Captagon e Siria post-Assad: il futuro del narcotraffico di Stato

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Con la caduta di Bashar al-Assad, la Siria affronta una sfida monumentale: smantellare un impero del narcotraffico che per anni ha finanziato il regime e destabilizzato il Medio Oriente. Al centro di questa rete c’è il Captagon, una potente droga sintetica che ha trasformato la Siria nel principale produttore mondiale.

Oggi, mentre i ribelli consolidano il controllo sul paese, le domande si moltiplicano: che fine farà il commercio di Captagon e quale futuro attende una Siria profondamente segnata da anni di traffici illeciti?

Captagon: la droga che ha finanziato Assad
Il Captagon, conosciuto come “la cocaina dei poveri”, è una pillola a base di anfetamine che crea alta dipendenza, largamente consumata in Medio Oriente, specialmente tra i giovani benestanti dell’Arabia Saudita e le classi operaie di Giordania e Libano.

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Secondo la Banca Mondiale, la produzione e il traffico di Captagon hanno generato per il regime di Assad entrate annuali stimate in oltre 10 miliardi di dollari, una cifra che ha superato le esportazioni legali del paese.

Le prove raccolte negli anni indicano che questa non era un’operazione gestita da semplici gruppi criminali. Il narcotraffico era orchestrato direttamente dal regime, con la Quarta Divisione dell’esercito siriano, guidata da Maher al-Assad, fratello del presidente, al centro del commercio.

Documenti riservati e testimonianze di trafficanti arrestati in Libano hanno confermato il coinvolgimento di unità militari e della cerchia più ristretta del potere.

Il lascito della produzione: fabbriche e dipendenza
La caduta del regime ha rivelato la portata industriale della produzione di Captagon. I ribelli hanno scoperto fabbriche camuffate da stabilimenti alimentari e depositi pieni di pillole in ex basi militari. La droga non era solo un mezzo di finanziamento: ha lasciato dietro di sé una grave crisi di dipendenza in Siria e nei paesi vicini.

In Giordania, per esempio, il Captagon è diventato una piaga sociale, con migliaia di giovani in lotta contro la dipendenza. “Il mio timore è che si reprima l’offerta senza affrontare la domanda,” avverte Caroline Rose, esperta di traffico di droga siriano presso il New Lines Institute.

Le sue parole trovano eco nelle preoccupazioni per l’emergere di nuove droghe sintetiche, come la metanfetamina, che potrebbero prendere il posto del Captagon nei mercati regionali.

Le sfide del nuovo governo siriano
Il nuovo governo guidato da Hayat Tahrir al-Sham (HTS) si trova ora di fronte a un compito titanico: eliminare un’industria radicata e prevenire il ritorno di nuovi gruppi criminali. Mentre alcuni segnali indicano un calo nella produzione di Captagon, resta l’incognita di come il nuovo governo gestirà la transizione economica in un paese devastato.

“Il traffico di Captagon non è solo una questione di criminalità, ma di sopravvivenza economica per molti siriani,” spiega Issam Al Reis, un ex ingegnere dell’esercito siriano. Con un’economia al collasso e una popolazione impoverita, il rischio è che nuovi attori emergano per colmare il vuoto lasciato dal regime di Assad.

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Il ruolo della comunità internazionale
La comunità internazionale osserva con attenzione il futuro della Siria. Gli esperti sottolineano l’urgenza di un piano economico e umanitario che sostenga i siriani nella transizione verso un’economia legittima. Gli aiuti umanitari, l’allentamento delle sanzioni e programmi di riabilitazione per i tossicodipendenti saranno fondamentali per spezzare il ciclo di dipendenza e criminalità.

Il rischio di nuovi traffici illeciti
La fine del commercio di Captagon rappresenta una rara opportunità per ricostruire la Siria su basi diverse. Tuttavia, senza un piano concreto per affrontare la dipendenza e creare alternative economiche, il rischio è che il paese cada preda di nuove forme di illegalità. Come ha detto un ex soldato del regime: “I siriani hanno bisogno di soldi. E le vecchie abitudini sono dure a morire.”

Con una regione ancora destabilizzata e una domanda di droga che non accenna a diminuire, la Siria si trova a un bivio. La lotta contro il Captagon è solo l’inizio di una battaglia più ampia per il futuro del paese e la sua gente.



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