Tremiti isolate, la sindaca punta il dito contro compagnia di navi e ministero

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Una settimana festiva priva di servizi di trasporto marittimi per i suoi abitanti. Così hanno trascorso il Natale i residenti dell’arcipelago delle isole Tremiti, circa 400 distribuiti tra l’isola di San Nicola e quella di San Domino. Da quelle parti, poco distanti dal promontorio del Gargano, andare in continente (sulla terraferma), è l’unica maniera per provvedere al proprio fabbisogno quotidiano, sostenere spese mediche e servizi di cura. Una variabile essenziale per una economia insulare che, ai trasporti marittimi, lega la sua stessa sopravvivenza.

Qui non si può parlare di programmazione e futuro data l’impossibilità di garantire la continuità territoriale, fondamentale per l’erogazione dei servizi Annalisa Lisci

Eppure è dalla mattina dello scorso 23 dicembre che, a causa delle condizioni meteo marine avverse, il comparto dei servizi di trasporto marittimo tra le isole e Termoli (unico porto d’imbarco che permette il collegamento alla terraferma per tutto l’anno), risulta soppresso. Il problema, anche a fronte di una regolare erogazione del servizio, che durante la settimana prevede una sola corsa andata e ritorno, e due nel fine settimana, è strutturale. La sindaca Annalisa Lisci, anche a margine della ripresa del trasporto avvenuta in giornata, ricorda che da novembre ad oggi il servizio è stato sospeso almeno per una ventina di giorni.

«Essere isolani e scegliere di vivere su un territorio così particolare è sempre difficile, ma non vogliamo essere isolati. Qui non si può parlare di programmazione e futuro data l’impossibilità di garantire la continuità territoriale, così fondamentale per l’erogazione dei servizi alla comunità locale. La vita di tutti i giorni è impossibile e molti abitanti, proprio per le condizioni ormai insopportabili legate ai continui disagi, il prossimo inverno si vedranno costretti a trovare soluzioni diverse dall’isola. Va detto – prosegue la prima cittadina – che anche in passato c’erano numerose criticità, ma da quando il comparto dei servizi di trasporto marittimo è passato nelle mani dei privati, la situazione è drasticamente peggiorata».

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Le società Adriatica e Tirrenia di navigazione, compartecipate statali che prima di essere accorpate e privatizzate si occupavano di mettere a disposizione mezzi e trasporti per l’erogazione del servizio, a margine di un nuovo bando ministeriale hanno lasciato il posto alla compagnia di navigazione italiana Navigazione Libera del Golfo, di proprietà della famiglia Aponte della Mediterranean Shipping Company (Msc). Quest’ultima, che una volta insediatasi ha soppresso una delle corse del fine settimana, garantisce un equipaggio mezzi, a copertura dei mesi invernali (quelli in cui la mobilità interessa gli abitanti locali e non i turisti), che consiste nel solo catamarano Santa Lucia. Quest’unico mezzo si occupa, oltre che del trasporto dei civili, anche di quello delle merci (come la tratta apposita per i carburanti una volta a settimana).

«È proprio l’imbarcazione a essere inadeguata – sostiene la prima cittadina – ha poca carena e non è stabilizzata, caratteristiche che rendono la navigabilità difficile in mari come il nostro. Giustamente i privati, a margine di un bando vinto, utilizzano i mezzi che hanno in dotazione. Tuttavia, nel momento in cui si partecipa a un bando ministeriale, dovrebbe essere lo stesso dicastero a accertarsi di essere in possesso di determinati parametri».

Ulteriore tema, oltre alla mancanza strutturale dei mezzi di trasporto e delle dirette conseguenze sui cittadini, quello delle ricadute in termini economici: la destagionalizzazione, a largo della costa adriatica, è una chimera. «L’isola sarebbe un luogo ideale per il turismo ecosostenibile, lontano dai numeri affollati dell’estate e a contatto con la natura. Ma le strutture alberghiere, i ristoranti e altri servizi ricettivi, di inverno chiudono. Non si può programmare se soggetti alla remota possibilità della partenza di una barca. Se a ciò aggiungiamo che il comune fa parte del parco nazionale del Gargano, che non è sull’isola e ha sede su un territorio diverso, e al posto di commissionare lavori sul porto e consentire manovre più agevoli per migliorare la navigabilità, ha disseminato l’arcipelago di boe per fantomatici attracchi turistici, non si può parlare di destagionalizzazione. Più che ambiente da salvaguardare sembra si faccia solo commercio».



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