Nuova ritorsione di Mosca, stop al gas alla Moldavia – Altre news

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di Luca Mirone
Una svolta imminente in Ucraina al
momento non appare realistica. A gelare le speranze di un
negoziato per un cessate il fuoco ci ha pensato il Cremlino,
chiarendo che Vladimir Putin non ha in programma contatti
diplomatici all’inizio del nuovo anno. Mosca tra l’altro ha
alzato nuovamente il tiro nei confronti dell’Europa con una
delle sue armi a disposizione, quella del gas, annunciando
l’interruzione delle forniture alla Moldavia, candidata
all’adesione all’Ue. Ufficialmente, perché non ha onorato i suoi
debiti. Nell’ultimo mese e mezzo l’ipotesi di un avvio di
trattativa per l’Ucraina ha iniziato ad affacciarsi, seppur
timidamente, nei ragionamenti delle cancellerie. Qualcosa si è
mosso con una telefonata tra Putin e Olaf Scholz a metà
novembre, e soprattutto con il primo colloquio informale tra il
presidente russo e Donald Trump, ma la realtà è che non c’è
ancora nulla di concreto, ed anzi gli occidentali temono che
Putin miri a prendere altro tempo per consolidare le vittorie
sul terreno. L’ambiguità del Cremlino è emersa anche dalle
ultime dichiarazioni di Dmitry Peskov. Il portavoce di Putin,
interpellato dai giornalisti a Mosca, ha fatto sapere che il
presidente non ha in programma contatti con leader stranieri a
breve, “né per il primo, né per il 2 né per il 3 gennaio”. E
soprattutto, ha puntualizzato, “per ora nessuna traiettoria” per
un processo di pace “è in vista a causa della posizione del
regime di Kiev”. Che secondo Mosca avanzerebbe richieste
irricevibili. Nei giorni scorsi ci ha provato Robert Fico a
rompere il fronte pro-Kiev dell’Ue, volando a Mosca per un
faccia a faccia con Putin, con l’offerta di ospitare i colloqui
di pace. Il premier slovacco si è allo stesso tempo scagliato
contro Zelensky, accusandolo di non essere interessato a un
cessate il fuoco. E minacciando poi di interrompere il flusso di
elettricità verso Kiev, o altre azioni, se l’Ucraina bloccherà
la fornitura di gas russo alla Slovacchia a partire dal primo
gennaio. Dura la replica del leader ucraino: Fico fa una
“politica miope agli ordini di Mosca, che tra l’altro danneggerà
il popolo slovacco” e allontanerà il suo Paese dall’Ue. Quello
dell’energia è un tema sensibile di questa guerra e la Russia ha
già dimostrato di utilizzare le sue inesauribili risorse di gas
per mettere pressione sugli europei. Non a caso, da Mosca è
arrivata la notizia che Gazprom ha deciso di azzerare le
forniture alla Moldavia dal primo gennaio. Con la motivazione
che le autorità di Chisinau “si rifiutano di saldare i propri
debiti”. Il gruppo russo, inoltre, “si riserva il diritto” di
intraprendere ulteriori azioni, tra cui rescindere il contratto
del gas con la Moldavia. Immediata la protesta del premier
moldavo Dorin Recean: “Il governo condanna questa tattica
repressiva e ribadisce di non riconoscere alcun presunto debito,
che è stato dichiarato non valido da una verifica
internazionale”. Il contenzioso sul gas tra Mosca e Chisinau
risale a prima dell’inizio della guerra in Ucraina, ma i
rapporti sono ai minimi termini da quando le autorità moldave
hanno accelerato nel percorso di integrazione verso l’Ue,
culminato con un referendum che ha sancito il sì all’adesione
(seppur con uno scarto minimo). Inoltre la presidente moldava
Maia Sandu, fervente europeista, è stata appena confermata per
un secondo mandato al termine di un’elezione offuscata dalle
accuse di ingerenza del Cremlino nell’ex repubblica sovietica.

   
Sul fronte militare in Ucraina, intanto, il capo delle forze
armate di Kiev Oleksandr Syrskyi ha fatto un bilancio del 2024
ammettendo che sia stato un anno “difficile”, ma rivendicando
allo stesso tempo che “i russi hanno pagato il prezzo più alto
dall’inizio dell’invasione in termini di perdite: 421.000 tra
morti e feriti”. A Mosca invece l’Fsb ha reso noto di aver
sventato un complotto per uccidere un ufficiale russo di alto
rango e un blogger di guerra con una bomba nascosta in un
altoparlante portatile. Un’azione analoga a quella che il 17
dicembre era costata la vita al generale Igor Kirillov,
comandante delle truppe di difesa nucleare, chimica e biologica.

   

   

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