Diagnosi delle malattie rare, Aou di Ferrara capofila del progetto europeo Screen4care

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Grazie a questo studio si passerà dalla ricerca di 49 malattie rare attuali ad oltre 245. Il ruolo del Dipartimento Materno Infantile e della Genetica Medica dell’Azienda Ospedaliero-Universitaria di Ferrara, diretto dalla prof.ssa Alessandra Ferlini. Il consorzio internazionale Screen4Care ha lo scopo di disegnare e validare uno screening neonatale per l’identificazione alla nascita delle malattie rare al fine di facilitare e accelerare l’accesso alle terapie. Lo Screen4Care utilizzerà anche nuove tecnologie digitali sia per disegnare una “app” utilizzando l’intelligenza artificiale che guidi i pazienti nel loro percorso diagnostico sia per creare un “core informatico” da cui partire per armonizzare le cartelle cliniche elettroniche in Europa

Ferrara, 23 dicembre 2024 – L’Unità Operativa di Genetica Medica dell’Azienda Ospedaliero-Universitaria di Ferrara, diretta dalla prof.ssa Alessandra Ferlini, che come Professore Associato UNIFE è coordinatrice scientifica del progetto e capofila nel pilotare in Italia e in Europa il progetto di screening, poiché ha coordinato gli aspetti etici e definito la pipe-line clinica dello screening dei neonati, in collaborazione con l’Unità Operativa di Terapia Intensiva Neonatale, diretta dalla dott.ssa Agostina Solinas. Al progetto partecipa anche il Consorzio Futuro in Ricerca di Ferrara, che con la dott.ssa Rita Selvatici ha contribuito al disegno dello strumento di screening che è il TREAT Panel, un nuovo sistema diagnostico genetico basato su tecnologie “next generation sequencing”.

Lo studio si chiama “Screen4care” (S4C – Shortening the path to rare disease diagnosis by using newborn genetic screening and digital technologies – Accorciare il percorso per la diagnosi delle malattie rare attraverso l’uso dello screening genetico neonatale e delle tecnologie digitali), un progetto di ricerca che ha lo scopo di ridurre significativamente il tempo richiesto per la diagnosi delle malattie rare al fine di poter accedere a terapie specifiche e spesso personalizzate, attraverso l’utilizzo dello screening genetico neonatale e di metodi digitali. Il progetto ha una durata di cinque anni, con un budget totale di 25 milioni di euro, stanziati dall’Innovative Medicines Initiative (IMI 2 JU), una iniziativa congiunta dell’Unione Europea e della Federazione Europea delle Industrie e delle Associazioni Farmaceutiche (EFPIA).

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Allo stato attuale, nel nostro Paese, attraverso il Servizio Sanitario Nazionale, è obbligatorio per legge eseguire presso i punti nascita a tutti i neonati lo “Screening neonatale”, fra le 48 e le 72 ore di vita per individuare malattie rare che, se non riconosciute precocemente, potrebbero condizionare negativamente lo sviluppo del bambino. Con lo stesso esame, poche gocce di sangue raccolte su apposito cartoncino, in Emilia-Romagna è possibile eseguire su base volontaria anche lo “Screening neonatale esteso” (SNE) con cui si ricerca la possibile presenza di 49 diverse malattie.

Da sin: Agostina Solinas, Alessandra Ferlini, Claudio Vella

Tra queste la fibrosi cistica, l’ipotiroidismo congenito, la fenilchetonuria (obbligatorie già dal 1992) ed altri difetti congeniti del metabolismo intermedio. Queste condizioni costituiscono circa il 10% delle malattie rare e possono causare seri problemi di salute a partire dall’età neonatale o infantile e sono in certi casi potenzialmente letali. La diagnosi e il trattamento precoce possono invece prevenire la comparsa di disabilità fisiche e intellettive, nonché evitare la morte.

Il progetto “SCREEN4CARE” consiste nell’utilizzo di un pannello di 245 geni per lo screening genetico neonatale, che verrà effettuato in diversi Paesi europei, inclusa l’Italia, a Ferrara (UNIFE ed OSPFE) e a Roma (Ospedale Pediatrico Bambino Gesù che è il centro d’eccellenza, coordinato dal prof. Antonio Novelli, dove avviene il sequenziamento dei campioni biologici).

“Screen4care – commenta la prof.ssa Ferlini, Coordinatrice Scientifica del Progetto – ha lo scopo di accelerare la diagnosi delle malattie rare per i pazienti utilizzando metodi altamente innovativi come la genomica e l’intelligenza artificiale. Fine ultimo del progetto è migliorare lo standard di cura, l’accesso a nuove terapie e la qualità della vita dei pazienti e dei loro “caregivers”. Il progetto S4C tramite gli innovativi tool genetici, genomici e digitali che svilupperà intende anche contribuire a rafforzare le organizzazioni sanitarie attraverso nuovi strumenti diagnostici e un’infrastruttura tecnologica efficiente in termini di risorse. Di particolare importanza per il progetto è il coinvolgimento attivo di tutti gli attori, ricercatori, clinici, industrie, associazioni di pazienti, regolatori e politici per dare forma alla progettazione e alle decisioni per un’assistenza sanitaria basata sul valore (Value-Based Healthcare)”.

Proprio per la loro rarità, il percorso che porta alla diagnosi è spesso un’odissea: si calcola che in media la diagnosi specifica arrivi dopo otto anni. Un ritardo diagnostico che rappresenta un onere per i pazienti, per le loro famiglie e per la società, oltre che un ostacolo a un rapido intervento. Per questo lo screening genetico neonatale è così importante per i piccoli neonati con malattie rare.

Sebbene le malattie rare interessino collettivamente oltre 30 milioni di persone in Europa, la maggior parte delle singole condizioni ha una bassa prevalenza. Le malattie rare colpiscono una persona su 2.000, o meno di una.

Sono note più di 7.000 malattie genetiche, patologie che colpiscono meno di una persona ogni 2.000. Queste malattie, che complessivamente coinvolgono 27-36 milioni di individui nell’UE e che interessano una persona ogni 17 nel corso della vita, sono delle patologie spesso severe, multisistemiche e croniche, che determinano per i pazienti rischi di patologie croniche, irreversibili, e permanenti.

“Ho aderito con piacere a questo bel progetto di ricerca – rimarca la dott.ssa Agostina Solinas, Direttrice del Reparto di Neonatologia e T.I.N. di Cona – e sono contenta che ai nati di Ferrara possa essere offerta anche questa possibilità di assistenza. Va sottolineato che è un esame riservato ai neonati che viene eseguito subito dopo la nascita, mentre sono ricoverati in rooming-in con le mamme. Vengono raccolte poche gocce di sangue in occasione dello stesso prelievo eseguito per lo screening obbligatorio, per eseguire in chi aderirà allo studio, un altro test ad hoc, lo S4C, i cui risultati saranno disponibili in circa 90-120 giorni. Verranno coinvolti anche i neonati ricoverati in Neonatologia con l’esclusione di neonati estremamente pretermine e di quelli che sono stati sottoposti a trasfusioni di sangue. Assieme al punto nascita e la Neonatologia di Ferrara, nel 2025 aderirà anche il Policlinico di Modena e gli ospedali “S. Spirito” e “Bambino Gesù di Roma”. L’obiettivo è quello di individuare precocemente malattie rare per poter costruire percorsi individualizzati e poter migliorare gli standard di cura e l’accesso alle malattie specifiche, in modo più precoce e completo. Tutto questo grazie a un lavoro di squadra con centri di eccellenza di malattie estremamente rare in Italia. I futuri genitori sono informati in vari step (ambulatori gravidanze fisiologiche e a rischio, incontri con la popolazione e dopo il parto in ostetricia). I genitori del primo neonato arruolato, il 3 dicembre quando abbiamo iniziato, erano infatti già a conoscenza del progetto e sono stati contenti di poter aderire. Un ringraziamento particolare va anche a tutto il gruppo di genetiste, biologhe, neonatologi, ostetriche ed infermieri che aiutano a portare avanti il progetto di studio”.

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“Il progetto a valenza Europea S4C – sottolinea il dott. Claudio Vella, Capo Dipartimento Materno Infantile delle Aziende Sanitarie ferraresi – è un’opportunità straordinaria nell’ambito del Dipartimento Materno Infantile. I risultati rappresenteranno un balzo in avanti nella diagnosi e nella cura delle malattie rare con causa genetica. All’interno del Dipartimento la stretta collaborazione tra Genetica Medica, Neonatologia e Terapia Intensiva Neonatale ha consentito un’immediata attuazione della fase operativa che interessa anche altri centri Europei. Mi preme inoltre ricordare che la prof. Alessandra Ferlini ricopre anche un ruolo di coordinamento scientifico e che il progetto rappresenta l’essenza del connubio Università-Ospedale che è alla base dell’attività della nostra Azienda”.

“Screen4Care – conclude la prof.ssa Ferlini – per raggiungere l’obiettivo di accelerare la diagnosi delle malattie rare, prevede appunto lo screening neonatale genetico basato su tecnologie “next generation sequencing” su 18mila neonati in Germania, Francia e Italia. Lo screening neonatale genetico è considerato uno strumento efficace per una diagnosi precoce al “tempo zero”, considerando che circa l’82% delle malattie rare hanno una causa genetica e che l’80% dei pazienti con malattie rare sono pediatrici. Il progettoScreen4Care ha quindi l’ambizioso obiettivo di disegnare e validare una piattaforma “open innovation”, che consentirà la continua raccolta dei dati e lo scambio di informazioni, e per questo è partner del network European Health Data Space, la grande piattaforma digitale europea di dati sanitari in corso di definizione che sarà la futura “cartella clinica elettronica” di tutti i cittadini europei”.



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