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La nostra coppa nazionale ha un percorso oramai superato, intanto all’estero non mancano le sorprese
Con gl’incontri di settimana scorsa sono andati in archivio gli Ottavi di finale della Coppa Italia, manifestazione che è giunta alla 78° edizione, la 4° con la nuova formula. Formula a dir poco anacronistica ed elitaria, che svuota di senso una competizione che nello spirito dovrebbe essere invece ben diversa. Una coppa senza alcun tipo di attrattiva che nella sua struttura favorisce le grandi squadre per assicurarsi che eventuali sorprese restino al minimo, per poter presentare nelle fasi finali solo sfide di alto rango, meglio vendibili al grande pubblico e assicurazione di ottimi ricavi. Una struttura che comprende solamente squadre di Serie A e B con solo 4 rappresentanti per la Serie C, la quale rientrando pur sempre a pieno titolo di campionato professionistico, si vede sostanzialmente esclusa dalla competizione. Mentre le stesse squadre di Serie B costrette a giocare sempre in trasferta non nascondono nemmeno più lo scarso interesse verso la competizione arrivando a schierare le seconde linee contro le squadre di massima serie.
Tutto ciò ovviamente non sorprende, da anni ormai questa manifestazione adotta formule per favorire le “big”; eppure, basterebbe dare uno sguardo ai nostri cugini europei per notare come tale ragionamento sia un unicum della nostra Lega Calcio. Nelle altre Coppe Nazionali i format giocano sull’imprevedibilità del sorteggio, sul fattore campo per le piccole squadre e sulla possibilità che avvengano veri e propri rovesciamenti del pronostico. Senza scomodare i modelli Inglesi e francesi, difficilmente replicabili in Italia, basterebbe prendere esempio da quelli di Spagna, Germania e Portogallo anch’essi aperti a squadre di Terza e Quarta Serie.
In Spagna da qualche anno il format della Coppa del Re è stato modificando, permettendo alle formazioni peggio classificate di disputare in casa l’incontro eliminatorio. Ciò ha portato a non pochi upset, si noti come quest’anno già quattro squadre di Liga sono state eliminate da altrettante formazioni di Quarta Divisione: Villareal, Girona, Espanyol e Alavés sono state sconfitte rispettivamente da Pontevedra, Logrones, Barbastro e Minera. Quest’ultime due, inoltre, al prossimo turno ospiteranno niente di meno che Barcellona e Real Madrid, sono già andate virali le immagini di festa dei giocatori di queste piccole realtà alla scoperta di dover affrontare queste due squadre che fino ad oggi vedevano solo in televisione.
In Germania, dove è previsto che la squadra peggio piazzata giochi in casa, vi è addirittura un detto che descrive al meglio le sorprese che ogni anno si verificano in Dfb Pokal: “La coppa ha le sue leggi”, e così è: la scorsa stagione il colosso Bayern Monaco è uscito per mano del piccolo Saarbrucken, squadra di terza serie, che nel suo percorso si è presa lo scalpo pure di Eintracht Francoforte e Borussia Mönchengladbach. Senza contare che il Kaiserslautern militante in seconda serie è riuscito ad arrivare in finale cedendo solo di misura al Bayer Leverkusen.
In Portogallo invece in questa stagione sono approdate agli ottavi di finale della Taca de Portugal ben 6 squadre militanti in serie inferiori, 2 squadre di terza (Oliveira e Sao Joao) e 4 squadre di quarta serie (Tirsense, Rebordosa, Elvas e Lusitano). Inoltre gli incroci di sorteggio garantiranno ad almeno 2 di loro di giocare i quarti di finale. Mentre in Francia Montpellier e Le Havre, militanti in massima serie sono stete eliminate da 2 squadre di quarta serie (Le Puy en Velay e Stade Briochin).
Queste formule aperte non regalano solo a queste piccole realtà una sera da leoni nella quale possono sognare in grande, ma garantiscono introiti che possono fare respirare le casse dei club. In Inghilterra, per esempio, nel prossimo turno di Fa Cup le squadre di quarta serie Morecambe, Bromley, Accrington e Salford saranno impegnati contro le blasonate Chelsea, Newcastle, Liverpool e City, mentre il piccolo Tamworth di quinta serie ospiterà il Tottenham. Queste squadre “minori” solo dagli introiti televisivi si garantiranno delle entrate cospicue che potranno reinvestire in strutture e vivai come altre realtà inglesi fanno ormai da anni.
Sarebbe ora di modificare questa struttura elitaria della nostra coppa nazionale, rendere il format maggiormente meritocratico ed integrare quanto meno tutte le realtà professionistiche del calcio italiano. In questo modo si potrebbero garantire introiti non indifferenti alle realtà minori, che invece troppo spesso rimangono marginalizzate, rischiando il fallimento anche a stagione in corso come nei casi di pochi gironi fa di Turris e Taranto in Serie C e molti altri negli anni scorsi.
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