Stamattina, alle ore 11.00, si è tenuta l’inaugurazione della nuova Piazza Pia, l’opera di riqualificazione più importante del Giubileo della Speranza, che si aprirà domani sera. La Piazza, che potrà accogliere oltre 150mila pellegrini, è stata resa del tutto pedonale attraverso la costruzione del modernissimo sottopassaggio. Alla cerimonia erano presenti il presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, il Segretario di Stato della Santa Sede, S.Em. Pietro Parolin, il Pro-prefetto del Dicastero per l’Evangelizzazione, incaricato per l’organizzazione del Giubileo, S.E. Mons. Rino Fisichella, il sindaco di Roma, Roberto Gualtieri, il ministro delle infrastrutture e dei trasporti, Matteo Salvini e il presidente della Regione Lazio, Francesco Rocca.
La Piazza, che un anno fa vedeva transitare oltre 3mila autoveicoli all’ora, oggi è un’area pedonale in cui poter sostare, con fontane e zone alberate. «Ci credevano in pochi ma ce l’abbiamo fatta – ha detto Gualtieri, che è anche Commissario governativo per l’Anno santo – e il Giubileo dona a Roma una nuova bellissima piazza. Per raggiungere questo traguardo abbiamo dovuto fare una vera a propria corsa contro il tempo, che ha richiesto il massimo impegno e un’eccezionale capacità collaborativa che ci ha permesso di superare difficoltà e imprevisti». Il sindaco ha ringraziato l’Anas, con tutti coloro che hanno lavorato nel cantiere: circa 110 maestranze suddivise in tre turni, per ventiquattro ore, per 450 giorni di lavoro totali. «È stato un poderoso sforzo collettivo, – ha aggiunto Gualtieri – e davvero voglio esprimere la mia gratitudine a nome di Roma verso tutti coloro che hanno contribuito a raggiungere questo straordinario risultato, tra cui Mons. Fisichella che per primo ha creduto in questo progetto. La mia speranza è che questa esperienza di fattiva collaborazione lasci a Roma e all’italia un modello basato sulla concretezza e sull’efficienza. Con questa “piazza dell’abbraccio”, questo segno tangibile di speranza, proiettiamo Roma verso l’inizio del Giubileo».
Per la Santa Sede, ha sottolineato il cardinale Parolin, «questo è un momento molto significativo. Per certi versi si potrebbe dire che è stato portato a compimento un lavoro iniziato moltissimo tempo fa. Io ricordo quando Pio XII, con il Giubileo del ‘50, ultimò la costruzione di via della Conciliazione. Oggi la concretizzazione della nuova piazza permette di tenere uniti gli antichi segni della città eterna. L’antichità romana di Castel Sant’angelo, prospetta dinamicamente lo sviluppo della storia verso l’opera di Michelangelo e Bernini. L’antico e il moderno non si contrappongono, ma permettono di avere una continuità che solo la mano dell’artista può realizzare con coerenza aprendo orizzonti inaspettati .E’ stata compiuta un’opera di grande valore ingegneristico che consentirà ai romani e ai pellegrini che giungeranno in occasione del prossimo Giubileo di poter ammirare in maniera più consona questa parte della città»
«Dalla notte di domani, Roma aprirà le sue porte ancora di più ai milioni di pellegrini che raggiungeranno san Pietro e le altre basiliche giubilari. – ha sottolineato il presidente Meloni -. In questi due anni abbiamo lavorato tutti insieme bene per fare in modo che la città fosse all’altezza del compito e dell’aspettativa. L’opera che inauguriamo è la più imponente, un investimento da oltre 85 milioni di euro che ci consente di ottenere due obiettivi: rendere il traffico più veloce e restituire alla città un grande e sicuro spazio pedonale. Ci sono diverse importanti opere che presto saranno inaugurate. Sullo sfondo abbiamo anche il potenziamento dei servizi essenziali, a partire dal pronto soccorso dell’Ospedale Santo Spirito in Sassia. Sicuramente questo di Piazza Pia si può definire un piccolo miracolo civile, di quelli di cui noi
siamo capaci quando ci ricordiamo del nostro valore. Io penso che questo si possa definire il “metodo giubileo”, proprio per ricordarci che in italia le cose si possono fare e fare bene». Poi ha aggiunto: «L’Anno santo è prima di tutto un evento di fede, che ci consente di fare i conti con noi stessi. Quando si chiede a chi ha vissuto l’esperienza di un pellegrinaggio di raccontarla, ci si sente spesso dire che quel cammino ha rappresentato un punto di svolta. Mi auguro che come comunità nazionale riusciamo a fare lo stesso cammino, quello di mettere nello zaino solo quello che è davvero utile per andare più veloce e per riuscire a vedere quello che è veramente essenziale».
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