita, anziché ostacolarla. Le Pmi sono il motore dell’economia italiana e non possiamo permettere che vengano lasciate indietro”.

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Manovra: Renzi, Meloni viola regole della democrazia parlamentari

“La presidente Meloni sta violando tutte le regole della democrazia parlamentare”. Lo ha detto il leader di Iv Matteo Renzi parlando in Aula al Senato nell’ambito delle dichiarazioni di voto sulla fiducia sulla legge di bilancio e riferendosi alla blindatura della manovra a Palazzo Madama. Sulla riforma costituzionale, ha evidenziato “avete messo la fazione davanti alla nazione pur di non cambiare il bicameralismo partitario cambiando la Costituzione ma ora lo state facendo violando la Costituzione”. “E’ il 99,7% dei provvedimenti voluti dal governo – ha accusato – sono stati approvati con una sola lettura e questo tema esiste. Da noi va un grazie a Liris per quello che ha fatto. Avete messo da parte la madre di tutte le riforme – ha concluso – fate allora la cognata, lo stop al bicameralismo”.



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