Crisi automotive, l’impegno del Partito Popolare Europeo: “Non abbandoniamo l’industria automobilistica”

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“Non abbandoniamo l’industria automobilistica”.

Il grido arrivato in questi giorni dall’Europa non è solo un appello, quanto piuttosto un impegno concreto che il Partito Popolare Europeo intende portare avanti con determinazione.

E a farsene portavoce ormai a ridosso dal Natale sono stati il capogruppo del Ppe Manfred Weber in sinergia con la nostra europarlamentare Letizia Moratti (che eletta con Forza Italia aderisce al Ppe) e Jens Gieseke responsabile del documento di posizione (position paper) del gruppo PPE sul settore automobilistico.

AUTOMOTIVE CUORE PULSANTE DELL’EUROPA

“Con 13 milioni di posti di lavoro, 255 fabbriche e 15 milioni di veicoli prodotti ogni anno, l’industria automobilistica rappresenta fino al 7% del PIL dell’UE. Non è esagerato affermare che essa costituisce il cuore pulsante della potenza industriale europea – spiegano Weber, Moratti e Gieseke – Le icone automobilistiche europee, concepite da ingegneri brillanti e visionari, hanno esportato competenze uniche in tutto il mondo, frutto di anni di innovazione e passione. Purtroppo, questo cuore pulsante sta attraversando un periodo difficile, minato da fattori economici e da errori politici, con conseguenze devastanti”.

LO SCENARIO NEI DIVERSI PAESI

Sotto la lente ci sono in particolare le situazioni in Germania, Francia, Italia e Belgio dove ogni giorno vengono annunciate chiusure di fabbriche e licenziamenti di migliaia di lavoratori.

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“Quando i colossi industriali iniziano a vacillare, l’intera Europa ne viene scossa. La situazione è critica: non si tratta solo di posti di lavoro persi, ma della stessa sovranità economica del nostro continente – aggiungono i tre – Noi del PPE rifiutiamo di restare a guardare e rimaniamo saldi nella nostra convinzione che il futuro della mobilità debba essere plasmato in Europa, non in Cina”.

LE RISPOSTE, NON SOLO DAZI

Ecco allora l’idea di portare avanti con determinazione un impegno concreto.

“Per raggiungere questo obiettivo, sarà necessario un impegno serio. L’Europa ha già iniziato a rispondere, aumentando i dazi sulle auto elettriche cinesi, ma ciò non basta. La prima sfida cruciale è dare alle aziende un po’ di respiro. Oggi, invece di innovare, gli imprenditori si vedono costretti a impiegare enormi energie per gestire normative e cercare sovvenzioni per adeguarsi. Questo non è sostenibile. Possiamo fissare obiettivi, ma dobbiamo permettere che siano l’industria, gli ingegneri e i ricercatori a decidere come raggiungerli”.

BUROCRAZIA E SEMPLIFICAZIONE

Uno degli aspetti cruciali è legato alla burocrazia e alla semplificazione.

“Certo, la frammentazione della legislazione nazionale non aiuta, ma è essenziale armonizzare e semplificare le regole, uscendo da questa situazione paradossale in cui stiamo ostacolando i nostri stessi attori economici, pur essendo capaci di produrre ciò che è fondamentale per la prosperità di domani – spiega ancora Letizia Moratti – In questo senso, la prossima Commissione deve fare progressi concreti nella creazione di un vero mercato unico, sia per i beni che per i capitali.

COMPETITIVITA’ E PIANO EUROPEO

Nel prendere posizione per salvare il settore i tre rappresentanti del Ppe hanno evidenziato un altro aspetto chiave:

“Con la produzione a rischio e il settore dei veicoli elettrici che affronta una grave crisi della domanda, non possiamo continuare come se nulla stesse accadendo. Dobbiamo evitare le penalizzazioni per i produttori europei nel 2025 e, se queste sono inevitabili, dobbiamo reinvestirle a favore del settore automobilistico europeo. Per recuperare la nostra competitività, abbiamo bisogno di un piano europeo che sostenga concretamente la nostra industria automobilistica e i posti di lavoro che essa genera”.

ESAME CRITICO SU CIO’ CHE NON VA

Tutto questo naturalmente ha portato anche ad analisi oggettiva delle cose che “non vanno”.

“Dobbiamo anche essere obiettivi su ciò che non funziona – aggiungono ancora Weber, Moratti e Gieseke – La transizione verso la mobilità elettrica prevista dal piano “Fit for 55” è un passo nella giusta direzione, ma l’obiettivo di fermare la vendita di auto a motore a combustione entro il 2035 appare sempre più irrealistico. Il gruppo Renew e i partiti di sinistra hanno commesso un errore legiferando contro la nostra industria. Durante la campagna, il PPE ha promesso di affrontare questa situazione e Ursula von der Leyen si è impegnata a presentare una revisione della legislazione. Data la situazione critica del settore automobilistico, questa questione non può più essere un tabù. Il prossimo divieto sui motori a combustione interna previsto per il 2035 deve essere rivisto per riflettere la neutralità tecnologica. La nostra storia di innovazione dimostra che la neutralità tecnologica ha sempre portato al successo per la mobilità europea. Consentire un mix di tecnologie offre la flessibilità necessaria per raggiungere gli obiettivi climatici senza soffocare l’innovazione o danneggiare l’industria”.

GREEN DEAL, TABU’ O OPPORTUNITA’?

Infine, il Green Deal. Da molti visto come un incubo e da molti altri come opportunità. La verità come quasi sempre accade sta nel mezzo.

“Deve riguardare la creazione di posti di lavoro in Europa, non in Cina. Entro la metà del 2024, i marchi cinesi rappresenteranno oltre il 10% delle vendite di veicoli elettrici nuovi nell’UE, un notevole aumento rispetto al quasi zero del 2019. La Cina controlla materie prime essenziali per le batterie, mentre la produzione di batterie in Europa è ancora indietro. Non possiamo aver ridotto la nostra dipendenza dal gas russo solo per diventare dipendenti dalle batterie cinesi. Come dichiarato nel manifesto elettorale del PPE, dobbiamo sviluppare una nuova strategia per le risorse prima che sia troppo tardi. Non possiamo permetterci di perdere un’altra “guerra dei pannelli solari” contro la Cina. Abbiamo anche bisogno di una diffusione più rapida delle infrastrutture per veicoli elettrici. Per farlo, l’UE e i suoi Stati membri devono semplificare i processi di approvazione e offrire incentivi finanziari. Questo aiuterebbe a costruire rapidamente più stazioni di ricarica, comprese quelle per abitazioni e veicoli pesanti”.

L’IMPUT ALLA COMMISSIONE: PIU’ COMPETITIVITA’

“Se il mandato precedente riguardava il Green Deal, quello prossimo dovrà concentrarsi sulla competitività. Per questo motivo, il gruppo PPE ha avviato un vertice con i CEO dell’industria automobilistica europea. La presidente von der Leyen ha annunciato anche un Dialogo Strategico sul Futuro dell’Industria Automobilistica in Europa. Essendo un settore fondamentale per la nostra economia, dobbiamo affrontare le questioni aperte con l’urgenza che meritano. Dobbiamo garantire la competitività del cuore industriale dell’Europa”.



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