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Studio, tanta passione e crescita. I motivi che hanno spinto Marco Mineri, venticinquenne originario di Treviglio, a intraprendere un percorso formativo che l’ha portato in Danimarca dal 2023, dove attualmente studia e lavora, sono chiari: seguire la sua passione per l’ingegneria ambientale e il desiderio di fare la differenza. Dopo aver frequentato il Liceo scientifico Galileo Galilei, Marco ha deciso di iscriversi al Politecnico di Milano, dove ha conseguito la laurea In ingegneria ambientale nel 2022.

La scelta del Liceo scientifico

«Credevo che il Liceo scientifico fosse la scelta migliore per il mio futuro, avevo particolare inclinazione per la matematica e ho scelto quello», spiega Marco, che ha superato il test di ingresso al Politecnico prima di diplomarsi. La scelta di Marco di dedicarsi all’ingegneria ambientale non è stata casuale. «Ho sempre sentito che l’ambiente e il cambiamento climatico sono temi cruciali su cui bisogna indirizzare le forze e gli interessi», racconta. La sua consapevolezza di quanto sia importante affrontare queste sfide globali ha alimentato la sua passione e determinazione. Tuttavia, il suo percorso universitario si è rivelato più difficile del previsto. «Ho voluto mantenere viva la mia passione per il calcio, allenando i ragazzi, e ho cercato di portare avanti entrambe le cose, sacrificando un po’ la mia carriera accademica quando ero al Politecnico», confessa Marco, evidenziando come la sua vita fosse un delicato equilibrio tra studio e hobby.

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La laurea al Politecnico

Nonostante le sfide, però, Marco ha acquisito solide competenze. «Il Politecnico mi ha fornito basi fortissime in tutte le materie che costituiscono il curriculum di un ingegnere. Sento di avere un approccio critico e di qualità nel problem solving», afferma con orgoglio. Queste abilità si sono rivelate fondamentali per affrontare le complessità del mondo dell’ingegneria, e la sua attitudine positiva lo ha spinto a cercare opportunità che potessero arricchire ulteriormente la sua formazione. Dopo la laurea, Marco ha così avuto l’opportunità di realizzare un sogno che lo accompagnava da tempo: studiare all’estero.

Il trasferimento in Danimarca

«La Danimarca è sempre stata un mio pallino. Non avevo avuto la spinta di andare a fare un anno all’estero al liceo, ma questa volta ho trovato la mia occasione», spiega. La scelta di trasferirsi in Danimarca è stata motivata dal desiderio di guadagnare indipendenza e di vivere un’esperienza internazionale che potesse arricchirlo non solo professionalmente, ma anche a livello personale. «Ho cercato un’università che integrasse l’approccio ingegneristico con quello economico. Ora sto studiando Environmental Management all’università SDU (Southern Denmark University) a Esbjerg, che combina le due cose», dice Marco. La sua esperienza in Danimarca è stata molto diversa da quella in Italia. «Ogni corso ha una parte teorica e un progetto da risolvere in gruppo. Credo nel lavoro di gruppo, perché insieme si è più forti dell’individuo», sottolinea, riferendosi al suo background calcistico che gli ha insegnato l’importanza della collaborazione e della sinergia.

«Un aspetto che mi ha attratto della Danimarca è stata anche l’università gratuita per i cittadini europei. I costi universitari sono nulli, ed è un altro motivo per cui sono venuto qui»

L’approccio lavorativo danese

Attualmente Marco sta svolgendo un tirocinio ad Aalborg, iniziato ad agosto 2024, dove sta calcolando l’impatto ambientale dei prodotti. Questa esperienza gli ha permesso di mettere in pratica le sue conoscenze teoriche, affrontando sfide concrete nel campo dell’ingegneria ambientale. L’approccio lavorativo in Danimarca lo ha colpito molto. «Qui si lavora a task, non a ore. Se finisci il tuo lavoro, puoi andare a casa. È molto più flessibile», osserva Marco, descrivendo un ambiente lavorativo che promuove l’efficienza e la produttività senza rigidità. Marco ricorda con sorpresa ad esempio un giorno in cui, «alle 14.30 mi è stato detto di andare a casa perché avevo già raggiunto l’obiettivo di giornata». Questo tipo di flessibilità gli ha permesso di sentirsi più motivato e soddisfatto nel suo lavoro, una sensazione che non sempre ha trovato in Italia.

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La sua vita a Esbjerg e ad Aalborg ha arricchito ulteriormente la sua esperienza, sia a livello accademico che sociale. «Vivo con quattro coinquilini, ed è la prima volta che sperimento la convivenza. Penso di avere un buon spirito di adattamento, ho sempre viaggiato», dice Marco. «Un aspetto che mi ha attratto della Danimarca è stata anche l’università gratuita per i cittadini europei. I costi universitari sono nulli, ed è un altro motivo per cui sono venuto qui», spiega. Marco in Danimarca ha anche trovato una comunità di studenti solidale. «Ho legato più con altri internazionali, tutti animati dalla stessa passione per l’apprendimento e il progresso, che con i danesi. I danesi sono amichevoli, ma non diventano facilmente amici», osserva. «La vita universitaria in Danimarca è un equilibrio perfetto tra studio e tempo libero. Ho avuto tempo di conciliare il calcio e lo studio, cosa che non sono riuscito a fare in Italia», afferma Marco, entusiasta della possibilità di dedicarsi a diverse attività

Gli studi gratis in Danimarca

«Gli studenti europei hanno l’opportunità di lavorare e mantenersi grazie a sussidi governativi, consentendo loro di dedicarsi a esperienze extra-universitarie senza troppi vincoli economici». Marco, inoltre, durante la sua esperienza all’estero ha anche avuto l’opportunità di mantenersi finanziariamente, continuando a fornire consulenze ambientali a diverse aziende italiane. «Ho conosciuto persone meravigliose e non mi sono mai trovato male con nessuno», aggiunge, evidenziando i rapporti positivi con i suoi compagni di studio e i professori. «C’è un rispetto reciproco, e i professori sono molto disponibili. Non hanno un’aura intoccabile come in Italia, puoi chiamarli per nome e c’è una straordinaria disponibilità verso gli studenti», racconta Marco, riflettendo su un sistema educativo che promuove l’interazione e la collaborazione.

«Mi mancano gli affetti e il calcio fatto con i miei amici. Qui non ho ancora trovato la stessa passione», confessa. Guardando al futuro, Marco ha già in mente i prossimi passi. «Mi laureerò a giugno 2025 e dopo svolgerò la tesi in collaborazione con il tirocinio e un’altra azienda di Esbjerg»

La nostalgia di casa

Marco si è adattato anche alle nuove abitudini culinarie, migliorando le sue abilità in cucina. «Ho imparato a cucinare meglio e a gestire le risorse che ho», afferma con soddisfazione. «Non mancano le cene in dormitorio il sabato sera, con gli altri coinquilini». Tuttavia, nonostante la sua nuova vita, Marco ammette di sentire la mancanza dell’Italia. «Mi mancano gli affetti e il calcio fatto con i miei amici. Qui non ho ancora trovato la stessa passione», confessa. Guardando al futuro, Marco ha già in mente i prossimi passi. «Mi laureerò a giugno 2025 e dopo svolgerò la tesi in collaborazione con il tirocinio e un’altra azienda di Esbjerg», spiega. È aperto a future opportunità e non esclude la possibilità di un dottorato. «Sono appassionato di temi all’avanguardia e vorrei portare in Italia ciò che ho imparato», conclude, con una visione chiara e ambiziosa che riflette il suo impegno e la sua dedizione.

Marco Mineri rappresenta una generazione di giovani pronti a prendere in mano il proprio destino e a contribuire attivamente a una società migliore. «Con uno spirito intraprendente e voglia di fare, chiunque può senza dubbio seguire il mio esempio, intraprendere una esperienza di studio all’estero, diventando autonomi e imparando tanto, sia a livello formativo, che di lavoro, che di vita».

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