Marco Spilli: “Stiamo costruendo qualcosa di importante. Il pubblico del Varesina Stadium nota positiva”

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La sconfitta per certi versi a sorpresa contro il Magenta ha portato la Varesina a chiudere con una nota amara il 2024, annata solare che nel complesso ha accompagnato i rossoblù ad una crescita totale sotto ogni punto di vista. Se la scorsa stagione il cammino delle Fenici si è chiuso con una sconfitta in finale playoff dopo l’impresa di Piacenza, in questo campionato ci sono le premesse per fare ancor meglio. La società, oltra a crescere già di per sé strutturandosi sempre più, ha operato in maniera puntuale e decisa sul mercato allestendo una squadra completa e pronta a stare in alto, cosa che ha puntualmente fatto grazie alla mano sicura di Marco Spilli. L’attuale -5 dall’Ospitaletto non preoccupa il tecnico, che preferisce invece concentrarsi globalmente sull’anno che sta per finire.

“Nel 2024 abbiamo messo le basi per fare qualcosa di straordinario – esordisce Spilli – perché la proprietà non ha mai nascosto l’ambizione di voler provare a salire di categoria: missione non facile, ne siamo consapevoli, ma l’importante è proseguire costruendo pian piano, sperando che non ci saccheggino come successo in estate. Ad oggi siamo in linea con quello che ci eravamo prefissati”.

La Varesina vuole raggiungere la Serie C entro i prossimi tre anni: ci sono le possibilità di bruciare le tappe?
“La scorsa stagione ci ha insegnato molto: al di là del fatto di esser andati avanti in Coppa Italia, siamo arrivati scarichi nel periodo clou dell’anno con una rosa numericamente insufficiente per entrambi i percorsi. Quest’anno ho molte più scelte e anche nel mercato invernale la società si è fatta trovare pronta proprio per evitare di ripetere quanto successo l’anno scorso: l’augurio è chiaramente quello di non avere infortuni, ma qualora dovessero capitare avremo le carte giuste per sopperire ad ogni defezione. In questo evidenzio una voglia di crescere da parte di tutto l’ambiente per restare incollati a squadre con budget imparagonabili al nostro: con le idee e con la voglia, oltre a quel pizzico di fortuna che serve sempre, possiamo provare a dire la nostra, come fatto dal Caldiero lo scorso anno”.

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A tal proposito qual è la tua lettura del campionato?
“Il Caldiero l’anno scorso vinse a quota 77: per come sta andando questa stagione credo che serva qualche punto in più visto che l’Ospitaletto viaggia ad una proiezione di 82. Se l’anno scorso è mancato il Piacenza, questa volta vedo almeno un paio squadre che potenzialmente potrebbero avere una marcia superiore a quella quota: il girone di ritorno si confermerà come sempre più tosto e bisognerà stare sempre attaccati”.

Venendo alla tua Varesina, qual è la cosa che ti sta piacendo di più?
“Sicuramente la compattezza di squadra, cosa che magari l’anno scorso perdevamo in qualche momento: magari vincevamo alcune partite tanto a poco per poi inciampare o cadere subito dopo. Finora abbiamo perso meno partite rispetto la passata stagione e subito la metà dei gol segnando; di sicuro segniamo meno, ma personalmente sono più contento dell’equilibrio che abbiamo trovato. Questo aspetto, ne sono certo, ci porterà lontano. Colgo l’occasione per fare un plauso ai ragazzi perché se pensiamo al fatto che Caverzasi non c’è mai stato, da qualche partita manca Mapelli e Cosentino, che rientrava da un crociato, sta facendo gli straordinari, devo dire che abbiamo fatto un piccolo capolavoro. Buona parte del merito la do a Chironi perché quest’anno abbiamo un portiere eccezionale che sta dando un contributo mostruoso dentro e fuori dal campo”.

Cosa ti aspetti dal vostro girone di ritorno?
“Battaglie su ogni campo. Peccato per la sconfitta con il Magenta perché fino a quel momento, Ospitaletto a parte, avevamo il miglior rendimento fuori casa. Paradossalmente è a Venegono che dobbiamo migliorare tanto perché abbiamo un piccolo record (sorride, ndr) che spero di poter cancellare presto: fin qui abbiamo sempre alternato vittoria e pareggio, senza mai vincerne due di fila. Aggiustando il tiro da questo punto di vista e confermando il trend in esterna si potrebbero aggiungere quei famosi punticini di cui parlavamo in precedenza”.

Non è mancato l’apporto del mercato invernale.
“Aver perso Di Mauro è stato un dispiacere enorme perché parliamo di un giocatore fortissimo che poteva dare tanto. Purtroppo, soprattutto causa infortuni, non l’avete mai potuto vedere e siamo quindi tornati sul mercato prendendo Mauri che, per esperienza e qualità, ci ha fatto fare uno step in avanti. Il problema di Caverzasi è stato più grave del previsto, ma anche in questo caso la società si è subito tutelata con Pirola. Nei prossimi giorni potremmo rinforzare la batteria under”.

Anche queste mosse dimostrano quanto la Varesina stia crescendo a livello societario, mattoncino dopo mattoncino, e questo aspetto viene visto e apprezzato in primis dai giocatori.
“Questo è uno dei nostri primi obiettivi: chi viene qui sarà sempre partecipe e coinvolto a 360°. Non dimentichiamo che sono proprio questi ragazzi ad andare in campo e tutte le motivazioni che riusciamo a trovare vanno convertite in prestazioni importanti e punti. La società non si è mai tirata indietro, intervenendo all’occorrenza con tempestività: credo che questo sia un bel messaggio rivolto alla squadra perché dimostra come tutti, a partire dal vertice, credano nel progetto”.

E, a proposito di extra-campo, il seguito della Varesina cresce. Come vivi il maggior coinvolgimento di pubblico che c’è allo Stadium?
“Forse è l’aspetto più bello di quest’anno perché finalmente stiamo riuscendo a coinvolgere un paese che è sempre stato un po’ scettico (sorride, ndr). Non lo dico in senso negativo, sia chiaro, anche perché la Varesina è una realtà giovanissima nel mondo del calcio; tutti stanno ora riconoscendo i giusti passi che la società ha compiuto e la bontà che anima questo progetto. Inizialmente eravamo partiti con i ragazzi del territorio, ma inevitabilmente più si sale e più serve un apporto esterno; ciò non significa, però, che non ci si possa far apprezzare ugualmente. Anzi, proprio in virtù dei tanti eventi estivi in cui ci siamo fatti conoscere e apprezzare dalla gente, oggi abbiamo un seguito maggiore e vogliamo ripagarlo con i risultati. Proprio come stiamo facendo”.

La Varesina è ormai una certezza della Serie D. Marco Spilli com’è cambiato sia come persona che come allenatore?
“Ogni tanto mi guardo allo specchio e non vedo l’allenatore di dieci anni fa. Le cose cambiano, si cresce e s’impara dai propri errori. In questo rifletto il cammino della società perché io stesso ho sbagliato in alcune occasioni, ma ho sempre condiviso con la Varesina la voglia di puntare in alto e di crescere. Questa cosa mi responsabilizza perché devo farmi trovare pronto per ogni evenienza: studio e aggiornamento, oltre all’esperienza sul campo, sono la prerogativa per migliorare. Ho imparato a gestire con maggior lucidità certe situazioni anche e soprattutto a livello comportamentale, perché chi mi conosce sa che ero abbastanza vulcanico, e interpreto meglio le dinamiche di campo. Non rinnego il mio percorso perché è proprio grazie a quello se sono arrivato a questo punto della mia carriera e voglio continuare su questa strada”.

Chiudiamo con una domanda extra-calcio. Compatibilmente ai tuoi impegni, sei una presenza costante alle partite dei Mastini: quanto ti ha conquistato l’hockey?
“Tantissimo! La prima volta non pensavo che mi sarei appassionato così. Invece, vai al Palaghiaccio, vivi l’ambiente e te ne innamori. Poi ho conosciuto i giocatori, su tutti Piroso, Marcello Borghi e capitan Vanetti e mi sono affezionato a loro; con Carlo Bino, inoltre, c’è un rapporto bellissimo e mi fa piacere vedere che molto spesso sono proprio i Mastini a vedere le nostre partite. L’hockey è uno sport adrenalinico, adesso inizio anche a capirci qualcosina a livello di regole (ride, ndr), e questo bellissimo rapporto che si è creato dà una grande carica sia a noi che a loro. L’augurio è che Varesina e Mastini possano condividere una stagione di successi”.

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Matteo Carraro



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