Lavoro: gli under 30 nei servizi, ma manca la manodopera

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CREMONA – Leggere le esigenze del mercato del lavoro cremonese in relazione ai percorsi di formazione presenti sul territorio e alle aspirazioni dei giovani: è questo il proposito del secondo report ‘Scuola e lavoro’ pubblicato dall’Osservatorio provinciale del mercato del lavoro. Uno strumento che l’amministrazione provinciale intende mettere a disposizione di cittadini e imprese per sanare il disallineamento crescente tra domanda e offerta di lavoro.

«La conoscenza – scrive nell’introduzione il presidente della Provincia Roberto Mariani – è il punto di partenza per qualsiasi buona scelta e la pubblica amministrazione è tenuta a mettere a disposizione le proprie fonti di informazione, come patrimonio da condividere con tutta la comunità». E ancora, nelle parole del presidente, il report rappresenta «un supporto significativo nel processo di orientamento verso scelte importanti, che consentano a ragazze e ragazzi di valorizzare le loro attitudini individuali e aspirazioni, tenendo conto delle reali opportunità offerte da un mondo del lavoro in continuo cambiamento».

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Il presidente della Provincia Roberto Mariani

Un cambiamento che ad oggi si traduce soprattutto nella difficoltà, da parte delle aziende, di trovare la manodopera necessaria. «Nel 2023, il 49% delle imprese ha segnalato difficoltà nel trovare candidati idonei per i ruoli richiesti». Se si considera che nel 2019 la stessa percentuale era del 28,7% e del 31,9% nel 2020 si nota come in soli quattro anni l’aumento sia stato di oltre 20 punti percentuali. Segno di una crisi profonda, e non solo cremonese, della manifattura che fatica a vedere un futuro. In questo ambito pesa la difficoltà ad allineare percorsi formativi, aspirazioni personali e necessità delle imprese locali ma il problema principale è quello della denatalità: i giovani che dovrebbero entrare nelle aziende cremonesi semplicemente non ci sono più, o ci sono sempre meno.

«In provincia di Cremona la popolazione residente nella fascia d’età tra 14 e 18 anni – che ad oggi è a quota 16.590 – registrerà nei prossimi anni una riduzione: tra il 2023 e il 2028; l’effetto sarà contenuto e il calo dovrebbe essere intorno all’1,5% nell’intero ambito provinciale. Gli effetti della elevata riduzione della natalità peseranno, invece, in misura significativa sulla popolazione dai 14 ai 18 anni nel successivo quinquennio, dal 2029 al 2033: in quel periodo questo segmento dovrebbe far registrare un’ulteriore riduzione nell’ordine dell’11,5% arrivando al picco negativo di 14.380 ragazzi e ragazze».

Non stupiscono pertanto i dati incoraggianti emersi dall’analisi della popolazione attiva, che registra un +3% arrivando a quota 158.500 unità, e dei tassi di occupazione che crescono di quattro punti percentuali rispetto al 2022 arrivando al 69,1%. Anche nel campo dei lavoratori giovani il segno è positivo passando dal 30% del 2022 al 33% dello scorso anno, mentre cala quello dei neet, dei giovani che non studiano né lavorano, sceso al 14% nella fascia 15-29 anni.

In questo contesto il report si concentra sull’analisi dei settori maggiormente attrattivi per i giovani: «Tra le assunzioni rivolte espressamente agli under 30, il settore dei servizi rappresenta la principale fonte di opportunità: nel 2023, il 57% delle assunzioni di giovani è concentrato in questo settore, distribuite in modo bilanciato tra commercio, turismo, servizi alle imprese e servizi alla persona. L’industria accoglie il 37% dei giovani assunti dalle aziende cremonesi, mentre il settore delle costruzioni offre le minori opportunità, coprendo solo il 6% del totale».

D’altra parte però, delle 28.200 nuove assunzioni del 2023, il 36% ha riguardato figure operaie, sia specializzate che addette alla conduzione di impianti, mentre le professioni qualificate nel commercio e nei servizi rappresentano il 19,9% delle assunzioni totali programmate, una percentuale praticamente invariata rispetto al 2022. «Seguono i profili generici (non qualificati), che costituiscono il 17,8% delle assunzioni previste».

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Nel complesso, sono state registrate quasi 51.500 nuove attivazioni di contratti di lavoro, con un aumento del 4,7% rispetto al 2022 ma «l’aumento nel numero di nuovi contratti non è stato accompagnato da una maggiore stabilità. I contratti a tempo indeterminato siglati nel 2023 nella provincia di Cremona rappresentano solo il 19,2% del totale, una quota praticamente stabile rispetto al 19,4% del 2022 ma inferiore rispetto al 21,4% del 2020 e che colloca la Provincia la terzultimo posto in Lombardia».





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