Un torneo in provincia, a Casale Monferrato, Piemonte. Un Futures da 15.000$, per la precisione, come ce ne sono tanti in giro per la Penisola. Sulle tribune metalliche, ma anche in piedi, a bordo campo, ci sono genitori, semplici appassionati e soci del “Nuova Casale”, club nato negli anni Settanta sulle rive del Po. A fare da contorno i primi caldi di maggio assieme a qualche isolato temporale e alle immancabili zanzare, la terra battuta e una discreta aspettativa sul talentino locale Filippo Moroni, cresciuto proprio su quei sei campi sotto gli attenti occhi di papà Ivo. Al 16enne è stata concessa una wild card, un atto dovuto da parte dell’organizzazione: il ragazzo se la merita ed è l’ora che dopo tanta gavetta respiri il tennis dei “grandi”.
Assieme a Filippo in tabellone c’è un altro 2001 con la sigla “WC” (wild card) al fianco del nome. Il presidente del circolo, Lorenzo Tiengo, ha ricevuto una telefonata dalla Liguria qualche giorno fa: l’ex coach di Djokovic, Riccardo Piatti, che da anni collabora col club piemontese, ha chiesto di accogliere al Futures un “suo ragazzino promettente”. Un certo Jannik Sinner, capelli rossi, mingherlino, che pochi mesi fa ha conquistato il suo primo punto Atp a Sharm-el-Sheik ed è numero 1476 del ranking. “Se riuscite andate a prenderlo in stazione, arriverà in treno da solo”, ha aggiunto Piatti. “Ricordo bene quando si presentò al circolo” – racconta Andrea Manfredi, il deus ex machina del torneo nel Monferrato – Mi colpì la sua attitudine. Era diverso: non aveva mai il cellulare in mano o le cuffie. Zero distrazioni, poche parole, solo tennis. A livello juniores, in cui urla, litigi e racchette spaccate sono all’ordine del giorno, sembrava avesse 20 anni in più di esperienza rispetto ai suoi avversari”.
Mentre Casale si accorge di lui, dei suoi modi garbati e della sua glaciale timidezza, proprio in quei giorni Jannik sta maturando una decisione cruciale per il suo futuro: viaggiare per vincere punti Atp, provando a scalare la classifica mondiale in cui è appena entrato, è quello che ha sempre sognato. Non ne può più di giocare tornei Junior. Si cresce e si impara, certo, ma lui ha bisogno della competizione, quella vera, e qui in Piemonte è pronto a mettersi alla prova nel suo primo torneo italiano da professionista. Anche a costo di prendere schiaffi da gente molto più grande di lui. Solo una settimana più tardi, dopo aver perso i quarti di finale al Bonfiglio (i campionati internazionali d’Italia Juniores), 7-6 al terzo con match point a favore, farà sapere a Piatti che lui ha chiuso con quel mondo. Da lì solo Futures e Challenger. Così è deciso.
Il torneo inizia bene per i due giovanissimi: Moroni elimina al primo turno la testa di serie n° 3 del seeding, il francese Leny Mitjana; Sinner regola 6-3 6-1 Jacopo Stefanini (n° 757). Il fiorentino, che oggi dirige un’accademia tennis a Carmignano, ricorda di come avesse “quasi festeggiato” quando uscirono gli accoppiamenti del tabellone. “Arrivavo da un infortunio al gomito – spiega – ed esordire con un ragazzo giovane e inesperto a quel livello era un’ottima occasione per mettere benzina nelle gambe senza troppi patemi. Mia sorella Lucrezia (attuale n° 148 del ranking Wta, ndr), più vicina alla sua età, mi aveva raccontato che il suo maestro Andrea Volpini, braccio destro di Piatti, portava spesso Sinner ai tornei con Gian Marco Moroni (detto il “Bufalo”), Simone Roncalli (detto il “Professore”) e il croato Duje Ajdukovic, suoi “compagni” di tennis a Bordighera. Insieme hanno vissuto tante avventure in giro per l’Europa e non solo. Jannik era un po’ la ruota di scorta del gruppo, a volte neanche giocava. Non nascondo che era anche un po’ preso in giro per questo suo ruolo di “riserva”. Fino al 3-3 del primo set me la giocai, poi lui mise una marcia in più e addio. Le sue gambe sembravano due stuzzicadenti, ma si muovevano a duemila all’ora”. Qualcosa stava cambiando, per sempre.
Roncalli, il compagno delle mille avventure con Sinner, presente anche lui al Futures di Casale, conferma la versione di Stefanini: “Jannik era più piccolo di noi, ha iniziato un po’ come mascotte. Piatti, che all’epoca seguiva Raonic, lo aggregava alle nostre trasferte come sparring per fargli respirare il più possibile il tennis che conta. Durante una di queste, in Serbia, non riuscii neanche a entrare nel tabellone di qualificazione, ma non si perse d’animo: un ragazzo senza il suo spirito avrebbe approfittato di quella settimana per allenarsi un po’ e fare vacanza, lui, invece, si iscrisse ad un Open in un posto sperduto pur di giocare partite e accumulare esperienza. Non mi scorderò mai la nostra conversazione dopo il primo suo primo punto Atp vinto a Sharm, qualche mese prima. Era contento, ma già parlava del suo obiettivo più importante: diventare n° 1 del mondo. Sembra assurdo, ma in quel momento, all’inizio di tutto, in uno spogliatoio ai confini del tennis, lui aveva già tutto chiaro. Glielo ripeto ogni volta che ci vediamo. Ho ancora i brividi”.
Ma torniamo a Casale. Il secondo turno del Futures offre il match più atteso: la sfida Next Gen tra Moroni e Sinner. “Hanno giocato tante volte a livello Junior e ha sempre vinto Filippo – racconta papà Ivo – Erano amici da bambini. In famiglia abbiamo sempre nutrito simpatia e affetto per Jannik fin dal loro primo incontro a Brunico”. Nonostante il tifo di casa, ovviamente schierato dalla parte di Moroni, il ragazzo di Piatti passa 7-6 6-3. E’ la prima volta che Sinner centra i quarti di finale in un torneo Itf, la prima volta in cui guadagna 2 punti Atp, la prima in cui infila due vittorie consecutive in un torneo pro. La metamorfosi da junior a tennista vero si sta compiendo e il primo ad accorgersene è proprio Jannik.
Superato il secondo scoglio, Sinner si ritrova davanti il talentuoso novarese classe 1998 Giovanni Fonio (n°667 del mondo). “Lo conoscevo abbastanza bene, ad un torneo ci eravamo allenati insieme – sottolinea Fonio – La cosa che mi impressionò più di tutte rispetto all’ultima volta che ci eravamo visti, non più di tre mesi prima, era un clamoroso miglioramento generale, dalla tecnica agli aspetti tattici. Mi ricordavo di un bambino che giocava bene, a Casale era maturato. Vinsi comunque la partita in due set, doppio 6-3. Dopo il match point andai dal suo maestro Volpini a congratularmi per il grande lavoro fatto su quel 16enne. Allora Lorenzo Musetti era considerato uno dei prospetti più importanti del tennis italiano, grazie alla sua straordinaria carriera junior, ma Sinner non era da meno. Non mi sbagliavo…”.
Sinner lascia, dunque, Casale direzione Milano per l’ultimo Bonfiglio della sua carriera. Tra un anno e mezzo, proprio all’ombra della Madonnina, dominerà Alex de Minaur alle Next Gen Finals 2019 da n° 95 del mondo. La scalata è appena iniziata…
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