La domenica del 22 dicembre 2024, cominciata con la bella vittoria della Sangiustese sulla squadra di Locana, lasciava presagire qualcosa di speciale.
Così, mentre la curva sud dello stadio Franco Cerutti, bellissimo impianto sportivo abilitato per la disputa di gare professionistiche, con le tribune sapientemente valorizzate dal nuovo look realizzato dalla grafica della ditta “Serval”, si apprestava a ritirare striscioni e bandiere; mentre i cori e il rullo dei tamburi erano ancora nell’aria, ecco che, San Giusto e la sua squadra di calcio, non avevano ancora smesso di stupire. Avevano in serbo una serata esclusiva da offrire a bambini, ragazzi, atleti e, direi, a tutto il popolo “blaugrana” di San Giusto Canavese.
Non è ancora Natale, ma l’atmosfera è quella, e lo sport praticato in questi giorni, quasi fosse un “affascinante” e “fiabesco” biglietto d’auguri, ha saputo rivelare il suo aspetto più magico ed emozionante.
Le parole del Presidente Denis Cerutti, acclamato a gran voce dalle quasi 300 persone accorse a festeggiare in famiglia e amicizia, non sono state quelle stereotipate di chi si bea della propria visione limitata. Cerutti, conscio del difficile momento, che certamente non può essere esorcizzato da una fetta di panettone, ha parlato da Presidente di quello che oggi è certamente tornato ad essere un sodalizio sportivo fra i più importanti, per storia e tradizione, del nostro Piemonte. Cerutti non ha lesinato i complimenti a tutti i componenti dello stato maggiore della Sangiustese, uno a uno chiamati sul palco e tutti festeggiati, ma si è spinto oltre, estendendo gli auguri a tutte le polisportive in cui il calcio non è sempre il primo attore, talvolta affiancato anche da pallavolo, basket e altre discipline.
“Lo sport” – ha detto Cerutti – “può fermare le guerre, è sinonimo di fratellanza e di umanità, di tradizioni che continuano a esistere nel tempo. Può significare anche grandi sfide, grande dedizione e voglia di rialzarsi sempre. Lo sport ci fa sognare e augurarvi un Natale ‘sportivo’, cari Amici, significa augurarvi pace, fratellanza, solidarietà, felicità e salute. Il nostro calcio, quello della Sangiustese, vuole essere un inno a sognare, che vogliamo condividere con tutte le realtà simili alla nostra, nella speranza che i nostri auguri possano arrivare anche ai nostri avversari di campo”.
Inutile dire o descrivere la festa: gli ingredienti giusti c’erano tutti. I bambini della “Scuola Calcio”, che hanno giocato tutta la sera, prima, durante e dopo la cena; la “Lotteria di Natale”, che ha assegnato premi importanti e preziosi; gli sponsor, che non hanno fatto mancare la loro determinante presenza; la musica, sapientemente dosata dal dj “Big Vic”; la sfilata degli atleti, dai più piccoli sino ai campioni della prima squadra; l’anima rosso-blu di San Giusto, magnificamente impersonata dal Vicepresidente Rudj Bollettino e le istituzioni Comunali, rappresentate dal Sindaco Giosi Boggio e dal suo vice, l’assessore con delega allo sport, Michele Mennuni.
E proprio il Sindaco, o se preferite, la Sindaca, che interpretando magnificamente il suo ruolo di Primo Cittadino, approfittando del palco, ha colto l’occasione per inviare alla sua gente, ma soprattutto alle istituzioni, un messaggio importante. Infatti, forse parafrasando il grande Nelson Mandela, Giosi Boggio, dopo i saluti e i ringraziamenti di rito, riuscendo a far breccia negli applausi, ha detto:
“L’educazione e l’istruzione sono le armi più potenti che abbiamo a disposizione per migliorarci e per migliorare la nostra Terra e la vita di tutti, anche di genti lontane, che non conosciamo. Lo sport ha il potere di cambiare il mondo, di ispirare e unire le persone, superando le diffidenze e le differenze. Il calcio della nostra Sangiustese parla ai giovani utilizzando un linguaggio che loro capiscono, regala speranza e consapevolezza”.
E sempre la Boggio, credo, rappresentando al meglio il pensiero dei presenti, partendo da una sua personale classifica e da una sua confessione, ha continuato:
“Io credo che nell’ordine, la famiglia, l’istruzione e lo sport siano tre importanti pilastri sui quali si debba fondare una società sana. Un ragazzo ha bisogno di valori importanti, una famiglia attenta, capace di seguirlo e di aiutarlo nelle scelte; un’istruzione capace di renderlo libero e inserito nella società e, quanto più possibile, la pratica di attività sportiva perché nessuna azione al mondo, in una singola ora, è capace di migliorare al contempo salute fisica e mentale come lo sport, contribuendo a plasmare l’etica del rispetto, la disciplina, affinando le competenze relazionali, incoraggiando la collaborazione e l’inclusività. Lo confesso, non sono mai riuscita a vedervi giocare, a vedervi lottare e sudare per i colori che fieramente difendete e rappresentate, ma non per questo sono meno orgogliosa di quello che avete fatto e di ciò che rappresentate per San Giusto e per il Canavese. La promessa che mi sento di fare e di mantenere è quella di venire a tifare per la Sangiustese, certo non sempre, ma tutte le volte che potrò”.
Insomma, una serata che doveva essere una festa per le famiglie, per i ragazzi, per i bambini della “Scuola Calcio” e per i campioni della prima squadra e che, mantenendo le promesse, ha regalato molto di più. Da San Giusto Canavesesi sono levate le parole del Presidente, Denis Cerutti, che, molto più di navigati politici, ha voluto far comprendere quanto lo sport, con i suoi auguri estesi ad amici e avversari di campo, possa diventare il propellente indispensabile alla Pace e al rispetto delle diversità. Non solo: come è d’uso delle famiglie e delle comunità dove ancora esiste il “comune sentire”, da San Giusto Canavese sono anche giunte le importanti parole del Sindaco/a, Giosi Boggio, che, molto più attenta alle cose che contano che alle vocali, ha voluto rimarcare l’importanza dello sport, dell’istruzione e della famiglia, sottolineando come educazione e sport siano sempre state realtà affini e di come la Sangiustese sia riuscita a intrecciarle in modo quasi spontaneo.
In ultimo, giusto perché allo sport e all’impegno della Sangiustese, così come a quello delle istituzioni locali, venga data la giusta importanza, credo sia legittimo rendere noto che dalle analisi dell’Osservatorio “Valore Sport” è emerso che l’attività sportiva include molteplici dimensioni di impatto e valore, che spaziano dalla sfera sociale e culturale a quella socio-sanitaria. È stato, ad esempio, quantificato l’impatto della sedentarietà sulla salute individuale e collettiva, che, tradotto in soldoni, relativamente all’anno 2022, ha evidenziato un costo di 4,5 miliardi di euro, inteso come somma dei costi diretti e indiretti a carico della sanità pubblica e delle famiglie.
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