La voce Delle Voci – GIUSTIZIA DI CASA NOSTRA / MA CI E’ O CI FA?

Nel giro di poche ore se ne è avuta l’ennesima conferma. La Giustizia, da noi, è ormai morta e sepolta da anni. Esattamente da quando sono stati uccisi, dallo Stato, Giovanni Falcone e Paolo Borsellino. Tutto in 48 ore, come nel più classico dei thriller in grado di spalancarti davanti agli occhi una scena vista e rivista tante volte: ma sempre più attuale.

Partiamo da questi flash, per poi risistemare il ‘quadro’ e ‘contestualizzare il tutto’, come si dice ormai in un orrendo gergo para giornalistico.

Fondazione Open. Cala il sipario, con un colpo di spugna, un finale da sceneggiata, un volemose bene e unoscordammoce ‘o passato, la story durata quasi un decennio sulla dinasty dell’ex premier Renzi Matteo.

Open Arms. Cala ugualmente il sipario, dopo 5 anni esatti da quando è iniziato, il processo a carico di Matteo II, l’allora titolare del Viminale e oggi ministro delle Infrastrutture, vicepremier e capo Lega Salvini Matteo, per il naufragio di 120 migranti e rotti.

Giallo di via Poma. Dopo quasi mezzo secolo ORA gli inquirenti romani ‘scoprono’ che quell’inchiesta sull’omicidio di Simonetta Cesaroni, quei processi erano del tutto sbagliati. Tutto da rifare, come direbbe il mitico Bartali. Con un leggero ritardo viene svelato che c’erano di mezzo i vertici dei Servizi e interessi tanto inconfessabili quanto intoccabili…

Simonetta Cesaroni

Subito la domanda delle cento pistole, come avrebbe commentato il mitico inviato Rai d’un tempo lontano da Londra, Sandro Paternostro. Ma ci è o ci fa la Magistratura?

E la seconda: possibile che nessuna toga mai debba essere chiamata a pagare per le vergogne perpetrate, le nefandezze compiute, per aver calpestato impunemente in anni e anni Verità e Giustizia?

Da brividi.

Davvero ai confini della realtà. Ma ben dentro i confini di un universo giudiziario letteralmente capovolto. Ormai da oltre trent’anni: ossia dalle stragi di Capaci e, soprattutto, di via D’Amelio.

Adesso cerchiamo di spiegarvi, sommariamente, il perché.

Ma per farlo occorre subito darvi uno ‘choc’: il quale, a sua volta, capovolge il folle teorema che detta la sua ‘legge’ da trent’anni: ossia dalla discesa in campo di Silvio Berlusconi.

Magistratura e Politica schiarati su due fronti totalmente opposti, con le toghe a dar la caccia ai vip dei partiti, una sorta di perfetto copione da ‘Guardia e Ladri’. Niente di più falso, fasullo e taroccato: da far bere agli italiani grazie alla montagna di fake news diffuse, come il più letale dei virus, in questi decenni.

Al contrario, Magistratura e Politica (ossia i vertici dell’una e dell’altra) sono sempre filati d’amore e d’accordo, sottobraccio per fottere Verità e Giustizia. I primi tutti tesi ad insabbiare & depistare, i secondi a fare i cazzi loro stra-miliardari e poi stra-milionari: perfettamente collusi, autentici compagni di merende. Quindi, per anni abbiamo assistito e stiamo assistendo ad una perfetta sceneggiata: recitata, soprattutto, sulla pelle degli italiani e di tutti quelli (pochi) che hanno lottato proprio per cercare verità e giustizia, come gli ultimi eroi, Falcone e Borsellino appunto. Ammazzarne 2 per educarne 100, secondo il motto delle Brigate rosse, che come abbiamo ormai da anni scoperto erano eterodirette – dopo la loro nascita – dai Servizi non poi tanto deviati: e quindi dallo Stato, non più tanto parallelo.

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Giovanni Falcone e Paolo Borsellino

Dopo Capaci e via D’Amelio, il diluvio. Ossia una magistratura totalmente collusa con il potere politico: o meglio, con il Potere, che si incarna non solo nella politica, ma anche nei grandi potentati finanziari, quali ad esempio oggi i colossi dell’industria farmaceutica o delle armi oppure quella delle alte tecnologie.

Nel corso dell’ultimo maledetto trentennio, nel Belpaese, lo dimostrano in modo che più plastico e clamoroso non si può le tante dirty stories, i troppi buchi neri, gli infiniti Depistaggi di Stato che si sono verificati in modo totalmente impunito e sotto gli occhi di tutti.

Gialli e ‘Misteri di Stato’ sui quali la ‘Voce’, nel corso degli anni, ha puntato i riflettori: accesi, di volta in volta, da Ferdinando Imposimato e Sandro Provvisionato e dalle tante inchieste che abbiamo messo in rete.

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Due casi su tutti, ma potete trovarne a decine scorrendo gli archivi della Voce: le ‘morti’ di Paolo Borsellino e di Ilaria Alpi. Casi oggi, incredibilmente, ancora aperti: con i magistrati che non danno una spiegazione 1, insabbiano, archiviano, riaprono, come se si trattasse di finestre della loro maison. Uno scempio, un massacro, un calpestar quotidiano della Costituzione, dei diritti più elementari per un paese che osa definirsi democratico e civile. Ma stiamo scherzando?, colorirebbe il mitico Totò.

Se volete averne una prova, basta rileggere articoli e inchiesta pubblicate dalla Voce negli ultimi dieci anni, da quando siamo in rete: andando alla casella CERCA, che si trova in alto a destra della nostra home page e digitando PAOLO BORSELLIO e ILARIA ALPI, li troverete.

Così come vi riproponiamo un pezzo pubblicato poco più di un anno fa, sulle nostre croci quotidiane, ossia le cause che stiamo ancora affrontando contro alcuni colossi, pagandone sulla pelle le conseguenze: proprio perché abbiamo questa magistratura che sta ammazzando ogni giorno vite & diritti. Da settimo mondo.

Ecco il link del nostro articolo messo in rete il 14 ottobre 2023,

AUTUNNO CALDO PER LA ‘VOCE’ / I PROSSIMI TRE APPUNTAMENTI GIUDIZIARI & UN APPELLO PER SOSTENERCI  

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