Partecipate, si dimette Lanteri: decaduto il cda della Sidra

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«Il bilancio va riscritto e non ci hanno fatto fare i concorsi per le assunzioni», dice l’ex componente del consiglio di amministrazione

«Mi sono dimesso per molti motivi. Certo, anche perché siamo arrivati alla fine di un percorso ed è giusto che il Comune di Catania proceda con il rinnovo della governance con le mani libere». Raffaele Lanteri, medico e sindacalista Ugl, non è più un componente del consiglio di amministrazione della Sidra, la società che gestisce il servizio idrico in città. Essendosi dimesso l’ex presidente Fabio Fatuzzo e, adesso, anche lui, il cda della partecipata è ufficialmente decaduto. Un film che il sindaco Enrico Trantino aveva già visto con la Multiservizi.

Oggi pomeriggio il primo cittadino, in rappresentanza del socio unico, dovrebbe provvedere col rinnovo della governance di Catania Rete Gas (Gianfranco Todaro sempre alla presidenza, in quota Daniele Bottino per Fratelli d’Italia), mentre lunedì dovrebbe toccare alla Sidra. Si vocifera che la presidenza sarà affidata all’avvocato di Aci Bonaccorsi Mario Di Mulo (vicino al deputato regionale Salvo Tomarchio, Forza Italia), mentre gli altri due componenti dovrebbero essere un uomo di FdI (area Salvo Pogliese e Andrea Barresi) e una donna Mpa.

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La pazienza dei partiti, finita da mesi, è arrivata al punto di non ritorno. Durante l’ultima riunione del cda di Sidra, la mattina del 23 dicembre, è stato scritta la parola “fine” su un ciclo. «Devo registrare – dichiara Lanteri a La Sicilia – che dopo tanti anni e tanto lavoro non ci è stato concesso di fare i concorsi per le assunzioni. Dal 1° gennaio non so come garantiremo le attività della società, la continuità del servizio, visto che non abbiamo potuto rinnovare i consulenti». Che sì, sono i professionisti (spesso meloniani) e gli esperti di recupero crediti, «ma anche persone che si occupano di front office, rapporti con l’Arera e dell’ufficio gare, e che vengono a lavorare tutti i giorni».

Sono cioè finte partite Iva? «È una parola grossa, ma sono persone che con spirito di abnegazione fanno più di quanto dovuto». Del resto, «avremmo voluto fare concorsi per soli titoli. Tante volte ci siamo presentati dal socio con le posizioni da riempire». Ma da quell’orecchio Palazzo degli Elefanti non ci ha voluto sentire.

Il 23 dicembre, però, dice Lanteri, il cda ha fatto in tempo a chiedere una nuova versione dell’ipotesi di bilancio. Una che non includesse la transazione con il Comune per fare passare da 53 a sei milioni il debito del municipio nei confronti di Sidra. Un’operazione possibile su cui il Movimento 5 stelle ha avanzato perplessità in un’interrogazione rimasta priva di risposta.

«La giunta ha votato un atto di indirizzo politico, ma non è arrivata nessuna proposta formale alla Sidra. E nemmeno un parere dell’Organismo straordinario di liquidazione, che pure è probabilmente l’interlocutore con cui parlare. Inoltre, il nostro revisore dei conti ha avanzato dubbi. Per cui abbiamo deciso di chiedere alla contabilità di Sidra una nuova ipotesi di bilancio, che non tenga conto di quelle cifre. Che forse sarebbero state una cosa buona dal punto di vista morale, ma non molto dal punto di vista contabile, stando a quanto apprendiamo dai tecnici», conclude l’ex componente del cdaCOPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA





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