Dilettanti, nella sede del CRU la conferenza di fine anno. Repace: “I rapporti umani prima del risultato”

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(ASI)Perugia. Tempo di bilanci per il calcio dilettantistico umbro per questo 2024 che sta per chiudere. La mattinata odierna è stata l’occasione per parlarne nella conferenza stampa indetta dal presidente del Comitato Regionale Umbro Luigi Repace, che ha avuto un ospite d’eccezione. 

Trattasi del presidente del Coni Domenico Ignozza, che molto probabilmente sarà costretto a lasciare il suo incarico: “Il fatto di avere vicino Domenico non è solo amicizia – ha spiegato Repace – ma perché si va verso una situazione che reputo sempre contestabile. Credo che una persona debba occupare il proprio posto a seconda delle sue potenzialità. Ciò che ha fatto lui non credo sia stato mai fatto da nessuno e non credo si prospetti una sostituzione facile. Una valutazione andava fatta quando la legge impone di lasciare pur avendo l’appoggio di tutte le federazioni”. Il caposaldo è chiaro: “Mettiamo al primo posto i rapporti umani, più del risultato”.

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Lo stesso Ignozza afferma che “tra me è Luigi c’è un’amicizia bella, perché sono i miracoli che fa lo sport. Si è iniziato perché due presidenti si devono parlare e la politica sportiva deve passare dal calcio, che copre l’85% della nostra regione, oltre che di politica territoriale. Abbiamo fatto cose molto importanti. È difficile stare dietro il presidente, ma devo dire una cosa: l’Umbria sportiva mai importante è stata importante come negli ultimi 4 anni. Diventa difficile ripetere ciò che si è fatto perché si è dimostrato quanto sia importante lavorare con passione ed un indirizzo ben preciso. Tutta la politica è  improntata a mettere al centro gli atleti, il nostro vero tesoro. È lì che si fonda tutta la nostra forza. Poi ci sono i tecnici, che hanno uno dei compiti più importanti. Sono educatori, che è quello che a noi serve. Bisogna educare gli atleti ad essere buoni futuri cittadini”. Un pizzico di orgoglio: “Il 4.85% rappresenta l’Umbria nel medagliere di Parigi. Spero sia un punto di partenza e non di arrivo. Se vogliamo portare avanti dei valori abbiamo bisogno di sostegno”.

IL BILANCIO NEL DETTAGLIO

 

“Non posso che essere contento di come stanno andando le cose – ha spiegato Repace – A parte l’organizzazione dei campionati abbiamo portato avanti le nostre peculiarità, ovvero far conoscere Umbria tramite manifestazioni utili non solo al movimento ma anche al turismo e all’indotto. Grazie questo l’Umbria non ha nulla da invidiare alle altre regioni seppur più grandi e con mezzi diversi. La cosa più importante sono i rapporti umani, per questo vivo intensamente il Natale”.

Tante sono state le iniziative che hanno riscosso un certo successo: “Abbiamo organizzato il primo torneo regionale per diversamente abili a cui hanno partecipato sette società. Il loro entusiasmo fa risaltare i principi dell’uomo. Inoltre riorganizzeremo il contrasto alla violenza, impegnandoci a 360 gradi. Per non dimenticare l’ambito femminile: abbiamo portato in Canada l’under 19, una grande esperienza che ha permesso un confronto con culture diverse. La gente faceva colazione e guardava la partita, non proferendo parole contro qualcuno. Ci saremo anche quest’anno”. Tutto questo “grazie al lavoro dei collaboratori che partecipano a costo zero. Ed è molto importante”. 

Il dito è puntato sulla Riforma dello Sport: “La portiamo avanti ma non ci piace. Spero possa essere migliorata”. 

Fondamentali queste componenti: “Sono importanti gli arbitri, gli allenatori e i calciatori. Senza i soldi spesi dai dirigenti per questo movimento non si va da nessuna parte”.

Un neo non da poco gli episodi di violenza che non hanno mancato di manifestarsi: “Mettere le mani addosso a qualcuno non è giustificabile in alcun modo. Chiedo a tutti di aiutarci. Il mercoledì abbiamo un bollettino di guerra inaccettabile. Dobbiamo darci tutti da fare affinché questa cosa venga combattuta nella maniera migliore. Questo prima del covid non accadeva”.

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“Sono orgoglioso di essere qui – prosegue il massimo dirigente del calcio umbro – gratificato tutti i giorni dalle nostre società. Lo vedo, lo sento e me lo dimostrano. Soffrono non tanto per la sconfitta ma quando accade qualcosa. A volte però ci sono comportamenti anche da parte degli arbitri che non sono accettabili. Ognuno deve stare al suo posto, ma chiedo collaborazione in maniera tale che si possa raggiungere alla fine una linea che possa innalzare l’asticella della cultura sportiva perché gli esempi devono essere positivi”.

Infine: “Auguro salute, serenità e un 2025 ricco di soddisfazioni per famiglie e società. Ma in generale che non ci siano guerre che non portano nulla se non interessi personali”. 

Enrico Fanelli – Agenzia Stampa Italia

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