Settore lattiero-caseario trentino, “servono interventi forti e il coinvolgimento della politica provinciale”. Broch (Allevatori): “Dove una stalla chiude, non riaprirà più”

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TRENTO. Innovazione, unità e valorizzazione: sono le parole chiave emerse oggi durante i consigli di amministrazione di Concast, Latte Trento e della Federazione Provinciale Allevatori, che hanno visto la presentazione di uno studio dettagliato sullo stato del settore lattiero-caseario cooperativo trentino.

 

Commissionato dalla Federazione Trentina della Cooperazione e da Concast alla società di consulenza Gabrielli & Partners, lo studio rappresenta il primo passo per definire una strategia di rilancio condivisa, puntando su sostenibilità, qualità e competitività.

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Uno degli aspetti più critici emersi riguarda le condizioni delle stalle: quasi la metà non è stata ristrutturata da oltre 24 anni, evidenziando l’urgenza di interventi infrastrutturali per modernizzare il comparto. “Serve un forte coinvolgimento della politica provinciale – ha dichiarato Giacomo Broch, presidente della Federazione Provinciale Allevatori –. Dove una stalla chiude, quasi certamente, non riaprirà più. Questo progetto, che condivido nelle sue linee principali, offre una visione chiara e sfidante del futuro, ma richiede la piena condivisione di tutti i soggetti coinvolti“.

 

Il tema delle strutture obsolete è particolarmente preoccupante, soprattutto in un contesto in cui le piccole aziende – con una media di 31 capi per stalla – costituiscono il cuore del settore zootecnico trentino. Questa frammentazione rappresenta un valore in termini di identità territoriale, ma anche una sfida per assicurare sostenibilità economica e attrattività per le nuove generazioni.

 

Lo studio propone una serie di azioni per aumentare la remunerazione degli allevatori e migliorare l’efficienza della filiera. Tra queste la modernizzazione delle infrastrutture attraverso incentivi per rinnovare le stalle e aumentare la produttività, l’ottimizzazione dei processi produttivi, la specializzazione nel senso dell’orientamento dei caseifici verso la produzione di categorie specifiche, rafforzando l’efficienza e la qualità costante dei prodotti.

 

Secondo Roberto Simoni, presidente della Federazione Trentina della Cooperazione, “i dati raccolti ci suggeriscono una strada da percorrere per valorizzare un mondo fatto di persone che lavorano con dedizione quotidiana. Questo studio vuole offrire strumenti concreti per migliorare il settore, creando le condizioni per remunerare in modo corretto il lavoro di centinaia di allevatori che contribuiscono in maniera determinante a mantenere viva la nostra montagna e curato il paesaggio”.

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“Abbiamo seguito con grande attenzione l’illustrazione dello studio da parte della Federazione e dei consulenti incaricati – ha affermato il presidente di Concast Stefano Albasini – e condiviso l’importanza di lavorare insieme per migliorare la remunerazione a favore delle aziende agricole. Gli stimoli forniti sono stati numerosi, riferiti sia alla valorizzazione dei prodotti della nostra filiera che alla riorganizzazione e razionalizzazione dei processi produttivi. Centrale risulterà la volontà dei nostri soci di credere in questo progetto, accettando una visione realmente unitaria”.

 

Dall’altro lato, Latte Trento, che ha recentemente inviato una lettera di recesso dal consorzio, ha stimolato ulteriori approfondimenti su aspetti critici come i costi di produzione. Renato Costa, presidente di Latte Trento, ha dichiarato: “Abbiamo fissato un ulteriore incontro con i consulenti per verificare il progetto definitivo e approfondire alcune proposte per razionalizzare i costi“.

 

Tra i dati emersi spiccano le potenzialità legate alle nuove generazioni: il 21% degli allevatori ha meno di 32 anni, mentre la maggioranza si concentra nella fascia d’età tra i 33 e i 62 anni. Tuttavia, per garantire un futuro al settore, sarà necessario attrarre giovani e investire nella formazione, oltre che nella percezione del valore dei prodotti trentini sui mercati nazionali e internazionali.

 

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Al termine della giornata, Simoni ha ribadito l’obiettivo di “ritrovare unità e rilanciare il valore del comparto“, sottolineando l’importanza di raccogliere spunti e stimoli dai soci per rendere il documento presentato oggi pienamente condiviso e operativo.





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